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Il deputato, il giudice e il seno dell'amica da rifare

neXtQuotidiano 16/03/2017

L’editore e deputato Antonio Angelucci, di Forza Italia – Pdl, è indagato per traffico di influenze illecite. Nei guai anche un dirigente Asl che voleva far assumere le fidanzate dei figli e un alto magistrato che voleva il rimborso di un intervento al seno per una signora brasiliana

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L’editore e deputato Antonio Angelucci, di Forza Italia – Pdl, è indagato nell’ambito dell’inchiesta per cui oggi i carabinieri del NAS hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere per le accuse di corruzione e turbativa d’asta. A carico di Angelucci è ipotizzato il reato di traffico d’influenze illecite, lo stesso contestato a Tiziano Renzi nell’inchiesta Consip. Secondo gli inquirenti della Procura di Roma il parlamentare avrebbe contattato un dirigente di Asl, Maurizio Ferraresi, finito stamane in carcere, affinché avvicinasse qualcuno di utile ad ‘aggiustare’ un procedimento sulla Tosinvest in Cassazione.

Il deputato, il giudice e il seno dell’amica da rifare

“L’anello finale, il presidente della sezione della suprema corte, ha respinto ogni indebito invito e non si è realizzato nulla – si spiega – ma nel contempo sono restate in piedi tutte le promesse e corruzioni”. Angelucci aveva promesso al dirigente Ferraresi l’assunzione delle fidanzate dei figli; il magistrato Franco Amedeo andato in pensione che avrebbe cercato una sponda nei suoi ex colleghi avrebbe chiesto al medico un certificato falso per far fare una operazione di mastoplastica da far fare ad una sua amica. Racconta il Fatto Quotidiano oggi:

Secondo i pm Paolo Ielo e Corrado Fasanelli per favorirlo in Cassazione si sarebbero mossi, in modo diverso, un dirigente della Asl Roma 1, Maurizio Ferraresi e Amedeo Franco, giudice di Cassazione in pensione, membro del collegio che nel 2013 condannò Silvio Berlusconi per Mediaset. I due sono indagati per corruzione. Secondo i pm romani, il dirigente Asl avrebbe promesso un certificato medico legale falso per un’amica brasiliana del giudice che avrebbe così evitato di pagare un intervento al seno.
IN CAMBIO Franco sarebbe intervenuto “nei confronti di giudici appartenenti alla VI sezione della Cassazione per ottenere l’annullamento”di due ordinanze, una sul sequestro preventivo di 7 milioni di euro emesso a Bari per il Consorzio San Raffaele, di cui viene definito “proprietario di fatto” Angelucci e l’altra per la causa di lavoro promossa da un medico contro il Consorzio. Scrive il gip Massimo Di Lauro che Ferraresi se ne interessò a causa del “rapporto che, tramite Ferruccio Calvani, lo legava al senatore Angelucci”. Come “contropartita della sua mediazione”, Ferraresi“aveva avanzato una precisa richiesta: l’assunzione al San Raffaele” delle fidanzate dei due figli. Quelle assunzioni non ci sono mai state,fa sapere Angelucci che respinge le accuse.

mastoplastica antonio angelucci
A carico dell’ex magistrato è stato ipotizzato il reato di corruzione. Medesima fattispecie per il dirigente della Asl Rm 1, Ferraresi, che e’ finito in carcere. Amedeo e’ indagato a piede libero. Nei suoi confronti gli inquirenti avevano chiesto un obbligo di firma, ma il gip non ha accolto l’istanza.

La nota di Angelucci

Il deputato di FI Antonio Angelucci, in relazione all’avviso di garanzia notificato dalla procura di Roma, sottolinea in una nota che l’ipotesi di traffico di influenze illecite a suo carico riguarda ‘due assunzioni che non sono avvenute’ e si dichiara ‘totalmente estraneo ai fatti’, confermando ‘la sua piena fiducia nell’operato della magistratura’. Il dirigente ASL, a sua volta, si sarebbe rivolto a Amedeo Franco il quale, dietro la promessa di una falsa certificazione che avrebbe consentito ad una sua amica di ottenere il rimborso di un intervento di mastoplastica, avrebbe tentato l’aggiustamento del procedimento presso il giudice competente, ma quest’ultimo si sarebbe rifiutato liquidandolo in modo perentorio. Il direttore generale della Asl Roma 1 Angelo Tanese fa sapere che “l’azienda sta collaborando fin dalle prime ore del mattino a fornire tutta la documentazione richiesta dalla Procura” e “non appena avrà notizie più circostanziate adotterà nei confronti dei dipendenti coinvolti i provvedimenti disciplinari del caso, sino all’eventuale risoluzione del rapporto di lavoro”.

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