L’esempio di Andy Murray che rifiuta i soldi dell’Arabia Saudita

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-01-17

Cifre milionarie per giocare in Arabia Saudita. Ma Murray ha rifiutato piuttosto che aiutare il paese in cui il rispetto dei diritti umani è solo di facciata

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Ci sono tennisti che “per principio” si cacciano in un mare di guai provando ad aggirare le regole e ricevendo una porta in faccia, e ogni riferimento a Novak Diojokovic non è puramente casuale, e poi c’è Andy Murray. Il tre volte campione del Grande Slam ha rifiutato l’opportunità di giocare a Riyadh, in Arabia Saudita, e ricevere un lauto compenso, per coerenza con la sua opinione sul rispetto dei diritti umani in quel paese. Ecco cosa ha raccontato il suo agente.

L’esempio di Andy Murray che rifiuta i soldi dell’Arabia Saudita

In Arabia Saudita negli ultimi anni si sono svolti diversi eventi sportivi, dal golf alla boxe, passando per la Formula 1. Un modo per “lavare” la propria immagine opacizzata a livello internazionale dal mancato rispetto dei diritti umani. E anche Andy Murray è stato invitato a partecipare a una serie di esibizioni, pagate in soldoni. Cifre da capogiro, come spiega l’agente del campione scozzese, Matt Gentry, che prima dell’inizio degli Australian Open ha rivelato che Murray ha rifiutato somme che si aggirano intorno al milione e mezzo di sterline: ““Hanno pagato somme di denaro sbalorditive per convincere i giocatori a venire a giocare partite di esibizione, e lui semplicemente non era interessato. Se sei un ex giocatore numero 1 al mondo, in Medio Oriente potresti potenzialmente guadagnare uno/due milioni di dollari per una partita di esibizione”. Insomma per una questione morale ha preferito non giocare nel paese di Bin Salman. Gentry ha poi aggiunto”Non credo che abbia paura di esprimere la sua opinione al riguardo“.

Murray aveva anche rifiutato di sparare a zero contro Djokovic in un momento delicato: la vicenda che vede protagonista Djokovic “non è eccezionale per il tennis, non lo è per gli Australian Open, e non lo è per Novak”, era stato il suo commento: “Non mi sento di prendere a calci l’avversario mentre è a terra. Ecco perché dico che non va bene per il tennis. Stiamo parlando di altre cose, di politica e di tutte queste cose. Preferirei parlare di quanto sono felice di tornare di nuovo nella finale di un torneo”, conclude il tennista scozzese, cinque volte finalista a Melbourne.

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