Andrea Crisanti, gli errori di Zaia e dei suoi consiglieri che sbagliano in Veneto

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-04

L’ ordinario di Microbiologia all’Università di Padova all’attacco di Palù e Rigoli, «tra i più ascoltati consulenti di Zaia». Poi la mano tesa al governatore

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Andrea Crisanti, ordinario di Microbiologia all’Università di Padova dopo anni all’Imperial College di Londra, oggi in un’intervista a La Stampa parla del focolaio di COVID-19 in Veneto e degli annunci di inasprimenti delle misure nella regione dopo la crescita dell’indice di contagio:

Come va letta la crescita dei contagi in Veneto?
«Era prevedibile, da aprile ripeto che bisogna dire la verità ai cittadini. Se si racconta che il virus è sparito le persone abbassano l’attenzione. L’ironia della sorte è che due dei firmatari del documento che sostiene questa tesi, Palù e Rigoli, siano tra i più ascoltati consulenti di Zaia».

Ma questo ritorno del contagio è preoccupante?
«No, è un dato normale. I focolai vanno dati per scontati, ma bisogna identificarli subito e spegnerli. Zaia più che arrabbiarsi con i veneti dovrebbe prendersela con i tecnici che gli stanno vicino».

Ce l’ha col governatore?
«No, l’ho aiutato e abbiamo lavorato insieme. Ce l’ho con le manipolazioni della realtà».

Perché alcuni scienziati sostengono che il virus si sia indebolito?
«Andrebbe chiesto a loro. Dicono che clinicamente non è più visibile, un eufemismo mai apparso nelle scienze biomediche. Non si può sostenere scientificamente che il virus sia meno pericoloso».

Eppure qualcosa è cambiato e i nuovi contagiati non finiscono in ospedale.
«E’ vero che non si sta più male come una volta, ma non ci si chiede perché e in ogni caso  on c’è una risposta provata a questa domanda».

Lei cosa pensa?
«Che viviamo l’onda lunga del lockdown, che le mascherine ci proteggono e lasciano  passare meno carica virale, che le distanze contano, che ci laviamo di più le mani e ci tocchiamo di meno, che in giro ci sono meno persone contagiose ed essere infettati da uno con la mascherina è diverso che esserlo da dieci senza, che il caldo influisce, che i medici sanno qualcosa di più sulle cure, ma che il virus non si è indebolito e anzi secondo alcuni studi è più contagioso».

andrea crisanti zangrillo

Già che c’è, Crisanti manda qualche messaggio a Zaia:

I controlli sul territorio come a Vo’ Euganeo si continuano a fare?
«Fino a due mesi fa avrei risposto di sì, ora non lo so perché per quanto faccia ancora parte del comitato tecnico veneto non vengo consultato. Davvero non vorrei polemizzare, prima avevo un rapporto privilegiato con Zaia, ora non è più così e lui si rivolge ad altri».

Cosa è successo?
«Diciamo che nella polemica su chi avesse il merito del modello veneto non ci siamo trovati d’accordo».

E’ dispiaciuto?
«Non abbiamo litigato e se Zaia mi chiamasse sarei contento di aiutarlo a capire cosa sta succedendo. Il successo internazionale di Vo’ Euganeo può insegnare ancora molto su come aggredire un focolaio».

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