Anche la procura di Trani ammette che i vaccini non causano l'autismo

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-06-01

Il PM Michele Ruggiero sta per chiedere l’archiviazione dell’indagine per lesioni gravissime a carico di ignoti. Smentita la tesi di Montinari, medico della polizia e consulente della procura: esclusa qualsiasi relazione (anche in termini di elevata probabilità) tra vaccino Mpr e autismo. La genesi dell’inchiesta

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La Procura di Trani ha ammesso di non essere riuscita a trovare una correlazione tra l’autismo e la somministrazione del vaccino pediatrico trivalente non obbligatorio contro morbillo, parotite e rosolia (Mpr). Gli accertamenti, che si basano anche su un’indagine epidemiologica compiuta in Puglia, hanno infatti stabilito che i casi di autismo hanno colpito pure bambini non sottoposti a vaccino Mpr. Per questo motivo il pm Michele Ruggiero sta per chiedere l’archiviazione dell’indagine per ‘lesioni personali gravissime’ a carico di ignoti.

Anche la procura di Trani ammette che i vaccini non causano l’autismo

L’indagine era stata avviata dopo la denuncia di una coppia di genitori del nord barese che avevano prodotto la consulenza di parte del medico della Polizia di Stato Massimo Montinari, che riteneva di aver stabilito che l’autismo che ha colpito i loro due figli (che oggi hanno 14 e 9 anni) sia dovuta ad insorgenza post-vaccinale. I bambini sono stati visitati dalla commissione medica nominata dal pm Ruggiero (della quale ha fatto parte anche il direttore del dipartimento malattie infettive dell’Iss Giovanni Rezza) che non ha condiviso la diagnosi di Montinari e ha escluso qualsiasi relazione (anche in termini di elevata probabilità) tra vaccino Mpr e autismo. I consulenti hanno comunque segnalato che prima di eseguire le vaccinazioni “sembra razionale eseguire alcuni esami ematochimici nei soggetti a rischio e, in particolare, nei bambini piccoli”, in modo “da avere qualche elemento in più per capire se sono nella condizione di sopportare lo stress immunitario delle vaccinazioni senza rischi gravi per la salute”. Riferendosi agli esami ematochimici, i consulenti scrivono che “su questa linea molto sensata e basata sul principio di precauzione si era espressa anche la nostra Corte Costituzionale (sentenza n.258 del 20-23 giugno 1994) che diceva: ‘E’ necessario porre in essere una complessa e articolata normativa di carattere tecnico che individui esami chimico-clinici idonei a prevedere e prevenire possibili complicanze da vaccinazione'”. “Però – concludono i consulenti – la nostra circolare ministeriale del 7 aprile 1999 ha decretato che ‘Non si prevedono esami chimico-clinici da eseguire prima della somministrazione dei vaccini…'”.

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Il pericolo delle mancate vaccinazioni in un’infografica

Nella relazione dei consulenti c’è anche una critica all’OMS e all’Acip (Advisory committee on immunization practices) e AAfp (the American academy of family physicians) sulla sicurezza vaccinale. “Stupisce moltissimo – scrivono i consulenti – che l’Oms e gli autorevoli Acip e Aafp si limitino semplicemente a dire che i vaccini non dovrebbero essere usati se il paziente ha febbre alta o altri segni di malattia grave. “Queste linee guida (dei tre organismi, ndr) – è scritto nella consulenza collegiale firmata da Rezza e dai medici Aldo Ferrara e Francesca Fusco – sembrerebbero invece finalizzate solo a promuovere le vaccinazioni pediatriche focalizzandosi semplicemente sulla loro utilità nell’evitare quella specifica patologia per cui il vaccino è stato preparato”. “L’Oms – proseguono i consulenti – dimentica per esempio di consigliare una attenta e dettagliata raccolta anamnestica delle condizioni fisiologiche e patologiche del bambino, ma anche dei suoi familiari, unitamente ad una valutazione dell’ambiente in cui vive, su come viene alimentato e trattato e sulle caratteristiche psico-comportamentali dei genitori. A ciò si associa la frequente disattenzione sulle condizioni del bambino nei 40 giorni antecedenti l’inoculo vaccinale in relazione a comparsa di febbre, virosi, patologie esantematiche fruste, somministrazioni anche estemporanee di farmaci a qualunque livello immuno-interferenti quali, ad esempio, steroidi anche in formulazioni topica dermatologica, anche banali patologie, contratte in ambito scolastico o da nido materno”.

La genesi dell’inchiesta su vaccini e autismo

L’inchiesta di Michele Ruggiero era stata aperta a fine febbraio 2014 con lo scopo di “accertare l’esistenza di un nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino anti morbillo, parotite e rosolia e reazioni avverse gravi, quali l’autismo o il diabete mellito” l’ipotesi di reato: lesioni colpose gravissime a carico di ignoti. Durante l’indagine venne acquisito il piano nazionale delle vaccinazioni al fine di indagare sulla composizione dei vaccini e sui loro produttori. Ma com’è che a Ruggiero venne in mente di indagare sul rapporto tra vaccini e autismo? A poche settimane dall’apertura dell’inchiesta la Stampa aveva scoperto che l’11 gennaio 2014 il pm di Trani Ruggiero era relatore ad un dibattito organizzato dall’associazione La Bussola di Trani dal titolo “Vaccini e autismo, tutto quello che c’è da sapere”  con lui sul palco c’era il dottor Massimo Montinari (che da vent’anni sostiene che i vaccini provochino l’autismo). Ed è stato proprio Montinari, in seguito all’avvio delle indagini, a invitare tramite appelli su Facebook i genitori dei bambini autistici a presentarsi in Procura a Trani. Intervistato a proposito della sua partecipazione alla conferenza e dei suoi rapporti con Montinari Ruggiero disse

Ho conosciuto il dottor Montinari in quella occasione non ho esposto tesi preconcette perché non le ho. Ero stato invitato per parlare di colpa medica. Mi sono limitato a dire che se fosse dimostrata una relazione fra i vaccini e l’autismo, avrei ritenuto opportuna un’inchiesta. Non mi sono permesso di dire, in quella sede, che una correlazione c’è. Però parto dal presupposto che diverse sentenze del giudice del lavoro, competente per i risarcimenti, hanno accertato che esiste un nesso di “probabile causalità”.

Il caso a cui fa riferimento Ruggiero è quello del 2012 quando un giudice del lavoro di Rimini accordò un risarcimento per danni da vaccino basandosi proprio sulle tesi di Montinari. E guarda caso la denuncia all’epoca partì proprio da un paziente di Massimo Montinari.

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