Anche i “fedelissimi” di Putin lo stanno abbandonando

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-03-23

Anatoly Chubais si è dimesso dal suo incarico di rappresentante speciale del presidente russo per i legami con le organizzazioni internazionali. E anche il capo della banca centrale russa ha lasciato il suo ruolo

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Due personalità da sempre vicine a Vladimir Putin hanno annunciato le loro dimissioni dai rispettivi ruoli. Si tratta di Anatoly Chubais ed Elvira Nabiullina, rispettivamente storico rappresentante speciale del presidente russo per i legami con le organizzazioni internazionali del Cremlino e numero uno della Banca centrale russa. Entrambi, nelle ultime ore, hanno fatto trapelare (neanche troppo celatamente) la loro decisione di lasciare gli incarichi in aperta protesta contro la decisione di Mosca di invadere l’Ucraina e procedere con questa guerra contro Kyiv.

Anatoly Chubais e Elvira Nabiullina, vicinissimi a Putin, si sono dimessi

Come riporta l’agenzia Reuters, Anatoly Chubais ha lasciato la Russia alcuni giorni fa e non ha alcuna intenzione di farvi ritorno. Almeno fino a quando ci sarà la guerra in Ucraina e, probabilmente, fino a che il Paese sarà sotto la guida di Putin. A parlare è una fonte interna al Cremlino, molto vicina all’ormai ex rappresentante speciale del presidente russo per i legami con le organizzazioni internazionali. Un ruolo di prestigio, condito da una vasta esperienza che negli anni ha condizionato la politica internazionale della Russia. Chubais, infatti, è l’uomo che ha guidato le grandi riforme nel Paese ed è sempre stato un punto di riferimento per Vladimir Putin. Fino a questi giorni, fino all’invasione dell’Ucraina.

Ma non c’è solamente Anatoly Chubais. Anche Elvira Nabiullina, numero uno della Banca centrale russa, ha annunciato le sue dimissioni da quell’incarico che non è propriamente secondario. Già nei giorni scorsi era trapelato un suo pensiero sulle ultime decisioni prese da Putin, sentenziando: “Ha fatto precipitare l’economia in una fogna”. Per le sanzioni e non solo, visto che la guerra in Ucraina ha portato tantissime aziende a dire addio al Paese provocando un isolamento geografico anche a livello economico. Come spiega Globalist, il Cremlino ha provato a fermare la frattura rispedendo al mittente la sua lettera di dimissioni e addirittura dando mandato alla Duma di confermarla per un terzo mandato.

(foto IPP/Alexander Vilf)

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