Il messaggio di Amanda Gorman a Biden sulle donne afghane

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2021-08-21

La giovane poetessa Amanda Gorman è tra le firmatarie di una lettera aperta al presidente degli Stati Uniti Joe Biden: vengono proposte azioni efficaci per salvare le donne afghane che rischiano ritorsioni dai talebani

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“Non abbandonare le donne e le ragazze afghane”. Suona come una disperata esortazione il titolo della lettera aperta che la giovane poetessa Amanda Gorman, diventata famosa per aver letto una sua composizione alla cerimonia di insediamento di Joe Biden, ha inviato al presidente americano insieme ad altre decine di difensori dei diritti delle donne e figure di alto profilo tra cui la dirigente di Facebook Sheryl Sandberg e la stilista Diane von Furstenberg.

Il testo invita la Casa Bianca a onorare il suo impegno intrapreso ormai 20 anni fa nei confronti del popolo afghano. “Occorre intraprendere un’azione immediata – si legge – per salvaguardare le donne afghane più a rischio: attiviste per i diritti delle donne, giornalisti, educatori, leader della società civile, difensori dei diritti umani e fornitori di servizi diretti. Le stesse donne che sono state in prima linea per decenni, mettendo a rischio la loro sicurezza per realizzare la promessa di pari diritti, vengono abbandonate da coloro che si sono impegnati a proteggerle”.

La lettera, organizzata da una ONG che lavora con leader femminili (tra le quali Amanda Gorman) sull’emancipazione economica chiamata “Vital Voices”, individua quattro azioni concrete che gli Stati Uniti dovrebbero mettere immediatamente in atto in Afghanistan: fornire voli diretti di evacuazione per le donne che sono in pericolo imminente, ampliare i visti speciali di immigrazione per aumentare il tetto di rifugiati e includere una categoria per le donne a rischio, stanziare risorse per l’assistenza e il reinsediamento e investire nelle donne che rimangono in Afghanistan.

Nell’ultima settimana le giornaliste afgane hanno cercato di distruggere le tracce della loro identità, ricevendo diverse minacce di morte dai talebani. “Nessuno sostiene le giornaliste in Afghanistan. Abbiamo paura che se ci trovano ci uccideranno”, ha riferito al Guardian una reporter dal suo nascondiglio. “Anche se ci lasciano vivere – ha aggiunto – non ci lasceranno tornare al lavoro, il che è davvero un problema per chi come me vive da sola”.

Intanto il Pentagono ha riferito che circa 7mila civili sono stati portati via dall’Afghanistan nei primi cinque giorni di assedio, ma il portavoce John Kirby ha affermato che l’esercito americano sta ancora lavorando per raggiungere l’obiettivo di portar via tra le 5mila e le 9mila persone al giorno.

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