Alzano e la storia delle 110 polmoniti interstiziali anomale a dicembre

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-07-01

Nell’ospedale Pesenti-Fenaroli, alla fine dello scorso anno, c’erano già 40 persone ricoverate per virus non riconosciuti. Che inizieranno a essere chiamati con il loro nome solo dal 23 febbraio. Più di due mesi dopo

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Tra novembre e dicembre del 2019 110 polmoniti interstiziali anomale ad Alzano Lombardo nell’ospedale Pesenti-Fenaroli: qui, alla fine dello scorso anno, c’erano già 40 persone ricoverate per virus non riconosciuti. Che inizieranno a essere chiamati con il loro nome solo dal 23 febbraio. Più di due mesi dopo.

Alzano e la storia delle 110 polmoniti interstiziali anomale a dicembre

Questa la novità che emerge nell’indagine della procura di Bergamo secondo i dati forniti dall’Ats Bergamo e dall’Asst Bergamo Est al consigliere regionale di Azione Niccolò Carretta che li aveva richiesti: da novembre a gennaio sono stati 110 i pazienti con polmoniti con “agente non specificato”, che quindi potrebbe essere, almeno in parte dei casi, Covid, anche se manca la certezza perché non sono stati fatti tamponi. Queste polmoniti sono state 18 a novembre, 40 a dicembre e 52 a gennaio. In tutto il 2019 256 contro le 196 dell’anno prima, un aumento di circa il 30%. Una ‘anomalia’ che è anche oggetto di approfondimento investigativo della Procura, così come la mancata istituzione della zona rossa. Spiega oggi Paolo Berizzi su Repubblica:

Le lenti dei magistrati si posano sulle polmoniti sospette diagnosticate all’ospedale di Alzano tra novembre 2019 e gennaio 2020. Almeno 110. Polmoniti che, però, secondo le circolari ministeriali, non erano da “tamponare”. Il motivo? Lo ha rivelato Repubblica il 17 giugno. Sta (anche) nella discrepanza tra le linee guida diffuse dal ministero della Salute sui “sospetti Covid”. Le due circolari acquisite dalla pm Rota quando il 12 giugno è a Roma per interrogare il premier Giuseppe Conte e i ministri Lamorgese e Speranza. Tra la prima versione, del 22 gennaio, e quella del 27 gennaio, il protocollo cambia: prima si raccomanda di considerare caso sospetto anche «una persona che manifesta un decorso clinico insolito o inaspettato». Poi, il 27, il criterio viene rivisto con l’introduzione di una variabile fondamentale: oltre ad avere sintomi, i casi sospetti devono anche avere «una storia di viaggi nella città di Wuhan (e nella provincia di Hubei), Cina, nei 14 giorni precedenti l’insorgenza della sintomatologia».

ospedale di alzano focolaio coronavirus 2
L’ospedale di Alzano e quello di Codogno (Corriere della Sera, 9 aprile 2020)

Ma parte importante nell’inchiesta di Bergamo ha anche cosa è successo al Pronto soccorso dell’ospedale di Alzano Lombardo dove il 23 febbraio due pazienti (poi deceduti) sono risultati positivi al virus. Un test fatto nonostante le direttive del Ministero della Sanità del 27 gennaio (anche questa al vaglio dei magistrati) non lo prevedessero per chi non aveva avuto contatti con la Cina o con persone che erano state in Cina, a differenza di quella del 22 gennaio che invece prevedeva controlli in caso di decorso clinico sospetto. Il Pronto soccorso è stato subito chiuso due ore e poi riaperto. Su questo Francesco Locati, il direttore dell’Asst Bergamo est (di cui l’ospedale fa parte), ha mandato nei giorni scorsi una nuova relazione che – riporta l’Eco di Bergamo – spiega come subito sia stato fatto il tampone ai sanitari venuti a contatto con i malati e nei giorni immediatamente successivi anche ad altri operatori per un totale di 69: 51 di questi sono risultati negativi e 18 positivi.

La smentita dell’ATS di Bergamo

Ma nella tarda serata di ieri sera l’ATS di Bergamo in una lunga nota ha smentito tutto: “Gli esiti del lavoro sui ricoveri consentono di affermare con discreta ragionevolezza come non siano riscontrabili evidenze statistiche” che facciano sospettare “una presenza precoce di ricoveri per polmoniti” da Covid in Provincia di Bergamo nel “dicembre 2019 e nel bimestre gennaio e febbraio 2020” confrontati con il 2017 e 2018 e “si evidenzia inoltre un chiaro effetto di stagionalità in tutti e tre gli anni” precedenti il 2020. – Le analisi del Servizio Epidemiologico Aziendale comunicate da ATS Bergamo e che riguardano anche Alzano Lombardo, l’ospedale al centro di un delle inchieste della Procura di Bergamo sulla gestione del Coronavirus in Valseriana, “comparate con i trend storici a partire dal 2017, – si legge nella nota – non forniscono pertanto elementi sistematici per affermare l’evidenza della presenza di ricoveri per polmoniti ‘Covid-like’ di rilevante entità nei mesi di dicembre-2019 e gennaio-2020. L’importante aumento di ricoveri per le tipologie di polmoniti sopra citate – prosegue Ast – è chiaramente presente nei mesi di marzo ed aprile (coerentemente con l’andamento epidemico generale).

ospedale pesenti fenaroli alzano lombardo

Ma nella relazione firmata dal direttore generale Massimo Giupponi, su richiesta del consigliere regionale di Azione Niccolò Carretta, si legge che dall’esame “del flusso SDO (schede di dimissione ospedaliera, ndr) relativo al periodo 01/12/2019 – 23/02/2020, nel presidio ospedaliero “Pesenti Fenaroli” di Alzano Lombardo risultano 145 dimessi con diagnosi ricomprese tra i diversi codici utilizzati dal sistema di classificazione delle malattie (ICD 9 CM) di polmonite”. “La maggior parte di queste tuttavia risultano avere in diagnosi principale il codice 486 ‘Polmonite agente non specificato'”: dalle tabelle allegate risultano 40 a dicembre, 52 a gennaio a cui si aggiungono le 18 dello scorso novembre riportate in una seconda relazione nella quale si sottolinea anche che tali polmoniti atipiche nel 2018 sono state 196 e nell’anno successivo 256. Però, specifica il dg, “la semplice analisi della scheda di dimissione ospedaliera non consente di poter ascrivere tale diagnosi a casi di infezione misconosciuta da Sars Cov-2”. Il che significa che era necessario il tampone. Questi dati emersi dalle varie relazioni saranno oggetto di approfondimento investigativo i quanto, tra l’altro, si vuole capire come mai non sono stati segnalati questi dati anomali da chi ne aveva la competenza.

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