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La denuncia della madre e il TSO: la vita di Filippo Ferlazzo prima di uccidere Alika Ogochukwu

neXtQuotidiano 01/08/2022

La donna era stata nominata amministratrice di sostegno del figlio. Già in passato aveva avuto pericolosi scatti d’ira e la stessa mamma lo aveva segnalato

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L’uomo che ha aggredito, colpito ripetutamente e ucciso Alika Ogochukwu a Civitanova era stato denunciato dalla madre diverso tempo fa. A quell’epoca (erano i primi mesi del 2021, a Salerno) risale, infatti, l’ultimo TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) a cui era stato sottoposto Filippo Ferlazzo. Un uomo dalla personalità instabile, certificata anche dai medici e dal tribunale che aveva nominato proprio sua madre – Ursula Loprete – come amministratrice di sostegno. Poi quel che è successo venerdì nelle Marche, in pieno giorno. Quel pestaggio, prima con la stampella con cui la vittima si muoveva per le strade della città per poi finirlo a mani nude, e quell’omicidio davanti agli occhi dei cittadini.

Alika Ogochukwu, la madre dell’assassino aveva denunciato il figlio

Filippo Ferlazzo soffre di un disturbo borderline della personalità e in passato si era reso protagonista di altri gesti di aggressività. Oltre alla dipendenza da sostanza stupefacenti, infatti, in altra occasioni si era comportato in modo violento proprio con la madre. Come riporta il quotidiano Il Messaggero, nei primi mesi del 2021 fu proprio la stessa donna a denunciare il figlio. Una denuncia che portò a un TSO. Non il primo, visto che anche in passato i medici erano dovuti intervenire.

Poi un lungo percorso di riabilitazione – anche per tentare di ripulire il corpo dalla dipendenza da sostanze stupefacenti – e quel disturbo della personalità che sembrava aver attenuato i suoi effetti. E la madre lo aveva fatto rientrare in casa (dopo averlo denunciato e aver fatto cadere la denuncia) ed esser stata nominata amministratrice di sostegno. Alla fine, Ferlazzo aveva lasciato Salerno per proseguire la sua vita altrove. Fino a venerdì scorso, quando ha ucciso a mani nude Alika Ogochukwu. E la madre dell’assassino è sotto choc:

“Non avrei mai pensato che potesse arrivare a tanto. Non ho parole, mi dispiace tanto per quella famiglia e sono preoccupata per mio figlio”.

La donna non pensava che quel figlio potesse arrivare a tanto. Perché gli scatti d’ira incontrollata c’erano stati già in passato, fin dai tempi del liceo a Salerno, ma mai fino a toccare i livelli che si sono palesati con tutta quella violenza venerdì a Civitanova Marche.

Il ruolo dell’amministratore di sostegno

Ma la madre aveva l’obbligo di controllare le attività e gli spostamenti di quel figlio? Come spiega il quotidiano La Repubblica, in un approfondimento firmato da Maria Novella De Luca, i compiti dell’amministratore di sostegno (ruolo che venne affidato dal tribunale alla madre di Ferlazzo) non sono propriamente quelli:

“Amministra i beni della persona a lui affidata, pensioni, invalidità, eventuali eredità. Può effettuare ogni tipo di pratica amministrativa e finanziaria. Può diventare il punto di riferimento di medici e sanitari, accordare il consenso o negarlo per trattamenti che riguardino la persona che tutela”.

Dunque, la madre dell’assassino di Alika Ogochukwu ha responsabilità per quanto commesso dal figlio?

“No. In caso di azioni delittuose, determinate forse da problemi psichiatrici come nel caso di Civitanova Marche, la madre di Filippo Ferlazzo, sua amministratrice di sostegno, non può essere ritenuta responsabile di una mancata sorveglianza sulle cure psichiatriche del figlio, con diagnosi bipolare”.

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