Alexander Maersk: la nave di Pozzallo ci costerà 200mila euro al giorno?

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-06-26

Il mercantile che batte bandiera danese era intervenuto secondo le indicazioni della Guardia costiera italiana. Ora, scrive Il Fatto, potrebbe essere proprio il governo italiano a dover pagare i 200mila euro di danni al giorno causati dall’incomprensibile ritardo nello sbarco

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Poco dopo la mezzanotte di oggi la nave Alexander Maersk è entrata nel porto di Pozzallo dove attendeva da ormai quattro giorni di poter far sbarcare 108 migranti. Il comandante della nave ha chiesto l’aiuto di un rimorchiatore e di un pilota a bordo per le operazioni di attracco. La portacontainer ha infatti una lunghezza di 113 metri e le operazioni di attracco sono particolarmente complesse, sopratutto per un equipaggio che non conosce lo scalo. Dalla nave è sceso per primo il medico marittimo Vincenzo Morello, che ha verificato la situazione sanitaria dei migranti ed ha assicurato che tutto è “sotto controllo”. Subito dopo sono cominciate le operazioni di sbarco dei migranti che sono stati successivamente trasferiti in un hotspot per la loro identificazione.

Alexander Maersk: la nave di Pozzallo ci costerà 200mila euro al giorno?

Lo sbarco della Alexander Maersk ha permesso anche il ricongiungimento di una famiglia sudanese che si era dovuta separare dopo l’evacuazione sanitaria dalla nave avvenuta sabato mattina, con una ragazzina di 8 anni fortemente disidratata ricoverata in ospedale per una gastroenterite. Insieme a lei erano scesi dalla nave la madre e la sorellina di due anni mentre a bordo erano rimasti il padre e un fratello di 4 anni. Stasera la famiglia si è ricongiunta per la gioia della bimba più piccola che da giorni chiedeva disperata notizie del padre e del fratellino.

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L’odissea del capitano Kristjan Hjiondt Beck è giunta al termine, ma ora è il momento di fare i conti: nei giorni scorsi si è parlato dei 200mila euro di danni al giorno che il fermo della sua nave è costato. Il mercantile che batte bandiera danese, 155 metri di lunghezza, era intervenuto secondo le indicazioni e sotto il coordinamento della Guardia costiera italiana. Ora, scrive Alessandro Mantovani sul Fatto, potrebbe essere proprio il governo italiano a dover pagare i 200mila euro di danni al giorno causati dall’incomprensibile ritardo nello sbarco.

 

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