Cosa può succedere dopo il risveglio di Alex Zanardi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-20

Paolo Maria Rossini, responsabile del Dipartimento neuroscienze e neuroriabilitazione dell’Irccs San Raffaele, spiega i rischi: «Zanardi ha avuto molte fratture in faccia e le ossa,  rompendosi, potrebbero aver danneggiato i nervi del cranio, che sono fondamentali per le funzioni che svolgono. Se non dovesse rispondere subito agli stimoli, allora dobbiamo iniziare a pensare a una situazione molto grave di stato vegetativo»

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Alex Zanardi dal 19 giugno lotta nella terapia intensiva dell’ospedale di Siena per tornare una seconda volta alla vita dopo tre interventi chirurgici alla testa. Ad un mese dall’incidente solo da pochi giorni l’equipe medica che lo segue ha iniziato ad abbassare il dosaggio dei farmaci per risvegliarlo dal coma farmacologico cominciando così la fase più delicata, ovvero quella del risveglio.

Cosa può succedere dopo il risveglio di Alex Zanardi

Solo una volta terminata sarà possibile capire l’entità, l’eventuale gravità dei danni neurologici riportati alla testa e alla vista. E solo una volta completata questa potrà essere individuato dai medici il percorso riabilitativo più idoneo, con tutta probabilità in un centro specializzato lontano da Siena. Paolo Maria Rossini, responsabile del Dipartimento neuroscienze e neuroriabilitazione dell’Irccs San Raffaele, spiega oggi in un’intervista a La Stampa quello che può succedere dopo il risveglio di Alex Zanardi: «Questa è una situazione post-traumatica molto pesante, lui è stato in coma per un mese. Per cui i primissimi giorni dopo il risveglio dalla sedazione profonda saranno cruciali per capire quale futuro lo attende: se ci sarà un recupero rapido di contatto con l’ambiente, se reagirà agli stimoli, allora sarà già una magnifica notizia. Nel caso in cui invece questo contatto non si stabilisse subito, il rischio di rimanere come Schumacher».

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La handbike di Zanardi e la dinamica dell’incidente (Corriere della Sera, 21 giugno 2020)

Il professore però avverte che potrebbe aver riportato seri danni cerebrali: «Zanardi ha avuto molte fratture in faccia e le ossa,  rompendosi, potrebbero aver danneggiato i nervi del cranio, che sono fondamentali per le funzioni che svolgono. Se non dovesse rispondere subito agli stimoli, allora dobbiamo iniziare a pensare a una situazione molto grave di stato vegetativo». Il 19 giugno scorso il campione bolognese, con la sua handbike stava percorrendo, in Val d’Orcia, la SP146 che da Pienza conduce a San Quirico per una delle tappe che lo avrebbe dovuto portare a Castelnuovo dell’Abate a pochi chilometri da Montalcino. Luoghi ameni. All’improvviso, al termine di un tratto di strada in leggera discesa, la sbandata in curva con la perdita di controllo del velocipede e lo schianto contro un tir che transitava con marcia regolare in direzione opposta. È stato sottoposto a due interventi. La prima operazione per ridurre e contenere l’ematoma alla testa; la seconda maxillo facciale, durata oltre cinque ore, per ricostruire il volto e ridurre le fratture. Ora è sulla strada del risveglio.

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