Alessandro Luciani: il sindaco del PD che sfila assieme a CasaPound a Spinetoli

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-11-21

Il sindaco di Spinetoli (Ascoli Piceno) sfila contro un CAS assieme a Casa Pound. I fascisti del Terzo Millennio prendono le distanze dal sindaco che non li rappresenta, Luciani tace e prende tempo per aderire al progetto SPRAR

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A Spinetoli, comune di settemila abitanti in provincia di Ascoli Piceno è prevista l’apertura di un Centro di Accoglienza Straordinaria (CAS) per ospitare temporaneamente 37 richiedenti asilo. I numeri fanno ben capire che non si tratta di un’invasione. Come al solito però per CasaPound si tratta di una soluzione inaccettabile perché è ora di dire basta all’accoglienza di massa e al business delle cooperative che lucrano sui migranti con i soldi degli italiani. Fino a qui niente di nuovo: i fascisti del Terzo Millennio giocano la loro partita contro gli stranieri a Spinetoli come altrove.

Alessandro Luciani dà una mano ai razzisti di CasaPound

La novità è che a fianco a Casa Pound si sono schierati il sindaco di Spinetoli, Alessandro Luciani, che invece è del Partito Democratico. Luciani si è infatti fatto promotore di una raccolta firme contro l’apertura del CAS e ha dato vita ad un comitato cittadino – il Comitato Cittadini Spinetoli – che domenica ha indetto una manifestazione contro il centro di accoglienza. Al corteo per dire “no all’immigrazione incontrollata e senza regole” hanno preso parte Casa Pound, il sindaco Luciani e l’ex presidente della Provincia di Ascoli Emidio Mandozzi (anche lui del PD).

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Non è la prima volta che a Spinetoli si protesta contro il CAS. Ad inizio novembre andò in scena una manifestazione di fronte all’abitazione dove è previsto verranno accolti i richiedenti asilo. Sui cartelli e sugli striscioni, scritti con il riconoscibile fascio-font usato da Casa Pound si leggevano cose come “troveremo 40 profughi a insidiare i nostri figli davanti le scuole, minando la sicurezza della comunità”. Un’affermazione senza senso e ricca di pregiudizi ma che basta per spaventare gli abitanti del paese. All’epoca Luciani spiegò che la cooperativa che ha preso in carico i richiedenti asilo opera su tutto il territorio nazionale e “gestisce” oltre 1.600 migranti e conta 600 dipendenti. Secondo Luciani il problema era quindi “più grande di quello che possiamo immaginare”. Quasi che tutti quei migranti dovessero trasferirsi da un momento all’altro a Spinetoli.
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Il problema è che Luciani non sembra avere le idee chiare su come gestire la situazione. Il Comitato e il sindaco parlano di “immigrazione incontrollata e senza regole” ma al tempo stesso ammettono che la cooperativa ha regolarmente vinto un bando indetto dalla Prefettura. Insomma non si capisce in che modo la situazione sarebbe senza controllo e senza regole se non per il fatto che gli stessi che non vogliono i richiedenti asilo sono quelli che parlano di “sostituzione etnica” organizzata dall’alto. Del resto Luciani, e con lui altri sindaci della zona, hanno timidamente avanzato la proposta di adesione al progetto SPRAR, che è il sistema di accoglienza parallelo a quello dei CAS che però è gestito dal Comune attraverso le cooperative. Ma è chiaro che il Comune vuole solo prendere tempo, rimandare la decisione e l’adesione allo SPRAR all’anno prossimo e al tempo stesso lisciare il pelo a tutti coloro che i profughi, che siano 27, 12 o 24, non li vuole né oggi né domani.

Casa Pound prende le distanze dal sindaco del PD

E così a Spinetoli succede che il sindaco si trovi a sfilare in un corteo dove oltre al classico “stop business immigrazione” si leggono cose come “con l’immigrazione uccidente la Nazione”. E dove Casa Pound sfila in un turbinio di bandiere italiane dietro lo striscione “alcuni italiani non si arrendono!” che è lo slogan principale del partito di Iannone e Di Stefano.

La situazione è così assurda e paradossale che non è il sindaco Luciani a prendere le distanze da Casa Pound (il Comitato si è limitato a ribadire di essere apolitico e apartitico). È Casa Pound a sfruttare la situazione a suo favore e a prendere le distanze dal sindaco. Perché Luciani non vuole il CAS ma vuole lo SPRAR, e Casa Pound e i cittadini di Spinetoli non vogliono né l’uno né l’altro.
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Evidentemente il tentativo di Luciani e del PD di cavalcare la protesta dei cittadini contro i migranti ha avuto come unico effetto quello di legittimare le posizioni di Casa Pound e di coloro che parlano di “sostituzione etnica” voluta da una “élite di radical-chic” che concede privilegi agli stranieri e dimentica gli italiani. A fine ottobre Luciani aveva parlato di “emergenza migranti” e aveva parlato della necessità di “evitare una accoglienza spregiudicata e senza criterio”. Un linguaggio molto simile a quello di Casa Pound, ed è noto che tra l’estrema destra e un partito “di sinistra” che prende a prestito i toni degli estremisti i cittadini preferiscono sempre l’originale.

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