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Il cammeo di Gigi Proietti che racconta, insieme ad Alberto Angela, gli orrori dell’Olocausto | VIDEO

neXtQuotidiano 26/01/2022

Nell’antivigilia della Giornata della Memoria, RaiUno ha deciso di mandare in onda la puntata di Ulisse in cui si narrano le deportazioni e gli eccidi degli ebrei

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“Se si dimentica il passato, si ritorna al passato. Un passato in cui sono partiti treni che non sarebbero mai dovuti partire”. Inizia con questa frase la puntata speciale di Ulisse, il programma di divulgazione storico-culturale di Alberto Angela, andata in onda martedì sera, nel giorno dell’anti-vigilia della Giornata della Memoria, quella data scelta per non dimenticare gli orrori della deportazione, dell’Olocausto e degli eccidi nazi-fascisti. La Rai ha deciso di mandare in onda la replica di quella trasmissione che fece il picco di ascolti nel 2018. Una delle parti più toccanti è stato il cammeo di Gigi Proietti.

Alberto Angela e il cammeo di Gigi Proietti per la Giornata della Memoria

Il compianto attore romano, camminava per le strade del Ghetto ebraico della sua Roma. E lo faceva leggendo la poesia che, forse, riassume al meglio quel che non si può cancellare dalle pagine della storia del mondo moderno: “C’è un paio di scarpette rosse”, scritta dalla partigiana Gioconda Beatrice Salvadori Paleotti, meglio nota come Joyce Lussu. Quelle scarpette rosse, numero 24. Indossate da una bambina e accatastate su una collinetta di altre scarpe da bambino nel campo di concentramento di Buchenwald. Quella poesia viene letta da Gigi Proietti, con la sua voce caratteristica che si interrompe di tanto in tanto a sottolineare come quelle parole leggere rappresentino un vero e proprio macigno sulla storia del mondo. Quella storia fatta di uccisioni per una folle ideologia. Quella ideologia che non ha fermato il proprio odio neanche di fronte ai bambini.

Il cammeo di Gigi Proietti si inserisce in una narrazione più ampia fatta da Alberto Angela che è riuscito, ancora una volta, a raccontare al meglio la storia. Una storia che non ha vissuto sulla propria pelle. E per questo deve essere raccontata, affinché non si ripeta.

“Io non ho conosciuto tutto questo, come gran parte di voi. Ma c’è sempre il rischio che i volti bui della Storia riappaiano. L’unico modo per evitarlo è conoscerla, raccontarla”. Una storia che parte dal Ghetto ebraico di Roma e si sposta in tutta Europa. Lasciando un segno indelebile e indimenticabile.

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