Fatti
L’aggressione razzista di gruppo a Viterbo al grido “ne… di m…”
Massimiliano Cassano 10/05/2022
Khadime Niang, operaio 38enne originario del Senegal, è stato aggredito in pieno centro a Viterbo: ha intenzione di denunciare un gruppo di ragazzi che più volte in passato lo aveva bersagliato
In più di un’occasione lo avevano minacciato e insultato con epiteti razzisti, poi – lo scorso 5 maggio, intorno all’ora di cena – le parole sono diventate azioni: un gruppo di 4 ragazzi ha aggredito in strada a Viterbo, in via dell’Orologio vecchio, Khadime Niang, 38 anni, operaio originario del Senegal da tempo trasferitosi nel Lazio per lavoro insieme ai suoi cinque figli. Le autorità hanno già identificato uno dei presunti aggressori, un ventenne mentre sugli altri sta indagando la squadra mobile. “È stata un’aggressione di stampo razzista”, ha affermato a Tusciaweb il legale di Niang, Carlo Mezzetti. “Un mese – ha aggiunto – fa il figlio Khadime, che fa ancora le scuole elementari, stava giocando a pallone al centro, a Valle Faul. A un certo punto è tornato in lacrime dal papà, raccontando di aver ricevuto insulti razzisti da un gruppo di ragazzi che gli avevano anche fatto a pezzi il pallone. Quando il padre è andato a chiedere spiegazioni ha ricevuto anche lui insulti a sfondo razziale”.
L’aggressione razzista di gruppo a Viterbo al grido “ne… di m…”
Due settimane dopo questo episodio il gruppetto in questione avrebbe nuovamente insultato in pubblico Khadime, fino al culmine raggiunto giovedì scorso: “Khadime stava fumando non distante da piazza del teatro, questi ragazzi lo hanno insultato per l’ennesima volta. Quando ha chiesto spiegazioni, uno di loro gli ha sferrato un pugno in volto, un altro lo ha gettato a terra e poi lo hanno preso a calci. Erano in quattro”. È stato refertato in ospedale con una prognosi di guarigione di 30 giorni: ha riportato lesioni al volto e una costola rotta. La vittima ha fatto sapere di voler presentare una denuncia in procura, anche se si tratta di un reato per il quale si procede d’ufficio, senza querela di parte. Ancora da definire i reati contestati, anche se si ipotizzano le lesioni personali aggravate dal motivo della discriminazione razziale.