Il Tribunale per i minori di Bologna ha riconosciuto adozione e doppio cognome per la figlia di due donne

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-09-04

Una bellissima notiza nel campo dei “diritti civili” arriva da Bologna, dove il tribunale per i minorenni ha dato il via libera all’adozione di una bambina

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Una bellissima notiza nel campo dei “diritti civili” arriva da Bologna, dove il tribunale per i minorenni ha dato il via libera all’adozione di una bambina, Emma, da parte di una coppia di donne, Bianca e Anna, insieme da 11 anni e dal 2018 unite civilmente. La piccola è nata grazie alla procreazione eterologa da donatore. La decisione del tribunale di permettere alla compagna della madre biologica di adottare la bambina risponde secondo i giudici “pienamente al superiore interesse della minore, consentendole di godere della continuità affettiva, educativa ed emotiva di una famiglia solida e stabile. nella quale la stessa ha potuto costruire la propria identità”.

Sì all’adozione per una coppia di donne e via libera anche al doppio cognome: la decisione del Tribunale di Bologna

La Gazzetta di Parma ha ricostruito il lungo iter che ha portato in questi giorni all’adozione della bambina da parte della coppia di donne. All’inizio, l’ormai ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti l’aveva iscritta all’anagrafe riportando entrambi i cognomi delle donne. Ma un ricorso della Procura (in cui si specificava che un figlio nato fuori dal matrimonio potesse essere riconosciuto da uno dei due genitori, purché persone di sesso diverso) aveva fatto scattare un procedimento che, dopo due anni, aveva portato alla cancellazione del cognome della compagna della madre. E, adesso, il tribunale è tornato di nuovo sui suoi passi sancendo la “stepchild adoption” e ridando alla bambina il doppio cognome con l’adozione.

“Il cognome è una parte essenziale e irrinunciabile della propria personalità. La relazione affettiva tra due persone dello stesso sesso che si riconoscano come parti di un medesimo progetto di vita costituisce “a tutti gli effetti una ‘famiglia’ – osservano i giudici del Tribunale per Minorenni – luogo in cui è possibile la crescita di un minore, senza che il mero fattore ‘omoaffettività’ possa costituire un ostacolo formale”.

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