Adesso Di Maio vuole modificare il reddito di cittadinanza | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-08-24

A sua insaputa, l’ex capo politico del MoVimento 5 Stelle ha la stessa idea di Matteo Salvini

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Alla fine della fiera, Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno la stessa idea sul come dovrebbe essere modificato il reddito di cittadinanza. Perché il leader della Lega, nella montagna russa delle sue dichiarazioni spesso contrastanti tra loro su questo tema (ma anche su altri), continua a ribadire la necessità di rimodulare le norme che regolano l’emissione del sussidio. E questa mattina l’ex capo politico del MoVimento 5 Stelle, ora frontman di Impegno Civico, ha sostenuto la stessa identica idea del segretario del Carroccio.

Di Maio ora vuole modificare il reddito di cittadinanza

In collegamento con Morning News (su Canale 5), Luigi Di Maio ha spiegato la sua posizione in merito a quella misura di sostegno fortemente voluta dal MoVimento 5 Stelle e approvata durante il governo Conte-1:

“Io non voglio abolirlo, ma i centri per l’impiego non stanno funzionando. Il reddito di cittadinanza va modificato per funzionare meglio: se una persona percepisce il reddito ma c’è un posto di lavoro libero deve ricevere l’offerta per andare a lavorare. Se poi non accetta il posto di lavoro, il reddito è superato. Avevamo sperato tanto nei centri per l’impiego, ma ci sono poche Regioni in cui funzionano. Dobbiamo superare il meccanismo sennò ci troveremo delle storture. Le leggi non sono dei totem, quando non funzionano bene non devono essere abolite ma migliorarle”.

Il Ministro degli Esteri sostiene che Meloni, Berlusconi e Salvini vogliano abolirlo. In realtà il leader della Lega sostiene la stessa teoria di Luigi Di Maio, come confermato dal palco del Meeting di Rimini:

“Il 70% di chi ha cominciato a prendere il reddito di cittadinanza nel 2019 lo sta prendendo ancora adesso, è evidente che qualcosa non funziona. Il 17% dei percettori è disabile o ha un disabile in famiglia: a costoro non va tolto neanche un euro. Coloro che invece sono abili al lavoro, al primo rifiuto perdono qualsiasi tipo di diritto”.

Il problema per entrambi, dunque, non è il sostegno e il sussidio ma il collegamento con il mondo del lavoro. Almeno su una cosa, dunque, sembrano essere d’accordo.

(foto e video: da Morning News, Canale 5)

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