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Anche quest’anno Acca Larentia è avvenuta senza che nessuno facesse nulla per impedirla

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-01-08

Militanti neofascisti di Casapound si sono riuniti come ogni anno ad Acca Larentia per la commemorazione dell’omicidio di Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, facendo il braccio teso alla cerimonia del “presente”

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Anche quest’anno braccia tese. Anche quest’anno la cerimonia del “presente”. Anche quest’anno riti e commemorazioni fasciste ad Acca Larentia, dove i militanti di Casapound si sono riuniti per ricordare i due giovani del Fronte della gioventù – Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta– uccisi il 7 gennaio 1978 a Roma, in via Evandro. In quel giorno morì anche Stefano Recchioni, giovane accorso durante una manifestazione di protesta organizzata sul luogo stesso dell’agguato. Schierati in file perfettamente ordinate (e rigorosamente senza mascherina) centinaia di esponenti di estrema destra si sono radunati intorno alle 18 per il consueto saluto romano, che anche quest’anno accade senza che venga preso alcun tipo di provvedimento. Solite, anche, le polemiche, con l’Anpi in prima linea che aveva chiesto di non svolgere le manifestazioni.

Anche quest’anno Acca Larentia è avvenuta senza che nessuno facesse nulla per impedirla

Ieri Fabrizio De Sanctis, componente della segreteria nazionale Anpi e presidente dell’Anpi provinciale di Roma all’Adnkronos aveva dichiarato: “Il problema non è la commemorazione e riconoscere la tragicità di questi fatti. Il problema è che queste commemorazioni si trasformano, ogni anno, in parate fasciste e saluti romani. In una città medaglia d’oro per la resistenza è intollerabile che il 7 gennaio si continuino a fare parate fasciste”. Il segretario del Partito democratico di Roma, Andrea Casu, parla di spettacolo indegno: “Al grido ‘camerati’, braccia tese, anche oggi saluti fascisti nel quartiere Tuscolano. Abbiamo votato in Parlamento per lo scioglimento delle organizzazioni neofasciste. Questo spettacolo, indegno di Roma medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza, deve finire”. Nel 2019 l’evento si macchiò anche di un gesto di violenza: Giuliano Castellino e Vincenzo Nardulli sono stati condannati a 5 anni e 6 mesi di carcere perché aggredirono e sequestrarono il materiale a un giornalista e ad un fotografo del settimanale L’Espresso. Il giornalista di Repubblica Paolo Berizzi, esperto di neofascismo e messo sotto scorta per le minacce ricevute proprio per il suo lavoro, ha commentato: “Ogni volta che lo Stato lascia al fascismo la possibilità di fare propaganda sferra un colpo al cuore della Costituzione repubblicana e tradisce la democrazia nata dall’antifascismo. Fino a quando si può tollerare questa parata nella capitale del Paese?”.

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