A Brescia il virus è fuori controllo, ma pochi giorni fa la Lega voleva riaprire lo sci

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-02-24

Ora Bertolaso dice che lì è arrivata la terza ondata, e che “bisogna intervenire immediatamente”. Che ne penserà il ministro Garavaglia che voleva a tutti i costi riaprire le montagne lombarde?

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Quella di Brescia è una delle province più colpite dal covid: basti pensare che dall’inizio della pandemia, ora conta un centinaio di morti in più rispetto a Bergamo, atra città martoriata dal virus. Ora la situazione non è più sotto controllo, e Guido Bertolaso, neo commissario straordinario per il piano vaccinale della Lombardia, parla di “terza ondata giù arrivata a Brescia, dobbiamo intervenire immediatamente”. A lanciare l’allarme è stato il sindaco della città, che nel fine settimana scorso chiama urgentemente il governatore Attilio Fontana: “Qui la situazione è grave”, “tranquillo è già al vaglio del Cts”, lo rassicura il numero 1 del Pirellone. E chiude tutto con una zona arancione “rafforzata”, con possibilità di lockdown locali e mirati. E fin qui poco male. Anzi, bene (ma è doveroso ricordare che lui lamentava che da Roma non dessero notizie su aperture e chiusure di tutto il territorio nazionale nelle fasi più acute della pandemia, se non poche ore prima. Ecco, lui ha fatto la stessa cosa con Brescia).

E però: fino a pochi giorni fa Attilio Fontana & company avevano tuonato contro il ministro della Salute Roberto Speranza, reo di aver fatto sapere solo poche ore prima agli imprenditori invernali che i loro impianti non avrebbero potuto riaprire. Perché, ovviamente, la situazione sanitaria del Paese ancora non lo permetteva ieri e non lo permette oggi. Ma no, la Lombardia non l’ha accettato, tanto che non solo il capo della Regione ha detto la sua, ma anche il ministro leghista del Turismo Garavaglia aveva attaccato il collega alla Salute: “Non è possibile che decida all’ultimo e da solo” (che poi, solo non era. E anzi: era stata scelta condivisa da Draghi e dal suo esecutivo). Ma vabbè. Indovinate però qual era una delle zone in cui -a detta dei suoi amministratori- i danni per gli imprenditori della montagna fossero maggiori? Il bresciano, ovviamente. Dove, solo una settimana dopo dal fattaccio del rinvio dell’apertura degli impianti sciistici, il direttore generale dell’Asst Franciacorta (dove il covid ha attaccato pesantemente), avrebbe detto:

Nell’ospedale di Chiari ho trasformato tutto quello che potevo in reparti Covid. Chiudendo la Pediatria e accorpando Cardiologia e Neurologia. I ricoverati per colpa del virus sono passati da 50 a 95 in una settimana.

 

 

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