Altri 45 giorni di carcere per Patrick Zaki

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-04-06

Respinta anche la richiesta di un cambio dei giudici che seguono il caso

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Continua l’incubo per Patrick Zaki. È stata nuovamente rinnovata la custodia cautelare di 45 giorni dello studente dell’Università di Bologna attualmente detenuto in Egitto. A darne la notizia è stato il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury, cheta commentato: “Una cosa da fare subito: la Farnesina convochi l’ambasciatore egiziano per esprimere protesta e chiedere il rilascio di Patrick Zaki”. Non solo è stata rinnovata la custodia di 45 giorni, ma è stata respinta anche la richiesta della difesa di cambiare i giudici che seguono il caso.

Anche la politica sta italiana sta commentando la nuova sentenza. L’ex ministra Valeria Fedeli si è associata all’appello di Amnesty, e ha scritto: “Mi associo alla richiesta di Riccardo Noury affinché, dopo ennesima proroga di 45 giorni di carcere per #PatrickZaki, il governo convochi al più presto l’ambasciatore egiziano. Ma si proceda anche per la cittadinanza italiana. Questa barbara violazione #dirittiumani deve finire!”

Marco di Maio, vice-presidente del gruppo di Italia Viva alla Camera: La Corte d’assise del Cairo ha rinnovato di altri 45 giorni la detenzione di Patrik Zaki. Respinta la richiesta di un cambio dei giudici che seguono il caso. L’Italia reagisca, faccia sentire la propria voce nel chiedere giustizia e libertà per Patrick. #freepatrickzaki”.

Chi è Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’università di Bologna

Patrick è stato arrestato circa un anno fa all’aeroporto del Cairo alle 4 del mattino. È stato catturato da alcuni agenti dei servizi segreti e trasportato in cella. Questo perché è stato accusato dall’Egitto di aver tentato negli anni di rovesciare il regime. Patrick si è sempre impegnato nella difesa dei diritti umani e durante le elezioni del 2018 era stato uno degli organizzatori della campagna elettorale di Khaled Ali, avvocato che poi ritirò la sua candidatura denunciando intimidazioni e arresti di alcuni dei suoi più stretti collaboratori.

Solo alcuni mesi fa la madre aveva fatto un appello pubblico dopo essere andato in visita nel carcere di Tora, dove da mesi si trova il figlio: “Sono fisicamente e mentalmente esausto, non ne posso più di stare qui”, le aveva detto.

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