Attualità

28 giugno: il piano per la demolizione del Ponte Morandi

neXtQuotidiano 19/06/2019

Il giorno è fissato e lo ha annunciato il sindaco di Genova Marco Bucci: il prossimo 28 giugno (o forse il giorno prima) i monconi del Morandi della zona est saranno demoliti con l’esplosivo e un muro d’acqua a contenere le polveri

article-post

Il giorno è fissato e lo ha annunciato il sindaco di Genova Marco Bucci: il prossimo 28 giugno (o forse il giorno prima) i monconi del Morandi della zona est saranno demoliti con l’esplosivo e un muro d’acqua a contenere le polveri. Il Secolo XIX pubblica oggi un’infografica di riepilogo del progetto di demolizione del Ponte Morandi.

Di certo, non si riuscirà a far implodere le pile strallate nel giorno indicato in origine da Bucci, su cui aveva messo alla frusta tutta la “macchina”. La sua best option, ossia l’ipotesi più ottimistica, il 24 giugno giorno di San Giovanni, ha infine lasciato il passo alle esigenze tecniche e amministrative. Per l’uso dell’esplosivo era necessario il nulla osta della commissione Esplosivi, coordinata dalla prefettura.

L’organismo in cui siedono le forze di polizia (gli artificieri in particolare), i vigili del fuoco, Asl e Arpal, si è espresso ieri, dopo aver esaminato la documentazione fornita dalle imprese, cioè il pool composto da Omini, Fagioli, Ipe progetti e Ireos, che, limitatamente a questa operazione, si avvarrà della specialista in esplosivi Siag.

progetto demolizione ponte morandi

Il progetto per la demolizione del Ponte Morandi (Il Secolo XIX, 19 giugno 2019)

La demolizione è necessaria per far ripartire l’economia genovese funestata dal crollo. La dinamite sarà piazzata nelle gambe dei due colossi. Un piccolo quantitativo di plastico sarà invece usato per far saltare i raddoppi dei tiranti diagonali installati negli anni ’90 sulla pila 11, quella più orientale. Lo stesso lavoro che Autostrade aveva in progetto di compiere sulle altre due pile strallate, tra cui la 9.

Per questa specifica operazione la Siag sarà affiancata dagli specialisti dell’Esercito. La sequenza delle esplosioni si gioca sul filo dei millisecondi e deve essere chirurgica affinché le due gigantesche strutture si comportino nella maniera prevista. A partire dalla rotazione: il progetto prevede che la torre più a est cada verso ovest e la gemella verso est, creando una sorta di incrocio. Affinché accada, un istante prima che le microcariche agiscano sulla base, occorre “tagliare” i cavi in acciaio installati esternamente.

Leggi anche: Chi sono i veri gretini ora che i cani “corrono” sull’acqua in Groenlandia?

Potrebbe interessarti anche