I 12mila furbetti del vaccino nel mirino delle indagini dei NAS

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-03-12

Ricordate il caso di Nicolò Nicolosi, il sindaco di Corleone che si è dimesso dopo che è venuto fuori che si era vaccinato saltando la fila? Secondo il Fatto ci sono 12mila nomi di persone ritenute potenziali “furbetti” del vaccino. E i NAS ci vogliono vedere chiaro

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Ricordate il caso di Nicolò Nicolosi, il sindaco di Corleone che si è dimesso dopo le polemiche seguite alla notizia, diventata di dominio pubblico dopo le indagini della Procura di Termini Imerese, che aveva saltato la fila per vaccinarsi contro COVID-19? Il sindaco si era giustificato spiegando che “Il sindaco è l’autorità sanitaria del territorio: per questo mi sono vaccinato, avvertendo anche il presidente Musumeci”. Ma Nicolosi non è l’unico: secondo quanto racconta oggi il Fatto sono già 600 i casi di persone vaccinate senza diritto. E non solo: I Nas stanno conducendo indagini su una lista infinita che conta 12mila nomi:

Fin qui, sul territorio nazionale, i carabinieri del Nas hanno accertato quasi 600 casi. Ma da una riunione svolta due giorni fa presso la sede di Roma, è emerso che i militari hanno acquisito nelle ultime settimane un elenco con ben 12 mila nomi, legati a decine di segnalazioni provenienti da tutta Italia. Spesso, il fenomeno è dovuto all’assenza delle cosiddette “aliquote di riserva”. In molti casi, le Regioni e le Asl hanno introdotto con ritardo, nei loro piani vaccinali, la possibilità di reimpiegare le dosi avanzate al termine della giornata, facendo scorrere la lista delle prenotazioni. Così, in assenza di un protocollo specifico, in diversi casi gli operatori sanitari hanno finito per “piazzare”le dosi in eccesso, altamente deperibili, convocando parenti e amici. Quella dei carabinieri dei Nas sui 12 mila nomi è dunque una verifica: sono state acquisite le liste dei vaccinati nelle diverse Asl e da qui si farà una scrematura per capire se ci sono casi di criticità

Tra i casi più emblematici, racconta il Fatto, quello di Biella, dove l’ipotesi di reato sarebbe quella di truffa, in cui alcuni amministratori di case di riposo avrebbero approfittato della lista delle vaccinazioni destinate a ospiti e operatori sanitari per imbucarsi

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