Cultura e scienze
Valeria Fedeli e le multe per chi non vaccina i figli
Giovanni Drogo 19/05/2017
La ministra sostiene che l’obbligo vaccinale per l’accesso alle scuole “discrimina i bambini” costretti a pagare per le decisioni dei genitori e propone multe per coloro che non vaccinano i figli. Ecco perché la cosa non può funzionare
Il governo è spaccato sulla possibilità di reintrodurre l’obbligo vaccinale per l’accesso agli istituti scolastici. La ministra della Salute Beatrice Lorenzin chiede che l’obbligatorietà sia estesa fino ai 10 anni di età. Valeria Fedeli, titolare del dicastero dell’Istruzione, invece vuole l’obbligo solo per i nidi e le materne, ovvero fino ai sei anni. Nonostante la Fedeli abbia più volte dichiarato di non essere contro l’obbligatorietà ha anche ribadito che è sbagliato “scaricare sui bambini le scelte degli adulti”. Oggi il Consiglio dei ministri dovrebbe arrivare all’approvazione di un testo condiviso per un decreto che che introduca l’obbligo vaccinale per frequentare le scuole.
Roberto Burioni contro le dichiarazioni della Fedeli sui vaccini
Vedremo quindi se l’esito della mediazione tra le istanze della Fedeli e quelle della Lorenzin sarà andata a buon fine o meno. Nel frattempo qualche giorno fa in due distinte occasioni (a Sky e all’Università di Pisa) la Fedeli ha ripetuto che non devono essere gli alunni a dover pagare le scelte dei genitori. Insomma se un bambino non viene vaccinato non è giusto che non possa andare a scuola. Meglio, secondo la Fedeli, multare i genitori e consentire ugualmente al bambino di andare a lezione. Un’idea, quella delle sanzioni, che non piace a Roberta Siliquini, presidente Css, Consiglio superiore di sanità che ha fatto notare che «Le sanzioni non proteggono la salute, è specifico dovere di un Paese civile proteggere la vita di chi non si può vaccinare. Un bambino morto per una malattia infettiva non ha purtroppo più alcun diritto, tantomeno quello allo studio».
L’idea della Fedeli di sanzionare i genitori che non vaccinano i figli incontra anche l’opposizione dei Roberto Burioni che spiega che se i bambini non vaccinati hanno diritto allo studio la società ha diritto alla salute. Diritto che è messo a rischio proprio dalle mancate vaccinazioni.
Scrive Burioni che non si può difendere il diritto all’istruzione infrangendo il diritto alla salute “a fronte di un semplice pagamento in denaro”. Per il medico del San Raffaele si tratta di “simonia laica” ovvero del “commercio inaccettabile di diritti sacri e indisponibili.
Conta di più il diritto alla salute o quello all’istruzione?
Quella della Fedeli più che una battaglia a favore dei vaccini sembra essere una guerra che contrappone la salute della comunità all’istruzione del singolo. Si tratta di due diritti garantiti dalla Costituzione (rispettivamente dall’art. 32 e dall’art. 34). Qualche giorno fa su Repubblica il costituzionalista Alessandro Pace spiegava: “Io riterrei prevalente il diritto alla salute, la tutela del vaccino obbligatorio, rispetto al diritto all’istruzione”. “L’articolo 32 della Costituzione parla chiarissimo”, spiega: “se c’è la legge, i vaccini diventano obbligatori. La salute è interesse della collettività. Ed è un interesse a mio avviso prevalente rispetto al diritto costituzionale dell’individuo all’istruzione”.
Chi tutela i diritti dei bambini affetti da tumore e di quelli che non possono essere vaccinati?
La famiglia, il cui figlio non fosse ammesso a scuola, potrebbe “contestare la legge. Il giudice può sollevare la questione di costituzionalità davanti alla Corte. Diritto individuale allo studio contro interesse generale alla salute. C’è in questa cornice una sentenza della Corte Costituzionale, la numero 258 del 1994, sull’obbligatorietà dei vaccini (in relazione all’epatite). La sentenza non contesta l’obbligatorietà dei vaccini, alla luce delle conoscenze mediche, ma è un monito al futuro legislatore affinché accerti, per le varie malattie, i possibili rischi di complicanza”. Anche il giudice emerito della Corte Costituzionale Sabino Cassese sul Corriere della Sera scrive che” la Salute dell’individuo, assicurata dalla vaccinazione pediatrica, è interesse anche della società”.
A contestare la posizione della ministra Fedeli anche i genitori di bambini malati di tumore. Il Presidente della Federazione Italiana Associazioni Oncoematologia Pediatrica Onlus ha scritto una lettera aperta alla ministra per ricordarle che i giovani pazienti oncologici vivono in una condizione di immunosoppressione e che “l’eventuale sanzione comminata ai genitori non sostituirà la vaccinazione e quindi non sarà in grado di garantire la salute a quei bambini” il cui sistema immunitario funziona in maniera meno efficace e che devono poter far affidamento sull’effetto gregge.