L'Unità in sciopero a oltranza

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-05-16

Il Cdr annuncia l’avvio di un procedimento giudiziario nei confronti dell’azienda per comportamento antisindacale

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L’Unità entra in sciopero a oltranza da oggi. “Mai era accaduto a l’Unità, il giornale dei lavoratori, il giornale fondato da Antonio Gramsci. Una scelta dolorosa, drammatica, ma inevitabile. Perché in gioco sono i diritti dei lavoratori, in gioco è la nostra dignità”, scrive il Comitato di Redazione mentre in prima pagina la decisione viene annunciata da una vignetta di Staino:
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“Mai avremmo pensato che saremmo giunti a questo punto – ammette il Cdr -. Abbiamo conosciuto, e vissuto sulla nostra pelle, momenti di confronto duro con chi si è succeduto nel corso del tempo alla guida aziendale de l’Unità. Ma anche nei momenti più aspri, le relazioni sindacali non erano state violate, calpestate, come sta accadendo oggi. Mai lavoratrici e lavoratori erano stati sottoposti ad un ricatto di una tale, devastante portata: per aver riconosciuto il vostro diritto al salario dovete conculcare i diritti di vostri ex colleghi; diritti sanciti da un tribunale. Non ci piegheremo a questo ricatto. Non lasceremo che l’Unita’ divenga l’apripista di un attacco senza precedenti al diritto del lavoro”.
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Il Cdr annuncia anche l’avvio di un procedimento giudiziario nei confronti dell’azienda per comportamento antisindacale. La denuncia si riferisce a quanto accaduto due settimane fa: “Abbiamo chiesto all’ad Guido Stefanelli quando saranno pagati i nostri stipendi di aprile – ha scritto il cdr – e la risposta è stata ‘appena farete ritirare il pignoramento alle vostre colleghe’”. Il riferimento è alle ex dipendenti del giornale che, vantando crediti da lavoro, hanno chiesto al giudice l’azione forzata, come tra l’altro è nel loro pieno diritto. Secondo quanto raccontato, insomma, la proprietà ha posto un aut-aut ai giornalisti che sono ancora “in servizio”. Volete l’ultima mensilità? Allora convincete chi è stato licenziato a rinunciare ai soldi che gli spettano. Sullo sfondo, c’è pure la spada di Damocle di nuovi tagli al personale che potrebbero colpire altri 20 dei 28 che compongono attualmente la redazione.

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