Tria e lo spread a 400

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-10-09

Il ministro dell’Economia risponde in modo sibillino a chi gli chiede cosa farà il governo in caso di panic selling. Ma in realtà le ipotesi sono due: calare le braghe oppure rilanciare

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Lo spread a 400 è stato citato spesso nei giorni scorsi: in piazza il M5S ha assicurato che lo avrebbe accolto con un “Chi se ne frega” mentre nelle segrete stanze in cui la maggioranza M5S-Lega si riunisce è considerato come il limite da non valicare e che porterebbe il governo a rivedere pesantemente la Manovra del Popolo, mentre secondo i report quota 400 è quella che potrebbe costringere le banche italiane a effettuare aumenti di capitale.

Tria e lo spread a 400

Ma oggi, mentre lo spread continua a crescere ed arriva sopra quota 310, è il ministro dell’Economia Giovanni Tria a dire qualcosa di interessante sulle intenzioni del governo in caso di aumento continuato del differenziale: “Il governo fa quello che deve fare, ma è impegnato a far diminuire lo spread perché non lo consideriamo adeguato. Gli investitori guardano a crescita, stabilità sociale e politica, al complesso di queste cose. È chiaro se tutti vendono avremo un deflusso dei depositi e si dovrà affrontare la situazione, come ha fatto Draghi, ma non ce lo aspettiamo”.

Nessun limite preciso annunciato dal ministro dell’Economia, anche perché è sempre pericoloso dare soglie al mercato (cit.),ma il segnale di un’attenzione che c’è a prescindere dalle sboronate di Salvini e Di Maio.

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I numeri della manovra Lega-M5S (Corriere della Sera, 9 ottobre 2018)

Ora rimane soltanto da capire cosa intenda Tria per “affrontare la situazione”, ma è evidente che siano poche le ipotesi da fare. Il governo Lega-M5S potrebbe calare clamorosamente le braghe rimettendo in discussione tutti i provvedimenti della Legge di Bilancio 2019 e accettando i vincoli europei – come del resto prometteva Salvini qualche settimana fa – ma affrontando così una crisi di credibilità che manderebbe in soffitta l’alleanza e forse anche uno dei due maggiori azionisti della stessa.

Lo spread a 400 e gli scenari del governo

Una soluzione dolorissima ma che avrebbe il (piccolo) pregio di mantenere per lo meno lo status quo fino alle prossime elezioni (quelle europee), nelle quali si potrebbe dispiegare tutta la forza anti-Europa di Lega e M5S che potrebbero così anche rivendicare la manovra del popolo mancata per colpa dei cattivi europei. Ovviamente prendendosi il rischio che qualcuno (molti) abbia mangiato la foglia ed esponendosi alle critiche delle ali estreme che li accuserebbero di pavidità.

spread 400

L’altra ipotesi, che potrebbe configurarsi anche nel caso (probabile) della bocciatura della manovra da parte delle agenzie di rating, è quella di chiudere l’esperienza del governo Conte e puntare a elezioni anticipate nelle quali però ci sarà il grosso problema di come presentarsi (ovvero, in alleanza oppure no) e, per la Lega, di decidere cosa fare dell’esperienza del centrodestra unito con Forza Italia. Intanto il tenero Tria in audizione sostiene che lo spread ai livelli attuali “non è accettabile” ma “pensiamo che spiegando la manovra possa scendere a livello normale”. Tanti auguri.

Leggi sull’argomento: L’UPB si prepara a bocciare la manovra di Lega e M5S

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