Il mistero delle tombe dei vampiri

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2014-11-27

I cadaveri sepolti con un mattone in bocca non sarebbero i resti mortali di vampiri ma quelli di individui morti durante un’epidemia di colera.

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Una ricerca condotta in un cimitero polacco ci spiega il significato delle sepolture dei “vampiri” in Polonia. Il professor Lesley Gregoricka ha pubblicato ieri una ricerca intitolata “Apotropaic Practices and the Undead: A Biogeochemical Assessment of Deviant Burials in Post-Medieval Poland” che mira a fornire una spiegazione scientifica di alcune peculiari modalità di sepoltura di alcuni cadaveri. Lo studio è stato condotto analizzando 285 tombe del cimitero di di Drawsko, in cimitero che venne utilizzato tra il diciasettesimo e il diciottesimo secolo. Le ricerche hanno avuto come esito il ritrovamento di sei sepolture “inusuali”. La Polonia e l’Europa dell’Est sembrano infatti avere avuto durante il periodo medioevale e tardo-medioevale una solida tradizione per quanto concerne le pratiche di inumazione apotropaiche, come mostra la tabella sottostante che elenca tutti i ritrovamenti di tombe di vampiri (compreso quello del Lazzaretto Nuovo di Venezia).

La tabella mostra il numero di sepolture "devianti" ovvero di vampiri nei cimiteri europei. (fonte: http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0113564)
La tabella mostra il numero di sepolture “devianti” ovvero di vampiri nei cimiteri europei. (fonte: http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0113564)

 
I VAMPIRI DI DRAWSKO
Le sei tombe sono particolari per le modalità con cui i corpi dei defunti sono stati preparati prima di essere inumati: a differenza di tutte le altre tombe del cimitero di Drawsko queste sei sarebbero, secondo la leggenda, tombe di vampiri. Per questo motivo il modo in cui sono stati sepolti differisce da quello dei “comuni mortali”. I corpi infatti sono stati ritrovati con delle pietre in bocca o con un falcetto posizionato alla base del collo. Queste pratiche avrebbero dovuto, secondo le credenze popolari, impedire al vampiro di uscire dalla tomba una volta che si fosse risvegliato. Le pietre inserite in bocca non gli avrebbero consentito di andare in giro a uccidere o nutrirsi dei vivi. Il falcetto ricurvo invece, posizionato anteriormente sul collo, avrebbe mozzato la testa del vampiro qualora avesse avuto intenzione di alzarsi dalla bara. Questo genere di riti apotropaici venivano adottati nei confronti degli individui che erano sospettati di essere dei vampiri. Ma chi erano i vampiri di Drawsko? Le sei tombe con i dispositivi anti-vampiri appartenevano ad un uomo adulto, ad una ragazza adolescente, a tre donne adulte e ad un sesto individuo del quale non è stato possibile determinare il sesso. Cinque di questi vampiri avevano un falcetto appoggiato trasversalmente sul collo (con la lama riversa verso il basso) oppure sull’addome in modo da decapitare e sviscerare il vampiro.
Il cadavere di una donna "vampiro" sulla quarantina sepolta a Drawsko. (fonte: http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0113564)
Il cadavere di una donna “vampiro” sulla quarantina sepolta a Drawsko. (fonte: http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0113564)

Altri due cadaveri sono stati ritrovati con delle pietre in bocca o sotto il mento, questa pratica invece veniva utilizzata per impedire al vampiro di assalire gli esseri umani e nutrirsi del loro sangue. Un aspetto interessante è che le sei tombe non erano localizzate all’interno di un’area separata del cimitero ma erano invece localizzate in mezzo alle altre sepolture.
Lo scheletro di una donna di mezza età ritrovata a Drawsko con una pietra sulla gola per prevenire il vampirismo.  (fonte: http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0113564)
Lo scheletro di una donna di mezza età ritrovata a Drawsko con una pietra sulla gola per prevenire il vampirismo. (fonte: http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0113564)

 
LA SPIEGAZIONE SCIENTIFICA
Sarete probabilmente sollevati nel sapere che non c’erano vampiri a Drawsko. Ma allora perché mettere in atto quelle pratiche di sepoltura così inusuali? Secondo alcune ipotesi formulate primo dello studio di Gregoricka la spiegazione era che a venire inumati in questo modo particolare fossero soprattutto i cadaveri degli stranieri fatto apparentemente confermato dal gran numero di immigrati residenti all’epoca nell’area di Drawsko. In virtù del fatto di non appartenere alla comunità ma di essere morti lì gli abitanti sarebbero stati portati a adottare queste pratiche come precauzione, il quel periodo cupo, non illuminato dalla luce della scienza, si tendeva a sospettare parecchio degli stranieri, non come oggi. Il gruppo di ricerca guidato dal prof. Gregoricka ha però scoperto, sottoponendo ad analisi biochimica i resti ossei, che i vampiri invece erano residenti della cittadina dal momento che i livelli degli isotopi di stronzio dei sei “vampiri” sono consistenti con quelli dei “non-vampiri”. Inoltre, visto che non sono stati identificati segni di morte violenta, il team ha avanzato l’ipotesi che gli individui sottoposti alle pratiche apotropaiche di inumazione fossero probabilmente morti a causa di un’epidemia di colera che si era sviluppata in quelle zone al periodo della loro morte. Esisteva infatti una credenza secondo la quale la prima persona a morire per un’epidemia sarebbe ritornata nel mondo dei vivi sotto forma di vampiro.
Foto Copertina via Wikipedia.org

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