Cosa succede quando si legalizza la marijuana

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2014-09-23

Sei mesi fa il Colorado sceglieva di legalizzare il commercio della marijuana, cosa è cambiato da allora e cosa cambierà nella guerra allo spaccio condotta dagli USA dal 1970 ad oggi?

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Il primo gennaio 2014 in seguito ad un referendum il Colorado è stato il primo stato degli USA a legalizzare il commercio della marijuana a fini non terapeutici. In realtà la marijuana era già legale in Colorado dal dicembre 2012 quando l’emendamento 64 aveva stabilito la liceità del possesso e dell’uso della maria (fino ad un’oncia ovvero 28 grammi circa) per tutti coloro al di sopra dei 21 anni (l’età in cui negli USA si diventa maggiorenni). Quello che è successo il primo gennaio di quest’anno è che il Stato del Colorado ha deciso che l’erba può essere venduta da appositi esercizi commerciali e che chiunque al di sopra dei 21 anni può legalmente acquistarne. In Colorado, inoltre, è consentita a ciascuno la coltivazione domestica della marijuana fino ad un massimo di sei piante. Ci sono ovviamente delle regole che ne limitano il consumo, ad esempio è vietato fumare in pubblico, all’interno degli esercizi commerciali dove viene acquistata (non ci sono coffe shop come ad Amsterdam) e consumare marijuana in un parco naturale dello Stato è punibile con 6 mesi di reclusione e una multa fino a 5.000 dollari. In definitiva il consumo della sostanza è consentito solo all’interno del proprio domicilio o, più in generale, nelle abitazioni private se il padrone di casa acconsente.
 
TEMPO DI BILANCI
Sono passati 9 mesi e già qualcuno a giugno ha iniziato a fare un bilancio dell’iniziativa. Il timore di molti di coloro contrari alla legalizzazione era che non ci sarebbe stato alcun vantaggio per la comunità, ma solo ulteriori spese e costi in termini di maggiore criminalità e maggior lavoro per le forze dell’ordine.

Sei mesi dopo la legalizzazione della Marijuana è tempo di bilanci
Sei mesi dopo la legalizzazione della marijuana è tempo di bilanci

MENO CRIMINI
Quello che invece sembra essere successo, stando a quanto riportato dall’associazione Students for Liberty che è l’artefice della campagna End the Drug War è che il successo del referendum in Colorado ha portato diversi vantaggi per la comunità. Analizzando i dati della sola città di Denver (la capitale e la città più popolosa dello Stato) si è potuto osservare che i comportamenti violenti – omicidi, furti e danneggiamenti alla proprietà privata – sono fortemente diminuiti. Si va dal 5,6% in meno per quanto riguarda i reati contro la persona, al 10,6% in meno di furti ed effrazioni fino ad un impressionante calo del 60% degli omicidi. È quindi vero quanto sostenuto dai pro-legalizzazione quando dicono che uno dei vantaggi è la diminuzione degli arresti su base razziale. Nel complesso questa diminuzione dell’attività criminale, se si confermerà la tendenza dei primi sei mesi dell’anno, si può tradurre a fine anno in un risparmio che va dai 12 ai 40 milioni di dollari per quanto riguarda le spese di prevenzione e contrasto alla criminalità.
 
VANTAGGI PER TUTTI (ANCHE PER CHI NON FUMA)
La liberalizzazione del commercio della marijuana ha già creato, compreso l’indotto, 10.000 nuovi posti di lavoro. Inoltre lo Stato del Colorado ha stabilito che i primi 40 milioni di dollari generati dalla tassazione sulla vendita dovranno andare a finanziare la costruzione di nuovi istituti scolastici. È previsto inoltre di usare parte degli introiti per regolamentare il mercato e promuovere campagne d’informazione sulla marijuana.

WAR ON DRUGS: THE END?
Questi processi di legalizzazione possono porre fine alla War on Drugs, la guerra alle droghe iniziata dal Presidente Richard Nixon nel 1970 e che è costata negli ultimi 40 anni la cifra impressionante di un triliardo di dollari e migliaia di vite umane senza ottenere alcun successo realmente tangibile? Se non altro quanto sta accadendo in Colorado (ma anche in  il momento propizio per gli Stati Uniti per iniziare una riflessione su come riformare la lotta alla droga che attualmente costa 51 miliardi di dollari l’anno senza contare la perdita degli introiti di un’eventuale tassazione che alcuni ricercatori dell’ultra liberista Cato Institute stimano poter arrivare fino a 46 miliardi di dollari. Destinare una parte maggiore del budget dedicato alla guerra alla droga alle attività di prevenzione, di educazione e di riabilitazione per coloro che hanno sviluppato una dipendenza probabilmente potrebbe avere un impatto maggiore e duraturo. Alcune schede di Vox mostrano chiaramente come la guerra alla droga sia sostanzialmente un fallimento totale su tutti i fronti.

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