Ieri sera a Striscia la Notizia è andato in onda un servizio dell’amico degli animali Edoardo Stoppa. Al centro della lente d’ingrandimento di Stoppa questa volta c’era un laboratorio dell’Università La Sapienza di Roma dove, secondo una fonte anonima, si fanno sperimentazioni sugli animali, in particolare sulle scimmie. Ovviamente il filmato non lesina sulle immagini delle povere scimmie torturate nelle loro gabbiette ma nulla fa per fare davvero informazione sull’argomento.
Secondo l’informatore di Striscia, che per quattro anni ha lavorato all’interno della facoltà, nei laboratori sarebbero rinchiuse quattro scimmie chiuse all’interno di gabbie con un perno infilato nel cranio. Purtroppo nonostante la lunga frequentazione con il laboratorio incriminato (non si sa con che ruolo) l’informatore non ha saputo dire che genere di esperimenti si svolgano all’interno del laboratorio limitandosi a dire che secondo lui si tratta di “qualcosa a livello cerebrale”. Il povero Stoppa ha chiesto al Ministero della Salute, alla Prefettura, ai Carabinieri e all’ASL (ma curiosamente non all’Università) e nessuno gli ha detto nulla. Gianluca Felicetti, Presidente della Lega Anti Vivisezione, ha parlato dell’esistenza di “un muro di gomma” al Ministero della Salute dal momento che ogni informazione riguardante gli esperimenti sugli animali viene secretata.
L’ATTACCO A ROBERTO CAMINITI
Si passa finalmente al vero obiettivo del servizio di Striscia, il professor Roberto Caminiti, direttore del laboratorio di Behavioral Neurophysiology dell’Università di Roma “La Sapienza” e reo di essere il “carceriere delle povere scimmiette”. Inoltre il professor Caminiti si è espresso più volte in pubblico a favore della sperimentazione sugli animali, cosa che fa di lui il bersaglio perfetto per gli attacchi degli animalisti infuriati. Insomma, prima Edoardo Stoppa, pur sapendo dov’è il laboratorio e chi lo dirige dice di non aver ottenuto alcuna informazione dal Ministero (aka IL GOMBLOTTO) e solo poi ci comunica l’intenzione di voler andare da Roberto Caminiti per sapere “cosa ci fa” con le scimmie del suo laboratorio. Va a questo punto in scena la pantomima vista qualche miliardo di volte in ogni servizio di Striscia la Notizia: “l’inviato” si presenta (ovviamente senza appuntamento) alla porta del potente di turno che però ovviamente si nega, esce il “crudele assistente” che sfotte il povero difensore dellaggente e si nasconde dentro le guardie che accompagnano fuori l’importuno Stoppa. Alla fine il dramma trova un parziale scioglimento: Stoppa riesce a parlare per qualche istante al telefono con Caminiti che delude tutti dicendo “la richiamerò”. Il servizio si conclude con un appello di Stoppa al professore perché “è giusto che l’Italia sappia cosa avviene all’interno di quei laboratori”.
COSA FA IL LABORATORIO DI CAMINITI?
A volte viene il sospetto che i servizi come quello andato in onda ieri servano solo ad eccitare gli animi mostrando pietose scene di animali in gabbia senza fornire alcuna spiegazione. Insomma fanno leva sugli istinti voyeristici più che sulla vera voglia di fornire informazioni utili a capire perché si facciano esperimenti sugli animali e di conseguenza anche eventuali argomenti utili contro gli esperimenti sugli animali. Che informazioni ci dà davvero il servizio di Edoardo Stoppa? Nessuna. Che ci siano delle scimmie all’interno di un laboratorio di neurofisiologia che studia i primati, tanto più se il direttore è uno che ne parla pubblicamente non è certamente uno scoop. Che informazioni utili dà il servizio a chi è dell’opinione che non si debba fare alcuna sperimentazione sugli animali? Nessuna. Si vedono delle scimmie in una gabbia, le immagini non sono spiegate in alcun modo ma sono solo utili a istigare la rabbia animalista. A cosa serve tentare di entrare (senza appuntamento) all’interno di un laboratorio universitario di ricerca? Probabilmente solo a cercare di catturare un paio di immagini in più perché i due filmati mandati in loop per tutto il servizio dopo un po’ perdono tutta la loro forza. Il risultato pietoso è che gli animalisti rimangono senza argomenti. Eppure con un po’ di pazienza, e volendo fare del giornalismo serio sarebbe stato sufficiente iniziare la propria investigazione a partire dal sito del laboratorio diretto da Caminiti ed iniziare a leggere le pubblicazioni citate per farsi un’idea di “cosa succeda nel laboratorio dove torturano le scimmiette”. Certo, ci vuole pazienza, bisogna leggere un sacco di materiale difficile, pubblicazioni scientifiche e tutto quel genere di cose che alla ggente non piace. Non è che forse il sito non è indicizzato ma anzi è nascosto dietro un “firewall di gomma” come quello di cui parlava il Presidente della LAV? Ma sapete una cosa? Edoardo Stoppa su quel sito lì ci è andato, ma l’unica cosa che ha preso e usato nel suo servizio è stato lo screenshot della pagina di uno dei collaboratori del professore.
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24 dicembre 2014 at 2:31
Ecco la risposta della scienza.
https://www.youtube.com/watch?v=tDchQ9NMCJ0
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2 febbraio 2015 at 9:59
Intervista alla Dottoressa Valeria Roni:
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La ricerca intellettualmente “onesta” guarda al futuro -
2 febbraio 2015 at 10:04
“Vivisezione o Scienza”,Prof. Pietro Croce
Le motivazioni scientifiche di condanna della vivisezione
Il primo capitolo del testamento coraggioso del Prof. Pietro Croce s’intitola “Sulla via di Damasco” dove lui stesso che aveva eseguito per anni la sperimentazione sugli animali dichiara
“Obbedivo a un’ammuffita logica positivistica che m’era stata imposta durante gli studi universitari.
Ma le tessere del puzzle raramente trovavano il loro posto e, dopo settimane di riflessioni e di notti insonni, ecco la scintilla.
Ci deve essere qualcosa di sbagliato nella prassi medica.
L’errore è semplicemente il metodo.
E se è sbagliato il metodo, sono sbagliate anche le conclusioni”. (…)Inoltre,scrive: (…) “Agli scientisti che sostengono che la scienza è sempre andata avanti provando e sbagliando, io rispondo: sì, però a condizione che l’errore non sia sistematico e non venga incoraggiato da una Medicina che sta sempre più trasformandosi in INDUSTRIA INTERESSATA A PROMUOVERE SE STESSA secondo la logica consumistica: CREARE MALATTIE per poterle curare. e poi curare le malattie provocate dalla cura usata per curare le malattie” (…)
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2 febbraio 2015 at 21:09
Un lungo articolo. Ma, alla fine, qual’è l’addebito che Lei fa ad Edoardo Stoppa?
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Poichè la detenzione dei primati risulta vera (Caminiti non smentisce).
Gli ostacoli alla trasparenza amministrativa (ricordiamo che i Prefetti sono pagati, all’opposto, per garantirla) sono storicamente veri.
L’intervista al testimone non sarà da Pulitzer, ma risponde ai codici deontologici (un giornalista protegge le sue fonti).
Mi sembra che l’obiezione che Lei pone è che Stoppa non si pone il quesito di “quali siano gli obiettivi conoscitivi di tali esperimenti”.
Ma chi non comprende il punto è proprio Lei: una persona che compie delle valutazioni etiche subordina il problema “perché (si racconta che) si fa” alla domanda “cosa si fa?” E quando la risposta è: “si viviseziona!” pone un deciso rifiuto morale, indipendente dal fatto che a posteriori si possa ricavare dei soldi, o creare dei posti di lavoro, o capire il funzionamento di qualche gruppo sinaptico.
E’ molto semplice.-
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3 febbraio 2015 at 16:17
Vedo che Lei continua ad eludere il punto
Come confermato dalla redazione dalla testata
– Stoppa ha chiesto formalmente (ai sensi della legge sulla trasparenza amministrativa) copia dei protocolli riguardo agli esperimenti di Caminiti a tutte le Autorità preposte in ordine crescente. Non ha ottenuto (in frode alla legge) alcuna risposta.
– Stoppa ha chiesto un’intervista a Caminiti, molti giorni prima del fatto. Non ottenuta alcuna risposta (lecito da parte di C., ma indicativo) si è presentato di persona. Senza esito.
– A breve giro dall’intervista non concessa alla stampa, Caminiti emette sostanzialmente un “comunicato stampa”. Ossia un video girato da Pro Test, ufficiale organo di propaganda della pratica vivisettoria.
La propaganda ha tappeti rossi, l’informazione (me ne rendo conto, fastidiosa) porte sbarrate.
Si conferma inequivocabilmente pertanto il fatto che l’opinione pubblica non ha modo di sapere, attraverso prove documentali, cosa realmente avvenga lì dentro, e per quali fini “scientifici”.Il fatto che in questa vicenda di omertà, interventi chirurgici su individui sani, gabbie, torture e muri di gomma istituzionali , Lei non trovi di meglio che attaccare il suo collega non necessita di commenti.
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