Sedici grillini verso l'addio a Beppe?

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2014-12-17

I conti della Stampa sui fuoriusciti a 5 Stelle

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L’addio di Currò è solo l’inizio. Il plateale abbandono in aula del MoVimento 5 Stelle inscenato dal deputato dissidente Tommaso, eletto in Sicilia, potrebbe essere soltanto l’aperitivo di un saluto di massa da parte dei grillini che non si allineano al corso a 5 Stelle. Francesco Maesano sulla Stampa spiega le intenzioni dei dissidenti, partendo dal racconto della prima intervista di Tommaso Currò in cui si parlava dei problemi interni dei grillini:

Venti mesi dopo quei frutti indesiderati sono arrivati a maturazione.I deputati dissidenti giurano che non c’è correlazione,che l’addio di Currò non prelude a una scissione più ampia,ma lontano dai microfoni la versione cambia. Passate le feste natalizie una dozzina di deputati e almeno quattro senatori abbandoneranno il Movimento. Raggiungeranno alcuni tra i transfughi che stazionano alle Camere in attesa di un soggetto politico alternativo. Un nuovo gruppo al Senato, dove bastano dieci nomi, e una nuova componente alla Camera. In tutto una trentina scarsa di parlamentari pronti a sedersia tutti i tavoli, dalla partita per il Quirinale a quella per la nuova legge elettorale. Tanti e ancora confusi gli obiettivi politici: ottenere il reddito di cittadinanza e realizzare qualcuna delle promesse fatte in campagna elettorale. Renzi ha commentato soddisfatto: «Io ho fatto un’apertura ed è stata capita», alludendo agli appelli delle scorse settimane diretti ai parlamentari dell’area critica. L’uscita di Currò con ogni probabilità gli era nota, ma il risultato politico resta: se i nomi dell’area critica porteranno fino in fondo lo strappo la legislatura si arricchirà di un nuovo soggetto col quale trattare, più incline al pragmatismo dell’albero che l’ha prodotto.

Il punto di equilibrio potrebbe essere il senato. Vediamo cosa hanno scelto di fare finora i senatori grillini fuoriusciti.

Lorenzo Battista: già in maggioranza con il Gruppo Autonomie e Libertà

lorenzo battista movimento 5 stelle
Lorenzo Battista è stato espulso in malo modo dal MoVimento 5 Stelle. Il senatore triestino, dopo aver annunciato il tentativo di fare un gruppo autonomo con i compagni espulsi, è transitato nel Gruppo delle Autonomie e oggi è in maggioranza

Maurizio Romani, Bartolomeo Pepe, Maria Mussini, Laura Bignami: espulsi e in gruppo insieme 


Laura Bignami, Maria Mussini, Paolo Romani e Bartolomeo Pepe hanno fondato all’interno del gruppo misto la componente Movimento X. Il Movimento X non intende prendere le distanze dai 5 Stelle: gli argomenti di principale interesse sono gli stessi (acqua, ambiente, trasporti, sviluppo ed energia); diversa sarà la struttura. Il problema del Movimento, secondo loro, è a livello nazionale, dove si è venuto a creare un partito strutturato in maniera verticistica e non aperto al dialogo. Si tratta, in sostanza, del tentativo di creare un Movimento 5 Stelle senza Grillo e Casaleggio? Sablich preferisce parlare di “associazionismo politico di interesse sociale”. Il progetto, qualora prendesse piede, potrebbe portare alla formazione di una lista civica in vista delle elezioni amministrative del 2016.

Bencini, Bocchino, Campanella, Casaletto, De Pin e Orellana: Italia Lavori in corso


La componente più numerosa degli ex MoVimento 5 Stelle in Senato è quella di Italia Lavori in Corso, che comprende Fabrizio Bocchino, Alessandra Bencini, Francesco Campanella, Monica Casaletto, Paola de Pin e Luis Alberto Orellana. Italia Lavori in Corso è una componente parlamentare del Gruppo Misto fondata il 15 maggio 2014 e promossa dai sette senatori per raccogliere tutte quelle persone che, approdate in Parlamento attraverso il Movimento 5 Stelle, ne sono state allontanate per contrasti sorti in merito alla gestione del Movimento da parte di Beppe Grillo, oltre che per la sua linea comunicativa giudicata particolarmente aggressiva. Battista ha mollato la componente quando è entrato nel GAL e quindi in maggioranza.

I quattro cani sciolti: Mastrangeli, Gambaro, Anitori, De Pietro


Quattro cani sciolti non hanno invece preso per ora alcuna decisione riguardo la loro collocazione politica. Si tratta del senatore Marino Mastrangeli, di Adele Gambaro (famosa per l’intervista a Sky che provocò la cacciata in diretta), Fabiola Anitori – che ha scelto l’NCD di Alfano – e Cristina De Pietro, la genovese che ha mollato qualche mese fa.

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