Attualità
Sandra Bertin: la poliziotta che accusa il governo francese di averle chiesto di mentire su Nizza
Alessandro D'Amato 25/07/2016
Il governo francese cerca di coprire lo scandalo di Nizza chiedendo a una funzionaria di mentire. Lei denuncia tutto. E allora la accusano… di essere di destra
Sandra Bertin, responsabile del sistema di videosorveglianza del Comune di Nizza, ha rilasciato ieri un’intervista al Journal du Dimanche in cui ha dichiarato di aver ricevuto pressioni per inserire nel rapporto sulla sera del 14 luglio la presenza di uomini della polizia nazionale, che lei assicura di non aver visto. Il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve ha annunciato una querela nei confronti della funzionaria, che è anche sindacalista degli agenti municipali. Tutto questo dopo che lo scorso 20 luglio la polizia giudiziaria antiterrorismo (Sdat) aveva chiesto al Comune di Nizza di distruggere i filmati di quella sera per evitare che venissero diffusi impropriamente. Richiesta anomala, al quale il Comune si è opposto.
Così il governo francese cerca di ricoprire lo scandalo di Nizza
A Nizza n camion è piombato sulla folla, la sera del 14 luglio, a Nizza, in Francia, lungo la Promenade des Anglais, sul lungomare. Lì si era radunata la folla per assistere ai fuochi artificiali per il 14 luglio, giorno di festa nazionale per la Francia. L’attentatore è Mohamed Lahouaiej Bouhlel, 31 anni, di origini tunisine e residente a Nizza. I preparativi dell’attentato sarebbero durati pochi giorni: l’11 luglio viene affittato il camion, il 12 e il 13 il terrorista avrebbe effettuato sopralluoghi. Sandra Bertin nella sua intervista affronta tutti questi temi raccontando una verità scandalosa. In primo luogo sulla questione dei sopralluoghi:
Mohamed Lahouaiej Bouhlel è tuttavia passato diverse volte per la Promenade tra l’11 e il 14 luglio malgrado il divieto d’accesso per i mezzi di 19 tonnellate, senza che siate intervenuti.
«Se l’avessimo visto sulla Promenade attraverso le nostre videocamere, avremmo rilevato l’infrazione per poi trasmetterla alla Procura che avrebbe deciso se procedere o meno. Ma questo non gli avrebbe impedito di ritornare! Avremmo anche potuto inviare un agente per multarlo, dopodiché se ne sarebbe andato. I sette chilometri della Promenade sono coperti da una decina di videocamere. Di infrazioni del codice stradale ce ne sono tutti i giorni, ma non sanzioniamo tutti…».
Non era quindi possibile rilevare la ricorrenza di un evento con le videocamere?
«La ripetizione può essere solo rilevata dall’occhio umano. Il problema è che non è singolare vedere un camion di 19 tonnellate sulla Promenade. Tutti i giorni passa un mezzo di quel peso per approvvigionare hotel e stabilimenti balneari. Non sarà né il primo né l’ultimo mezzo di quella portata, sulla Promenade».
Ma la parte più importante del racconto di Sandra Bertin è quella che riguarda le richieste del ministero dell’Interno di mentire nel suo rapporto sull’accaduto:
Il 20 luglio, la sottodirezione antiterrorismo le ha richiesto «la cancellazione completa delle registrazioni delle videocamere di videosorveglianza» posizionate sulla Promenade per evitarne la diffusione. A cosa si oppone Nizza?
«Il giorno dopo gli attentati, il Gabinetto del ministro dell’Interno ha inviato un commissario al Centro di sorveglianza urbana che mi ha messo in contatto con Place Beauvau (ministero dell’Interno, ndt). Ho quindi avuto a che fare con una persona frettolosa che mi ha chiesto un rapporto indicante i punti di presenza della Polizia municipale, le barriere, e che, nel dispositivo di sicurezza, si vede anche la Polizia di Stato in due punti. Gli ho risposto che avrei scritto solo quello che avevo visto. O che forse c’era la Polizia di Stato, ma non mi è apparsa nei video. Quella persona mi ha quindi chiesto di inviare per posta elettronica una versione modificabile del rapporto per “non ribattere tutto”.
Sono stata tormentata per un’ora, mi hanno ordinato di indicare delle posizioni specifiche della Polizia di Stato, che non avevo visto sullo schermo. A tal punto che ho dovuto rispedire fisicamente l’emissario del ministero dal Csu! Alla fine, ho inviato per email una versione Pdf non modificabile e una modificabile. Poi, qualche giorno dopo, la sottodirezione antiterrorismo mi ha chiesto di cancellare i nastri di sei videocamere menzionate nel mio rapporto, quelle relative alla strage. Ci hanno richiesto, in quanto necessario per l’indagine, di estrarre otto giorni di registrazione di 180 videocamere. E ora bisognerebbe cancellarne alcune per impedirne la diffusione al pubblico… Eppure, il Csu esiste da sei anni senza avere mai subito la benché minima fuga di immagini».
Ma il problema è che Sandra Bertin è di destra!
Ma il giorno dopo la rivelazione del Journal du Dimanche sono nate polemiche proprio su Sandra Bertin. Accusata, tra l’altro e grazie agli status di un profilo Facebook intestato a Sandra Tardeil e nel frattempo chiuso, di avere idee di destra, e addirittura di aver votato per Christian Estrosi di Les Républicain, sindaco di Nizza e presidente della Regione. C’è un piccolo particolare che magari sfugge ai più, però: l’avversaria di Estrosi in quell’elezione era una certa Marion Maréchal-Le Pen. Anche Manuel Valls all’epoca diede indicazione di voto per Estrosi: fa anche lui parte del complotto?
Senza contare che a sollevare l’argomento dell’assenza di polizia a Nizza era stato sollevato dal quotidiano Libération, che è purtroppo difficile accusare di essere di destra. Le accuse vennero all’epoca rintuzzate da Cazeneuve con tanto di documenti ufficiali. In una conferenza stampa domenica sera, l’avvocato della Bertin, Adrien Verrier, ha confermato la versione della donna e ha anche aggiunto che la polizia municipale avrebbe inviato lunedì una denuncia al pubblico ministero per “falsificazione di documenti pubblici”. In una successiva intervista a France 2 la Bertin ha mantenuto intatte le accuse e sostenuto di essere stata «molestata telefonicamente con chiamate sempre più frequenti».
Nella Francia sull’orlo della crisi di nervi per la terza strage di massa in appena 18 mesi Cazeneuve è furioso. “Contrariamente a quanto detto dalla signora Bertin non è in alcun modo ‘il gabinetto del ministro dell’Interno’ che ha inviato un commissario al Csu” o che avrebbe avuto uno scambio telefonico con lei, assicura il fedelissimo di Hollande, annunciando la denuncia per diffamazione. Il ministro ricorda che le iniziative legate all’indagine sono di responsabilità del procuratore antiterrorismo, Francois Molins, e invita gli inquirenti ad interrogare la Bertin per far luce sulle pesanti accuse. Nei giorni scorsi, i responsabili della videosorveglianza di Nizza hanno rifiutato la richiesta della vicedirezione antiterrorismo (Sdat) di “cancellare totalmente” le 24 ore di immagini per evitare – questa la spiegazione ufficiale – “la loro diffusione incontrollata”. Intanto, una petizione on-line chiede la Legion d’Onore per Franck, l’eroe in scooter che cercò di fermare il camion di Mohamed Bouhlel e per altri due cittadini che si distinsero per il loro coraggio.