Perché Salvini vuole fermare i 49 di Seawatch se a dicembre ha fatto sbarcare 359 migranti?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-01-08

A dicembre 2018 sono sbarcati in Italia 359 migranti, quasi duecento negli ultimi dieci giorni dell’anno. Nello stesso periodo però il ministro dell’Interno ha chiuso i porti a 49 persone. Come mai?

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Il ministro dell’Interno Salvini è irremovibile. In Italia i profughi, quelli veri che scappano davvero dalla guerra e dalle persecuzioni, arrivano in areo (con voli speciali). Tutti gli altri quindi, non sono davvero richiedenti asilo. Soprattutto quelli che arrivano nel nostro Paese via mare a bordo delle imbarcazioni delle Ong. Ed è per questo che, secondo Salvini, i 49 migranti che da oltre due settimane sono a bordo delle navi Sea Watch e la Sea Eye non devono sbarcare. «Chi fa i soldi sulla pelle della gente non ha un porto» ha detto parlando delle Ong durante una diretta su Facebook qualche giorno fa.

Papà Salvini e i 49 migranti in mezzo al mare

«Quanti migranti accogliamo? Zero, abbiamo già dato», ha proseguito Matteo Salvini. E oggi il Viminale ci ricorda che dall’1 gennaio a oggi sulle coste italiane non è sbarcato alcun migrante contro i 453 dello stesso periodo dell’anno scorso: una diminuzione del 100%. Il vicepremier è soddisfatto: «Sono al lavoro da inizio 2019 per diminuire ancora gli sbarchi, agevolare gli arrivi via aereo di chi scappa davvero dalla guerra con i confermati corridoi umanitari, moltiplicare le espulsioni. Con scafisti e trafficanti nessuna complicità». Peccato che non ci sia alcuna prova di complicità tra Ong e scafisti e che i teoremi giudiziari che lo sostenevano siano stati un colossale buco nell’acqua e le inchieste aperte contro le Ong siano state archiviate.

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Ma non è vero che nell’ultimo mese del 2018 non è sbarcato nessuno in Italia. Le statistiche della Direzione Centrale dei servizi civili per l’immigrazione e l’asilo messe a disposizione sul sito del Ministero dell’Interno ci dicono che a dicembre 2018 sono sbarcati 359 migranti. Certo, pochissimi in confronto a ai 2327 arrivati nello stesso periodo del 2017 ma non esattamente zero. La riduzione vera e propria è iniziata un anno prima, nel luglio 2017. Da quando Salvini si è insediato al governo i migranti hanno continuato ad arrivare sulle nostre coste, magari portati dagli assetti della Marina Militare o della Guardia Costiera (i dati relativi all’attività SAR della GC si fermano ad ottobre 2018).

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Da giugno a dicembre sono sbarcate 9.940 persone. Sempre meno del 2017 ma c’è da dire che il calo era iniziato già all’inizio dell’anno e che durante i mesi invernali il numero delle partenze si riduce ogni anno (le condizioni meteo marine sono meno favorevoli). Nessuno dice poi cosa c’è dietro quel calo. Ma lo sappiamo: ci sono migranti lasciati affogare dai libici, persone rinchiuse in prigioni e lager e ovviamente donne e bambini lasciati in mezzo al  mare per settimane perché il ministro deve tenere il punto.

Come mai a Dicembre Salvini ha fatto sbarcare quasi 200 migranti?

La crisi dei migranti a bordo della Sea Watch è iniziata il 22 dicembre 2018. Salvini e Danilo Toninelli hanno iniziato a ripetere la litania dei “porti chiusi“. Noncuranti del fatto che i porti italiani non sono affatto chiusi visto che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non ha emanato alcuna ordinanza o decreto per la chiusura dei porti alle Ong. I porti non sono chiusi, dicono i presidenti delle Autorità portuali italiane. E Toninelli ha subito minacciato ispezioni e sanzioni disciplinari.migranti sbarcati salvini sea watch 49 - 1

Ma né Toninelli né Salvini possono nascondere il fatto che nei porti italiani si continua ad arrivare. Ad esempio nel periodo che va dal 21 dicembre 2018 al 30 dicembre 2018 sono sbarcati 178 migranti. Che differenza avrebbe fatto consentire l’approdo di altre 49 persone? Nessuna. Ma Salvini doveva tenere il punto, dimostrare di essere in grado di mantenere almeno questa promessa. Poco importa che a bordo delle due imbarcazioni delle Ong ci siano i superstiti della strage di ottobre. Una strage che è stata taciuta, non solo dai giornali ma anche dalle note ufficiali, avvenuta in mezzo al mare e che non è mai stata resa nota dalle autorità libiche, quelle che secondo il nostro Governo dovrebbero farsi carico delle operazioni di soccorso nel Mediterraneo Centrale. A raccontarla è Nello Scavo di Avvenire, che si trova a bordo della Sea Watch 3. Morirono 60 persone, annegate. I libici “salvarono” i superstiti sbattendoli in una delle loro rinomate prigioni. Perché è questo quello che succede dall’altra parte del Mediterraneo, con la compiacenza del governo Conte, quello che li aiuta a casa loro. Ora

Foto copertina via Twitter.com

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