Rosario Imbergamo: l’avvocato che denuncia il Gip Alessandra Vella

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-07-08

La società civile che difende l’operato di Salvini continua a produrre denunce ed ipotesi di reato a carico di Carola Rackete e della Gip di Agrigento. Oggi è il turno di un avvocato cassazionista di Palermo che ipotizza a carico della comandante della Sea Watch il reato di eversione, abbattimento o sovvertimento dell’ordine costituito e delle istituzioni compiuto mediante atti rivoluzionari

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Continua a far discutere, per ora unicamente su Twitter, l’ordinanza con cui il Gip di Agrigento Alessandra Vella non ha convalidato il fermo della comandante della Sea Watch Carola Rackete. Dopo l’annuncio di Ornella Mariani Forni, che nei giorni scorsi ha presentato una denuncia per associazione a delinquere finalizzata  alla tratta di immigrazione clandestina contro i parlamentari PD a bordo della Sea Watch 3 e una nei confronti della Gip è il turno dell’avvocato Rosario Imbergamo.

Il reato di eversione medianti atti rivoluzionari

L’avvocato Imbergamo, cassazionista di Palermo, ha twittato sabato mattina di aver “trovato l’ordinanza della Gip” (in realtà reperibile agevolmente fin dal mattino dopo la liberazione della Rackete) e di avere intenzione di presentare lunedì mattina, cioè oggi, denuncia alla procura di Palermo.

imbergamo causa gip vella agrigento - 1L’iniziativa di Imbergamo è stata accolta dalle grida di giubilo dei sovranisti di Twitter tutti pronti, a parole, a sottoscriverla. L’avvocato ha spiegato in una serie di tweet successivi su quali ipotesi di reato stava lavorando. Ad esempio a pagina quattro della denuncia viene preso in esame il reato di eversione, abbattimento o sovvertimento dell’ordine costituito e delle istituzioni compiuto mediante atti rivoluzionari. Un reato “gravissimo” a carico della Capitana, che però non era nemmeno stato contestato dal Procuratore Capo di Agrigento Luigi Patronaggio che invece si era limitato ad indagare la Rackete per il delitto di cui all’art. 1100 del codice della navigazione, il delitto di cui all’art. 337 c.p.

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Riguardo al Gip l’avvocato Imbergamo fa sapere di stare valutando «l’inosservanza da parte del gip di un ordine legittimamente dato dai Ministeri». E non è ben chiaro qui quale sia l’ordine, se quello di vietare lo sbarco o quello di arrestare la Rackete. Un avvocato dovrebbe sapere bene che in uno stato di diritto indagati, arrestati ed imputati hanno delle garanzie. Ad ogni modo lui non vuole stare zitto: “il magistrato è un impiegato, io sono libero” e quindi è un “mio dovere intervenire” perché a lui “il pane non lo dà lo Stato o i Quaquaraqua dei sinistri”.

I “due reati commessi dalla Gip”

Ma l’avvocato Imbergamo non si ferma qui fa sapere di “aver ravvisato due reati commessi dalla gip” e annuncia anche una denuncia nei confronti del sindaco di Napoli De Magistris perché aveva detto che «l’arresto di Carola Rackete è uno schifo». Dichiarazione che l’avvocato palermitano farà “riportare su un disco cd” per allegare al (si suppone) corposo fascicolo che oggi presenterà in Procura a Palermo.

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Vale la pena ricordare che il Gip, oltre a richiamarsi ai trattati internazionali ha stabilito la liberazione della Rackete in base alla scriminante prevista dall’articolo 51 del c.p. e che come veniva ricordato nei giorni scorsi c’è anche un precedente simile di nave di salvataggio: la Cap Anamur che nel 2004 “forzò” un blocco navale per entrare a Porto Empedocle. Il capitano e gli altri due ufficiali di bordo vennero assolti nel 2009 da tutte le accuse.

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I leghisti invece si richiamano ad un altra vicenda (ricordata anche da Salvini su Facebook), quella di un motopesca che speronò una motovedetta della GdF per sfuggire ad un controllo sul pescato nella laguna di Chioggia. Evidentemente questo secondo caso è completamente diverso da quello della Sea Watch mancando appunto l’azione in “stato di necessità”.

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