Rosario Crocetta e l'autosospensione inesistente

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-07-16

Il presidente della Regione Sicilia inventa un istituto giuridico per prendere tempo sulle dimissioni. Intanto la telefonata viene smentita dalla procura di Palermo e confermata da l’Espresso

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“L’autosospensione mi sembra singolare, è una forma verbale più che un istituto giuridico e in questo caso mi sembra più un atto politico preventivo”. Così il costituzionalista Cesare Mirabelli commenta all’Adnkronos l’autosospensione del presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta a seguito delle intercettazioni, anticipate dall’Espresso, di una conversazione fra lui e Matteo Tutino su Lucia Borsellino. “Non mi pare che sia un’istituto previsto – prosegue Mirabelli – E’ un modo per astenersi dal compiere gli atti legati alla propria funzione senza però abbandonarla, come si trattasse di un impedimento ad esercitare le proprie funzioni”. In effetti Crocetta ha deciso di “autopunirsi” con un istituto giuridico inesistente, dopo la storia di Tutino e della Borsellino, passando la responsabilità della giunta all’assessore alla Sanità Baldo Gucciardi, proprio e soltanto per prendere tempo in attesa degli sviluppi. Che non tarderanno ad arrivare, visto che la telefonata nel frattempo è diventata un giallo. Lui intanto in un’intervista audio riportata da Repubblica dice di non aver ascoltato la frase e scoppia in lacrime mentre si scusa:

ROSARIO CROCETTA E L’AUTOSOSPENSIONE INESISTENTE
Solo che c’è un problema. L’esistenza dell’intercettazione viene smentita dalla procura di Palermo: il procuratore capo Francesco Lo Voi fa sapere ufficialmente che agli atti dell’inchiesta sul primario dell’ospedale Villa Sofia di Palermo, Matteo Tutino, vi sia la frase “la Borsellino va fermata, va fatta fuori come suo padre”. La notizia dell’intercettazione è stata pubblicata dal settimanale L’Espresso’, affermando che Tutino, sotto inchiesta per truffa e peculato, avrebbe detto la frase durante una conversazione telefonica con il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. “Con riferimento a notizie giornalistiche diffuse nella giornata di oggi secondo le quali nel corso di una telefonata intercettata tra il presidente della regione Rosario Crocetta ed il dottore Matteo Tutino quest’ultimo avrebbe affermato che la dottoressa Lucia Borsellino ‘va fatta fuori. Come suo padre’, ritengo necessario precisare che agli atti di questo ufficio – ed in particolare nell’ambito del procedimento n* 7399/2013/21 non risulta trascritta alcuna telefonata tra il Tutino ed il Crocetta del tenore sopra indicato. Analogamente i carabinieri del Nas che hanno condotto le indagini nel suindicato procedimento hanno escluso che una conversazione del suddetto tenore tra i predetti sia contenuta tra quelle registrate nel corso delle operazioni di intercettazione nei confronti del Tutino”. Questo è il testo integrale del comunicato diffuso dal procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, a proposito della notizia data da L’Espresso che ha portato alla autosospensione del governatore siciliano.
 
LA TELEFONATA C’È O NO?
Ma l’Espresso conferma che la telefonata esiste ed è secretata, spiegando che si trova in un procedimento del 2013 ma senza specificare se sia quello della procura:

L’Espresso ribadisce quanto pubblicato. La conversazione intercettata tra il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta e il primario Matteo Tutino risale al 2013 e fa parte dei fascicoli segretati di uno dei tre filoni di indagine in corso sull’ospedale Villa Sofia di Palermo.

Nel frattempo però Crocetta crede di essere fuori dai guai: “Chi ha costruito questo dossieraggio su di me? Bisogna capirlo…”, dice. “Oggi è stata una giornata terrificante per me -dice ancora Crocetta- e tutto quello che è accaduto fa capire su quale bomba siede oggi il presidente della Regione siciliana”.
 

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