Cultura e scienze
Gli USA negano l'ingresso a un musicista perché è stato in Iraq cinque anni fa
di Antonio Murzio
Pubblicato il 2017-10-06
La denuncia di Roberto Ottaviano: «ho fatto cinque anni fa, nel novembre del 2012, un tour chiamato “Cultura, strumento di pace” in Iraq (Baghdad, Sulaimaniya e Erbil) finanziato e sostenuto dal Ministero degli Affari esteri (La Farnesina) e della Cooperazione italiana»
Gli Stati Uniti hanno negato l’ingresso al musicista jazz Roberto Ottaviano, docente presso il Conservatorio di Bari, negandogli il rilascio dell’autorizzazione al viaggio ESTA, alla quale sono tenuti – dal 12 gennaio 2009 – tutti i cittadini dei Paesi partecipanti al Programma “Viaggio senza visto” che decidono di recarsi negli States. La colpa di Ottaviano? Aver tenuto, ormai cinque anni fa, una serie di concerti in Iraq, che l’amministrazione presieduta da Donald Trump ha di recente inserito nella lista dei cosiddetti «Stati canaglia».
Gli Stati Uniti negano l’ingresso a un musicista perché è stato in Iraq cinque anni fa
A raccontarlo è stato lo stesso musicista su Facebook:
“Mi è stata negata l’autorizzazione ad entrare in USA con un visto ESTA.
La ragione? Perché ho fatto cinque anni fa, nel novembre del 2012, un tour chiamato “Cultura, strumento di pace” in Iraq (Baghdad, Sulaimaniya e Erbil) finanziato e sostenuto dal Ministero degli Affari esteri (La Farnesina) e della Cooperazione italiana.
Sono stato negli Stati Uniti due anni fa e ho ricevuto regolarmente l’ESTA senza alcun problema: adesso, ovviamente, l’Amministrazione Trump, introducendo questa limitazione all’entrata, alza anche le mura per le buone persone invece di nascondere la faccia sul fatto che lui e circa 67 persone del congresso GOP hanno votato contro l’ordine esecutivo di Obama che vietava alle persone afflitte mentalmente di comprare armi. E le conseguenze le vediamo giorno dopo giorno.
È questo che sta avvenendo al mondo, il denaro compra ogni cosa, incluso il Congresso”.
Intervistato oggi dalla Gazzetta del Mezzogiorno sul diniego dell’Ambasciata americana, Ottaviano spiega: “La spiegazione era chiara: ho visitato un “paese canaglia”, perché l’Iraq è inserito in una sorta dilista di proscrizione, in buona compagnia con Iran, Yemen, Somalia ed altri stati poco graditi all’amministrazione Trump. Ma la cosa più assurda è che, dal 2012 a oggi, ho visitato altre due volte gli Stati e ho ricevuto regolarmente l’ESTA senza alcun problema». Negli Stati Uniti Ottaviano avrebbe dovuto tenere una serie di concerti sostenuti anche da Puglia Sounds a New York, al Trumpets e poi al Downtown music gallery, quindi a Boston, Cambridge e altre città, il tutto dall’11 al 16 ottobre”. Appreso dell’esito negativo della sua richiesta, Ottaviano ha cercato la via politica e diplomatica, contattando per primo il governatore della Puglia Michele Emiliano: «Essendoci il sostegno di Puglia Sounds, pensavo che la Regione avesse interesse a supportarmi. Mi ha chiesto di spiegargli meglio la vicenda, ma poi non mi ha fatto sapere più nulla», dice ancora nella sua intervista alla Gazzetta. Saltato il tour, la speranza di Ottaviano rimane quella: « che questa storia giunga al ministro Franceschini».