Rimborsi ai truffati delle banche, al CDM il decreto che non c’è

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-04-04

Ieri è stato il M5S a bruciare la mediazione di Conte con il Tesoro, che prevedeva il controllo arbitrale prima del rimborso. Di Maio, che ci ha messo la faccia, ha fatto saltare tutto. E ha anche messo in conto la sostituzione di Tria dopo le elezioni europee

article-post

Il Consiglio dei ministri è stato convocato stasera alle 18 per approvare il decreto crescita in cui inserire le nuove regole per i rimborsi ai truffati delle banche. Ma ancora non sono stati definiti contenuti e modalità di pubblicazione. Per questo il CdM potrebbe trasformarsi in un’arena, visto che il MoVimento 5 Stelle sta dando la caccia a Giovanni Tria da qualche giorno e il ministro potrebbe diventare il capro espiatorio della situazione.

Rimborsi ai truffati delle banche, al CDM il decreto che non c’è

Che è piuttosto grigia, a prima vista. E potrebbe portare a una tregua provvisoria con l’approvazione “salvo intese”, come è successo per lo sblocca-cantieri approvato due mesi fa ma che ancora non è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale perché l’intesa non è ancora stata trovata. Secondo il Fatto Quotidiano sono due gli interventi sul tavolo: il primo è uno scudo per i funzionari del Tesoro, che li proteggerebbe dal rischio di procedimenti da parte della Corte dei Conti per danno erariale e che di fatto suggerisce che ancora non c’è un accordo con Bruxelles. Il secondo, è l’indicazione delle modalità di erogazione dei risarcimenti ai circa 300 mila “truffati delle banche”, azionisti e piccoli obbligazionisti di Etruria &C. e delle Popolari venete, con l’inserimento dell’“indipendenza” tra i requisiti dei componenti della commissione tecnica.

D’altro canto Salvini e Di Maio sono stati contestati a Vicenza a febbraio proprio dai risparmiatori delle venete, mentre la storia del Fondo Indennizzo Risparmiatori balla già da qualche tempo tra Palazzo Chigi e via XX Settembre. Il ministro Tria quindi vuole che venga prima approvata una norma con lo scudo per i funzionari e poi vengano varati i decreti attuativi,  che dovrebbero distinguere tra “casi sociali” liquidati quasi in automatico e il resto dei risparmiatori, che dovrebbe invece passare il vaglio di una Commissione indipendente per non violare le norme Ue. Il MoVimento 5 Stelle è invece per una applicazione fedele della legge di Bilancio e per un unico canale “semplificato” di esame e di erogazione dei rimborsi, senza alcuna corsia preferenziale per i “casi sociali”.

Il decreto sui rimborsi ai risparmiatori truffati

Spiega oggi Repubblica che per il decreto sui rimborsi ai risparmiatori truffati ci sono due strade alternative:

Una prima soluzione prevede un rimborso a due corsie: una preferenziale, rimborsi automatici per azionisti e obbligazionisti con Isee inferiore a 35.000
euro e patrimonio immobiliare di valore inferiore a 100.000 euro. Si parla anche di rimborsi automatici fino a 100.000 euro di investimento. Per tutti gli altri un rigoroso controllo arbitrale.

Oppure un binario unico per tutti: questa seconda soluzione è la preferita dal M5S, lo ha ribadito il sottosegretario all’Economia Alessio Villarosa. Una procedura semplificata però, con una Commissione istituita al Mef che verifichi le «violazioni massive» della normativa. Il sospetto è che si scada nei rimborsi a pioggia e che la Ue bocci la procedura.

E ieri è stato il M5S a bruciare la mediazione di Giuseppe Conte con il Tesoro, che prevedeva il controllo arbitrale prima del rimborso. Con l’obiettivo di non avere problemi con l’UE e con la Corte dei Conti. Di Maio, che ci ha messo la faccia, ha fatto saltare tutto. E ha anche messo in conto la sostituzione del ministro dell’Economia, dopo le elezioni europee.

Leggi anche: Travaglio dice che non ha mai parlato di complotto delle scale mobili

Potrebbe interessarti anche