Cultura e scienze
Il retroscena sul sì di Benigni al referendum
neXtQuotidiano 04/06/2016
Lo racconta oggi Stefano Rodotà al Fatto Quotidiano
Marco Palombi sul Fatto Quotidiano svela oggi un retroscena sul sì di Roberto Benigni al referendum sulle riforme di Renzi. Spiega il quotidiano di Travaglio che Benigni ha contattato Rodotà qualche giorno prima dell’intervista rilasciata ad Ezio Mauro su Repubblica per dirgli che non se la sentiva di aderire al comitato per il no al referendum, ma poi ha evidentemente cambiato idea:
Siamo al 3 maggio e il premio Oscar è a Pisa: “Sarei orientato a votare No alreferendum di ottobre sulle riforme, proprio per proteggere la nostra meravigliosa Costituzione. La Costituzione è certamente perfettibile, ma preferirei un dibattito ampio e pacato sui contenuti, piuttosto che il referendum su Renzi. È giusto parlare di superamento del bicameralismo e su alcune questioni sarei anche d’accordo nel votare sì, ma mi preoccupa la personalizzazione del quesito referendario. Comunque non ho ancora un’o pi ni on e definitiva”. Per sovrammercato, in ogni caso, buttò lì: “Quel che davvero impressiona è la quantità di inchieste che in questo momento coinvolgono esponenti più o meno di primo piano del Pd…”.
È DOPO QUESTE parole che alcuni esponenti del Comitato per il No al referendum contattano Benigni per chiedergli se havoglia di dare una mano in qualche modo alla campagna referendaria contro le riforme costituzionali. Il comico nicchia: risponde che è orientato per il No, ma non ha ancora un’idea precisa della riforma e delle sue implicazioni. A quel punto cerca di contattare Stefano Rodotà, giurista impegnato per il No. Ieri, su queste colonne, Pietrangelo Buttafuoco ha scritto che l’ex Garante per la Privacy aveva invitato Benigni “a farsi testimonial della campagna”. Non è così, ci scrive Rodotà, “anche perché sono convinto che una partita essenziale per la democrazia italiana non si giochi a colpi di testimonial”.
E quindi le cose sono andate così:
LA RICOSTRUZIONE del professore è questa: “Alcuni giorni fa Alfiero Grandi e Alfonso Gianni, attivissimi nel Comitato per il No, mi dissero che Roberto Benigni desiderava parlarmi. Benigni mi ha quindi telefonato tre volte. Appreso che ho problemi di salute, si era offerto di venire a casa mia. Poiché era difficile stabilire un incontro diretto, abbiamo deciso di parlarci solo per telefono. Benigni mi disse che non se la sentiva di esprimersi per il Sì o per il No.
Dissi subito che rispettavo il suo punto di vista.La telefonata si chiuse con l’intesa di risentirci a settembre. Tutto qui”. Poi, pochi giorni prima della messa in onda su Raiuno di un suo spettacolo del 2012 (La più bella del mondo) sulla Costituzione, da Benigni è passato l’ex direttore di Re pubblica Ezio Mauro e, vedendolo, il comico ha capito: Sì. O, per la precisione: “Riforma pasticciata? Vero. Scritta male rispetto alla lingua meravigliosa della Carta? Sottoscrivo. Ma meglio del nulla”.