Raffaele Marra arrestato per corruzione

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-12-16

L’attuale responsabile della Giunta Raggi arrestato insieme al costruttore Scarpellini per fatti che riguardano il periodo in cui lavorava con Alemanno. I ROS hanno eseguito l’arresto. Secondo le indagini, è accusato di aver intascato una tangente quando lavorava all’Enasarco

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Raffaele Marra è stato arrestato stamattina per corruzione. L’attuale responsabile del personale della Giunta Raggi, difeso dalla sindaca anche davanti all’ANAC, è stato arrestato insieme al costruttore Scarpellini per fatti che riguardano il periodo in cui era direttore del comune con il sindaco Gianni Alemanno. Marra è stato arrestato dai carabinieri del Ros con l’accusa di corruzione. L’ordinanza nei suoi confronti è stata firmata dal gip Tomaselli su richiesta degli acquirenti della Procura di Roma. Gli accertamenti sono stati corordinati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo. Secondo le indagini, è accusato di aver intascato una tangente quando lavorava all’Enasarco. Sono in corso le perquisizioni dei carabinieri presso l’ufficio di Raffaele Marra in Campidoglio. All’atto istruttorio sta prendendo parte anche il pm Barbara Zuin, titolare dell’inchiesta.

Raffaele Marra arrestato per corruzione

A quanto si è appreso l’imprenditore Sergio Scarpellini , corrompeva pubblici amministratori – attraverso beni immobiliari – per trarre benefici per le sue società. Marra, nel giugno 2013, all’epoca Direttore del Dipartimento partecipazioni e controllo del Gruppo Roma Capitale, avrebbe comprato un appartamento Enasarco, con assegni tratti dal conto corrente dell’immobiliarista. La vicenda oggetto d’indagine risale a quando Marra era Dirigente in Campidoglio durante la giunta Alemanno e riguarda l’acquisto di una casa Enasarco nel quartiere di Prati Fiscali da parte della moglie di Marra. Una casa di oltre 150 metri quadri che, secondo l’accusa, sarebbe stata pagata con due assegni per un totale di 350mila euro provenienti da un conto di Scarpellini. Marra è tuttora residente in questo appartamento e qui è stato arrestato stamani. La moglie invece col resto della famiglia risiede a Malta dal 2015. Secondo l’accusa inoltre per l’acquisto della casa dal patrimonio Enasarco Marra avrebbe beneficiato delle agevolazioni riservate agli inquilini (fino al 40% di sconto) pur non essendo di fatto ancora residente nello stabile di proprietà Enasarco.  Raffaele Marra, ovvero «lo spermatozoo che ha fecondato il MoVimento 5 Stelle» secondo la sua stessa autodefinizione, era stato al centro di un’inchiesta dell’Espresso che riguardava proprio l’Enasarco e il costruttore Scarpellini. Le notizie pubblicate però non interessarono molto né alla sindaca né al M5S che le bollò come i soliti complotti. Oggi probabilmente il carcere farà cambiare idea alla giunta e alla sindaca, che di recente si è anche presa la responsabilità della nomina del fratello di Raffaele a capo dei vigili di Roma. Ci sono intanto altre perquisizioni in corso dopo l’arresto di Marra per la compravendita di case Enasarco. Per difendersi dalle accuse del settimanale Marra inviò un lungo memoriale all’Adn Kronos: “Non ho mai sottoscritto – assicura – contratti di locazione con le Società asseritamente riconducibili all’Ing. Amore; al contrario, nel luglio 2009, stante la necessità di affrontare emergenze quali l’incendio del palazzo di via Libero Leonardi e lo scoppio dello stabile di via Maestrini (quest’ultimo con morti), prendeva atto che la Protezione Civile aveva identificato per gli sfollati, tra gli altri, gli immobili dell’Ing. Amore, comunicandolo poi al Comune di Roma (Ufficio Extra Dipartimentale per le Politiche Abitative, sotto la Direzione dello scrivente); peraltro l’Ing. Amore già nel 2008 aveva manifestato la disponibilità a cedere al Comune di Roma in locazione dette strutture per un canone di 3.550.000,00 euro per gli immobili siti in via di Fioranello 186, denominati Borgo del Poggio”. Marra, accusava il settimanale, quando era un fedelissimo di Gianni Alemanno ha sottoscritto contratti milionari a favore di Fabrizio Amore, un imprenditore oggi indagato in una delle inchieste su Mafia Capitale. Amore nel luglio 2009 grazie a una convenzione a trattativa diretta firmata da Marra in persona, riuscì ad affittare al comune capitolino 96 appartamenti in un residence fuori dal grande raccordo anulare alla stratosferica cifra di 2,6 milioni l’anno. Pari a un costo medio per abitazione di 2.256 euro al mese, il prezzo di una casa da 150 metri in centro.
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Nel luglio 2009 l’ex uomo di Alemanno affitta infatti 53 appartamenti dalla società Arca ’93, e altri 43 dalla GE.IM 96, proprietarie della grande struttura “Borgo del Poggio”, a Via di Fioranello. Piena periferia. Per la prima convenzione, si legge, «il compenso annuale è di 1,4 milioni annui», mentre per la seconda srl il business vale «1,2 milioni di euro». Il Comune di Roma si impegna a pagare ad Amore anche gas, acqua ed energia elettrica. In tutto fanno 2,6 milioni all’anno (diventeranno 2,3 nel 2012 con il rinnovo del contratto, che dura sei anni più sei in assenza di disdetta), che a oggi hanno permesso all’imprenditore di incassare circa 17 milioni di euro.

Poi, nel 2010, mentre era alla direzione del dipartimento delle Politiche abitative e della Casa, Marra è riuscito a comprare un attico di lusso dall’imprenditore Sergio Scarpellini , ottenendo uno sconto di quasi mezzo milione di euro rispetto ai prezzi di mercato.

Una volta comprato l’attico da Scarpellini, Marra decide di metterlo a reddito e affittarlo. Non per restare nella casetta di via Gentili, ma per trasferirsi in un altra casa di otto stanze a via dei Prati Fiscali, dove risiede tuttora. Poco più di 152 metri quadrati comprati nel maggio del 2013 da sua moglie, Chiara Perico, che riesce ad acquistare il grande appartamento più un box auto per appena 367 mila euro. Il venditore è Enasarco, una fondazione sottoposta al controllo pubblico del Ministero del Lavoro e di quello dell’Economia che nel settembre 2008 aveva annunciato (prima con una delibera interna e poi con un accordo siglato con i sindacati) di voler dismettere il suo immenso patrimonio immobiliare.

La moglie di marra chiede e ottiene un contratto di locazione da Enasarco (la casa era sfitta), cambia residenza diventando inquilina Enasarco nel novembre 2009, quando trasferisce la residenza a via dei Prati Fiscali. Quattro anni dopo, la signora Marra ha così le carte in regola per esercitare il diritto di prelazione: nell’atto di vendita del 26 giugno 2013 dichiara «di essere coniugata, ma in regime di separazione dei beni con il proprio coniuge».

Raffaele Marra: odiato dai grillini, amato dalla sindaca

Qualche tempo fa Marra rilasciò un’intervista al Fatto Quotidiano in sui sosteneva che l’attacco nei suoi confronti derivava dall’interno del MoVimento 5 Stelle, ovviamente senza fare alcun nome e senza dire in che modo, ad esempio, il M5S avrebbe “manovrato” giornali come l’Espresso: «Sicuramente c’è qualcuno a cui politicamente non vado bene. L’Espresso mi dedica 8 pagine. Eppure sono solo uno dei tanti dirigenti del Comune di Roma. L’obiettivo non sono io: attaccano me per attaccare il sindaco. E secondo me l’attacco arriva probabilmente dall’interno del Movimento». L’intervista fece letteralmente sbroccare il MoVimento 5 Stelle. Il Fatto Quotidiano con Luca De Carolis raccontò di telefonate pressanti all’indirizzo di Beppe Grillo:

“Beppe, tu sei il garante, devi fare qualcosa”. Il sabato mattina di Beppe Grillo, fondatore e capo politico del M5s, inizia di buon’ora. E inizia al telefono, con le chiamate furibonde di tanti parlamentari, romani e non. Ce l’hanno con Raffaele Marra, il capo del Personale del Comune di Roma, per la sua intervista al Fatto. […] LE PRIME a chiamare sono le parlamentari romane di punta: Paola Taverna e Roberta Lombardi (entrambe ex del mini-direttorio). E Carla Ruocco, forse la più arrabbiata. Ma si muovono anche alcuni senatori, mentre nelle chat interne rimbalza il malumore di due membri del Direttorio come Roberto Fico e Carlo Sibilia. I parlamentari inveiscono contro “un ’intervista scandalosa, allucinante”. E tornano a chiedere al fondatore misure forti: “Marra non è uno di noi, bisogna prendere provvedimenti”. Ossia spostarlo a un ruolo residuale, fuori dalla cabina di regia del Comune. Di più non si può fare, essendo Marra un dirigente assunto a tempo indeterminato.
Grillo risponde a tutti, e ammette subito: “Marra non doveva dire quelle cose, doveva solo rispondere alle accuse dei giornali, spiegare che non ha procedimenti a carico”. È visibilmente arrabbiato. Ma prende ancora tempo. Ripete che i consiglieri comunali, da lui sentiti uno per uno nei giorni scorsi, gli hanno manifestato apprezzamento per il dirigente, o comunque hanno negato di avere problemi con lui. “Su questo sono compatti” ribadisce il garante, che ai suoi chiede silenzio: “Siamo in piena campagna per il referendum, non possiamo mostrarci divisi”. Ma i parlamentari insistono: “Scrivi almeno sul blog che l’intervista non rispecchia i valori del Movimento ”. Lui rifiuta, sempre nel timore di contraccolpi. Etra un colloquio e l’altro,si arriva a un punto di caduta. “Aspettiamo fino al referendum del 4 dicembre: poi ne riparleremo”è (in sostanza) l’indicazione di Grillo.

Alla fine l’unica che ebbe il coraggio di parlare pubblicamente nel partito della trasparenza fu Roberta Lombardi, che a più riprese chiese, inascoltata, la testa del dirigente. Con il senno di poi è facile dirlo: aveva ragione.

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