Quando sarà pronto il vaccino contro COVID-19?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-22

Per l’AIFA i tempi giusti potrebbero arrivare nell’estate 2021. Attualmente sono più di 100 i candidati vaccini in fase di sviluppo in tutto il mondo. E c’è anche il primo ad essere stato testato sull’uomo

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“Ci sono più vaccini promettenti, 5-6 in fase avanzata, e anche l’Italia partecipa in diversi modi. A mio avviso il tempo ragionevole per pensare a un vaccino è primavera, estate prossima”: il direttore generale dell’Aifa Nicola Magrini rispondendo a una domanda alla conferenza stampa Iss ha smorzato oggi gli entusiasmi per il vaccino a tempo di record di cui si parla spesso sui giornali per il Coronavirus SARS-COV-2 e per COVID-19 e ha puntato sull’estate 2021.

Quando sarà pronto il vaccino contro COVID-19?

“Non penso per settembre ci possa essere alcun vaccino disponibile, pur contando risultati molto buoni, come sembrano gli studi di fase 1. Speriamo l’anno prossimo e speriamo sia più d’uno e che le capacità di produzioni siano adeguate”, ha proseguito Magrini. “Ci sono anche in Europa accordi, di cui l’Italia è parte, per avere accesso” ad un futuro vaccino anti-Covid, ha aggiunto Nicola Magrini. “Vedremo – ha concluso – se l’Italia concorrerà con un proprio vaccino originale”. Le sperimentazioni nel mondo, anche a uno stadio piuttosto avanzato, sono molte: dopo gli adulti, anche i bambini e gli anziani saranno arruolati nei test per il vaccino contro il Covid-19, che sta sviluppando l’università di Oxford in collaborazione con l’azienda italiana Irbm di Pomezia. I trial di fase I, partiti ad aprile, avevano coinvolto 1000 adulti sotto i 55 anni. Ora verranno arruolate altre 10.200 persone nelle fasce d’età comprese tra i 56 e 69 anni, over 70enni e bambini tra i 5 e 12 anni, come riporta la Bbc. Queste sperimentazioni serviranno a vedere gli effetti sul sistema immunitario del vaccino, che nelle scimmie sembra aver dato buoni risultati, dando protezione contro il Covid-19. Gli animali avevano infatti meno particelle del virus nei polmoni e nelle vie respiratorie, ma non è certo che gli stessi risultati si possano ottenere anche nell’essere umano.

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I ricercatori che stanno lavorando al vaccino avevano detto precedentemente che puntavano ad avere almeno un milione di dosi del vaccino entro settembre prossimo, ma il governo britannico ha detto più volte che non ci sono garanzie e che il vaccino è ancora di là da venire. Secondo molti esperti ci vorranno almeno 12-18 mesi per sviluppare e produrre un vaccino. In questa sperimentazione gli adulti saranno divisi due gruppi e riceveranno 1 o 2 dosi del nuovo vaccino o di un altro già autorizzato. I ricercatori confronteranno poi il numero di infezioni in entrambi i gruppi. Per questo potrebbero volerci dai due ai sei mesi, a seconda di quante persone sono esposte al virus. “Abbiamo già avuto molte manifestazioni di interesse da persone con più di 55 anni a partecipare, che erano idonee a prendere parte alla fase I dello studio – commenta Sarah Gilbert, dello the Jenner Institute di Oxford – Ora potremo includere anche gruppi di persone più anziane per continuare la valutazione del vaccino. I test verranno fatti anche in altri siti di studio, in diverse parti del paese”.

I tentativi di Russia e Cina sul vaccino

Intanto gli specialisti del Centro di ricerca Nazionale di Epidemiologia e Microbiologia ‘Nikolai Gamaleyà del ministero della Salute russo hanno testato “su se stessi” e “con successo” un vaccino per il nuovo coronavirus, come ha detto a Interfax il direttore del centro, Alexander Gintsburg, che ha sottolineato come “non siano stati rilevati effetti negativi”. “È stata rilevata l’immunità, tutti sono sani e salvi e felici”, ha detto. Gintsburg non ha rivelato il numero di persone che si sono fatti l’iniezione del vaccino dicendo solo che si trattava di “un’ampia gamma di dipendenti del centro: sviluppatori, organizzatori di prove precliniche e specialisti di prodotto”. La decisione, ha poi spiegato, non è nata “tanto per testare la validità del vaccino, quanto piuttosto di proteggersi per poter lavorare su questo progetto in tempo di pandemia. Di conseguenza, tutti coloro che lavorano su questo sviluppo sono protetti”.

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E anche il “primo candidato vaccino contro Covid-19 ad aver raggiunto la sperimentazione clinica di fase I è risultato sicuro, ben tollerato e in grado di generare una risposta immunitaria contro Sars-CoV-2 nell’uomo”, secondo una ricerca cinese pubblicata su ‘The Lancet’. Lo studio, condotto in aperto su 108 adulti sani a Wuhan, ha mostrato risultati promettenti dopo 28 giorni: i risultati finali saranno valutati in 6 mesi. Sono comunque necessari ulteriori studi per stabilire se la risposta immunitaria indotta dal vaccino protegge efficacemente dall’infezione Sars-CoV-2, fanno sapere i ricercatori. Ma intanto è già partito un trial randomizzato e controllato di fase 2 su 500 adulti. I risultati pubblicati oggi “rappresentano un’importante pietra miliare. Lo studio dimostra che una singola dose del nuovo vaccino per Covid-19 Ad5-nCoV con vettore adenovirale di tipo 5 produce anticorpi e cellule T specifici in 14 giorni, rendendolo un potenziale candidato per ulteriori indagini”, afferma Wei Chen dell’Istituto di biotecnologia di Pechino, responsabile dello studio. “Tuttavia – precisa – questi risultati devono essere interpretati con cautela. Le sfide nello sviluppo di un vaccino per Covid-19 non hanno precedenti e la capacità di innescare queste risposte immunitarie non indica necessariamente che il vaccino proteggerà gli esseri umani” da Sars-Cov-2. Insomma, i risultati “sono molto promettenti, ma siamo ancora molto lontani dall’avere questo vaccino disponibile per tutti”.

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Attualmente sono più di 100 i candidati vaccini in fase di sviluppo in tutto il mondo. Quello valutato in questo studio è il primo ad essere stato testato sull’uomo, evidenziano i ricercatori. Il vaccino utilizza un virus del raffreddore comune indebolito (che infetta facilmente le cellule umane, ma non è in grado di causare malattie) per fornire materiale genetico che codifica per la proteina di Spike, usata dal virus per penetrare nelle cellule. Il sistema immunitario crea così anticorpi che riconosceranno la Spike e combatteranno il coronavirus. A Wuhan è già stato avviato uno studio di fase II randomizzato, in doppio cieco contro placebo, sul vaccino Ad5-nCoV per determinare se i risultati raccolti in questo lavoro possono essere replicati e se si verificano eventi avversi fino a 6 mesi dopo la vaccinazione. Lo studio coinvolge 500 soggetti sani adulti: 250 volontari a cui è stata somministrata una dose media, 125 a cui è stata data una dose bassa e 125 a cui è stato dato un placebo. Per la prima volta questo trial includerà soggetti sopra i 60 anni, un’importante popolazione target per il vaccino.

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