L’ipermegacomplotto dei pacchi bomba negli USA

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-10-25

Il caso delle buste esplosive recapitate in questi giorni ad esponenti e sostenitori illustri del Partito Democratico USA sta eccitando il dibattito dell’Alt Right americana. E per QAnon si tratta chiaramente di un piano elaborato per mettere in cattiva luce Donald Trump e impedirgli di continuare a condurre la sua battaglia segreta (così segreta che non la conosce nemmeno lui) contro i pedofili

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Due giorni fa un pacco bomba è stato recapitato a George Soros. Ieri altri pacchi bomba sono arrivati a Bill e Hillary Clinton, a Barack Obama e alla CNN. Oggi invece è stato il turno dell’attore Rober De Niro e dell’ex vicepresidente Joe Biden. Nessuna bomba è esplosa ma a pochi giorni dalle elezioni di midterm (che si terranno il 6 novembre) c’è chi dubita che questa strategia della tensione voglia colpire il Partito Democratico e che anzi sia un complesso schema messo in gioco per indebolire il presidente Donald Trump.

La teoria del complotto democratico dietro le finte bombe di questi giorni

Il pacco per l’attore è stato recapitato agli uffici della casa di produzione – la Tribeca Productions – che si trova vicino al ristorante dell’attore, il Tribeca Grill a Manhattan. La bomba indirizzata a Joe Biden invece è stata individuata in un centro di smistamento postale nel Delaware. Nessuno dei pacchi bomba è esploso, e fonti vicine agli investigatori sostengono che non avrebbero potuto esplodere perché anche se contenevano polvere che potrebbe essere polvere da sparo si trattava di ordigni “inerti” cui mancavano alcuni componenti per innescare la detonazione. Altre bombe (od oggetti identificati come tali) sono state recapitate all’ex capo della CIA John O. Brennan (si tratta di quella arrivata di CNN), all’ex procuratore generale di Obama Eric Holder e all’parlamentare Democratica Maxine Waters. Sui pacchi spediti ieri come mittente era indicato l’ex presidente del Partito Democratico Debbie Wasserman Schultz.

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La cosa certa è che ad essere presi di mira da queste azioni “dimostrative” sono tutti esponenti del Partito Democratico (come è il caso di Clinton e Biden) oppure molto vicini ai Dem. Soros infatti ha finanziato la campagna per le presidenziali di Hillary Clinton mentre De Niro è una delle voci critiche di Hollywood nei confronti del Presidente Trump. Insomma, gli “obiettivi” sono tutti all’opposizione e per questo l’idea che ci sia il classico “pazzo fanatico dell’alt-right” sembra troppo banale per essere vera.

Il legame tra i pacchi bomba e il complotto di QAnon

Meglio invece credere che si tratti di un altro tassello della cospirazione di QAnon la cui vittima sarebbe proprio Trump. Si tratta di un ingegnoso piano organizzato dalle alte sfere del deep state che punta ad impedire che il presidente USA possa portare a compimento il suo piano segreto per liberare il mondo da un misterioso e potentissimo  gruppo di pedofili. Non è un caso quindi che su 4Chan, la imageboard dove è nata la teoria del complotto di QAnon ci sia già qualcuno che ha scoperto che DeNiro è stato tra i clienti di un “giro di prostituzione minorile internazionale”. Ovviamente la storia è falsa ma tanto basta per instillare il dubbio che le bombe siano in realtà degli auto-attentati.

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Del resto i cospirazionisti dell’Alt-Right statunitense sono già perfettamente a conoscenza del coinvolgimento di Hillary Clinton nell’affaire Pizzagate, che guarda caso aveva portato alla scoperta di un altro “circolo di pedofili”. Su /pol/ la board di 4chan dove si discute di politica sono già iniziate le indagini a caccia della possibile vera motivazione dietro la spedizione dei pacchi bomba.

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Ovviamente la maggior parte degli Anon ritiene che si tratti di un piano finanziato dal Partito Democratico al solo scopo di spingere il maggior numero di elettori possibile ad andare alle urne e a infliggere una sonora sconfitta ai Repubblicani. Se vi sembra una teoria assurda ricordatevi che nelle prime ore dopo la caccia all’immigrato di Luca Traini ci fu chi sostenne che la storia che l’uomo era stato candidato con la Lega Nord era tutta un false flag dei buonisti per accaparrarsi più voti.

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C’è chi si è imbarcato in un’analisi dell’unica foto della bomba per dimostrare che non è una vera bomba e che non sarebbe mai potuta esplodere. Inoltre l’autore di questo “debunking” ha anche aggiunto con photoshop una bandiera dell’ISIS per rendere più convincente la sua dimostrazione. Perché mai un estremista di destra avrebbe dovuto mettere una bandiera dell’ISIS su una bomba? Non ha alcun senso!

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Peccato che l’immagine utilizzata non sia quella della bandiera dell’ISIS ma questo logo qui, che ci assomiglia graficamente ma non è di sicuro la bandiera di Daesh.

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Come QAnon stra sfruttando la teoria del complotto

Altri invece usano una logica più sottile: «Ci sono persone che odiano così tanto De Niro, Soros e compagnia bella – scrive un Anonymous – da arrivare al punto di spedire pacchi con dentro esplosivi. Ma nessuno odia Trump, abbastanza, da mandargli un pacco esplosivo. Provate a pensarci un attimo». Cosa significa? Solo l’ennesima “prova” che questi pacchi bomba non sono altro che una psy-op costruita per attirare sui Democratici le simpatie della stampa, dei media e degli elettori spaventati da un rigurgito di violenza.

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Eppure potrebbe anche essere un elaborato scherzo, messo in piedi addirittura dagli stessi che hanno inventato la teoria del QAnon per trollare i sostenitori di Trump. Ma Anon al solito non ritiene che le cose stiano così. La prova? Le bombe sembrano costruite da un idiota che non sa nemmeno collegare due fili. Ma in realtà non ci sono tracce biologiche, DNA, capelli, fibre, pollini o impronte. Segno che in realtà si tratta del lavoro di professionisti.

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Ecco quindi spuntare fuori la teoria del complotto ordito da “troll di sinistra” che vogliono imboccare ai main stream media la storia del pericolo di un rigurgito di violenza estremista in caso di vittoria dei Repubblicani.

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Addirittura c’è chi vuole mettere in campo una contro-operazione chiamata – manco a dirlo – Operation #Metoo. Un modo per poter prendere possesso dell’hashtag #metoo usato dal movimento femminista per denunciare gli abusi sessuali e il maschilismo nella società Occidentale (non dimentichiamo che Trump è coinvolto nella storia del pagamento della porno star Stormy Daniels) per poter “denunciare” di essere vittime di un “pacco bomba”.

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La campagna mediatica ha due obiettivi: redpillare nuove persone (redpill è un termine derivato dal film Matrix usato negli ambienti MRA e Incel per delineare una persona che ha raggiunto la piena consapevolezza) e poter far incazzare la sinistra in modo tale da poter spostare voti verso i Repubblicani. Ancora una volta un fatto di cronaca diventa il pretesto per una trollata. E se invece fosse il contrario? Se invece fosse tutto un piano per rendere più credibile la trollata che si cela dietro QAnon? Meditate, gente. Meditate.

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