Il perfetto inglese di Rutelli e Gentiloni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-11-01

Nella storia raccontata da Mario Ajello sul Messaggero

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Nell’aneddotistica da Baci Perugina che permea i giornali italiani in occasione della nomina di un politico amico de tutti come Paolo Gentiloni al ministero degli Esteri non poteva non spiccare questo meraviglioso ricordo di Mario Ajello sul Messaggero riguardo Francesco Rutelli, Paolo Gentiloni e Massimo D’Alema

Ci fu un incontro tra lui, Rutelli – con cui ha fatto tandem alla Margherita e prima ancora al Campidoglio per il Giubileo e per tutto il resto e il loro è stato un sodalizio di una vita anche se ”Franciasco” viene dai radicali e Paolo dal Movimento studentesco, dal Pdup e dall’ecologismo – e Tony Blair e la conversazione andò avanti in inglese senza problemi da parte dei nostri. Poi l’allora premier britannico s’incontrò con D’Alema e ci fu bisogno del traduttore. Proprio in quell’occasione, Blair disse a Gentiloni: «Altro che nuove vie della sinistra, noi dobbiamo far dimenticare la parola stessa di sinistra in Europa». Gentiloni sarebbe stato, molti anni dopo, tra i pochi renziani a non condividere la svolta filo-Pse dell’attuale premier e segretario del Pd.

Ora, che Gentiloni parli un perfetto inglese è roba che non osiamo mettere in dubbio. Che D’Alema invece abbia avuto problemi, per carità, può anche essere. Ma che Francesco Rutelli abbia fatto bella figura è roba che viene smentita dalla moviola. Basta rivedere il filmato (cit.) d’epoca, ovvero del 2007 (l’anno successivo all’incontro di Gentiloni).

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