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Paolo Bernini contro Telethon dimostra di non sapere cos'è la ricerca scientifica

Giovanni Drogo 19/12/2017

Il parlamentare animalista del M5S ha attaccato Fondazione Telethon perché le sue ricerche fanno ricorso alla sperimentazione animale. Curiosamente l’onorevole Bernini fa appello ad una direttiva europea che le associazioni “anti-vivisezione” volevano abolire e porta come esempio di “vera ricerca scientifica” un’associazione della quale poco si sa

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È Natale, e come ogni anno gli animalisti si radunano per “boicottare” Telethon e invitare gli italiani a non finanziare la ricerca scientifica che ricorre alla sperimentazione animale. Quest’anno nella lotta contro la casta degli scienziati di Telethon è arrivato il deputato Paolo Bernini del MoVimento 5 Stelle. È noto infatti che Bernini – quando non si occupa di microchip sottocutanei per il controllo mentale, di indagare sulla morte di Bin Laden o di spiegare al Parlamento che l’11 settembre è stato un inside job pianificato dalla CIA – ha molto a cuore la salute degli animali. Qualche tempo fa Bernini è arrivato a paragonare gli allevamenti intensivi ai campi di concentramento nazisti e gli animali mangiati dai “carnivori” alle vittime dell’olocausto.

Paolo Bernini contro Telethon e la Sperimentazione Animale

Non stupisce quindi che ieri Bernini – che ha così a cuore la salute degli animali – abbia invitato a dire “no a Telethon”. Il tutto curiosamente dopo che la settimana scorsa il Comune di Roma ha siglato con Fondazione Telethon un protocollo d’intesa “che impegna l’Amministrazione capitolina a collaborare nella raccolta fondi per il finanziamento delle attività della fondazione”. L’immagine postata da Bernini non lascia dubbi, se finanzi Telethon finanzi la sperimentazione animale. Ed è interessante che a rappresentare Fondazione Telethon Bernini non abbia scelto l’immagine dei bambini e dei malati di malattie rare ma quella di due esponenti della cosiddetta Ka$ta come Luca Cordero di Montezemolo (Presidente di Telethon) e del Presidente Emerito Giorgio Napolitano.
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Quasi a dire insomma che quei soldi arricchiscono chi non ne ha bisogno e al tempo stesso alimentano la sofferenza degli animali. Telethon stessa non nega che alcuni dei 2521 progetti finanziati facciano ricorso alla Sperimentazione Animale (SA) e spiega che “solo una parte dei progetti finanziati richiede la sperimentazione su modelli animali”. Per Bernini però la SA è inutile ed è cattiva scienza (stesse parole usate da Grillo nel 2006) perché la “sperimentazione sugli animali è superata e quindi evitabile”. In realtà la non-predittività del modello animale per l’uomo è una tesi che è stata confutata parecchio tempo fa. Questo non significa che la Sperimentazione Animale si debba svolgere nella totale assenza di regole; a sostenerlo anche Kay Davies, una delle più importanti ricercatrici sulla distrofia muscolare di Duchenne, malattia per la quale ad oggi non c’è una cura.

Perché Bernini si richiama ad una direttiva europea che le associazioni anti sperimentazione animale volevano abolire?

Bernini poi si richiama alla direttiva europea che suggerisce l’implementazione di metodi ricerca alternativi e sostitutivi rispetto alla SA. Ed è interessante che Bernini si richiami proprio a quella direttiva perché  è proprio la normativa europea che qualche tempo fa gli animalisti volevano abolire. Quella normativa garantisce la difesa dalla qualità della vita degli animali da laboratorio e a sancisce la necessità di ricorrere, ove possibile e secondo criteri di certificazione ben precisi, a metodi di sperimentazione alternativi. La normativa europea ha introdotto il principio delle tre R che sono Replacement, Reduction e Refinement. La legge europea mira già alla Sostituzione delle tecniche di sperimentazione. Ma nel nostro Paese quella direttiva è stata recepita in modo “particolare” tant’è che la Commissione Europea ha avviato una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia.
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Chi combatte la Sperimentazione Animale lo fa credendo di salvare gli animali e al tempo stesso consentire il progresso della ricerca scientifica. Ma come hanno scritto su NextQuotidiano Giulia Corsini e Luca delle Cese qualche tempo fa non è così. Anche perché non è affatto chiaro (né trasparente) quali “progetti di ricerca scientifica” e a che livello di avanzamento siano quelli finanziati dalle associazioni animaliste. Bernini scrive che bisogna dire no a Telethon e «Sì agli enti che fanno ricerca vera come rIcerCare».

La strana storia di Ricercare che per Bernini “fa vera ricerca”

Ma che cos’è questo rIcerCare? Si tratta di un progetto che fa parte di I-CARE NETWORK, una rete internazionale di associazioni animaliste che “ha deciso in modo autonomo di attivarsi in prima persona per fare informazione sulla ricerca scientifica”. Ricercare raccoglie fondi tramite il 5×1000 per finanziare progetti di ricerca. Ma basta fare un confronto tra le – poche – informazioni presenti nelle schede di Ricercare e quelle sui progetti finanziati da Telethon (per i quali viene indicato l’importo) per farsi venire qualche dubbio.
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Ed è interessante che alla sezione “Studi e ricerche” gli articoli scientifici siano redatti da Alfredo Lio che si fa definire “esperto scientifico” e che sul suo sito scrive: «Come tanti, nella vita coltivo diversi interessi. Uno degli interessi verso cui presto maggiore attenzione è sicuramente quello per il progresso e l’innovazione scientifica». Strano che un “esperto scientifico” sostenga che la scienza è uno dei suoi “interessi” e che non fornisca alcun curriculum. Il motivo sembra essere il fatto che Alfredo Lio in realtà non è un ricercatore (e non risulta nemmeno essere laureato) ma sarebbe un agente di Polizia.
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Le cose non migliorano se andiamo a cercare chi è il Presidente e Fondatore di I-Care Network e I-Care Italia. Si tratta di Massimo Tettamanti che di professione è criminologo forense e chimico ambientale, da anni impegnato sul fronte della lotta alla sperimentazione animale. Non un ricercatore quindi. Nel network fondato da Tettamanti fa parte anche l’associazione animalista Freccia 45, fondata e presieduta da Susanna Chiesa, recentemente salita agli onori delle cronache per un presunto raggiro nei confronti del noto rapper Fedez. La Chiesa è infatti la ex consulente legale di Fedez, ma c’è un problema: non è un avvocato. Per questo motivo è stata condannata per esercizio abusivo della professione. Tettamanti e Chiesa sono anche partner di una società fondata nel 2015.


L’importante, diranno i più, è che l’organizzazione di Tettamanti faccia ricerca scientifica. Ci sono però forti dubbi che dalle parti di I-Care abbiano a cuore l’interesse della scienza e della medicina. L’associazione si era fatta promotrice di eventi contro le vaccinazioni dove intervenivano medici omeopati e ha condiviso post (dal sito della Casaleggio La Fucina) a favore dello screditato Metodo Di Bella dove si definisce “inutile e costosa” la chemioterapia. Non si capisce, e sarebbe interessante che Bernini se ne occupasse, quanti sono e come sono stati utilizzati i soldi per studi “con modelli alternativi” e cosa hanno prodotto. I critici di Telethon ci spiegano che la Fondazione ha finanziato moltissimi progetti ma che nessuno di questi è giunto a produrre una cura (non è vero). Quali risultati concreti hanno prodotto gli studi finanziati da I-CARE che tanto stanno a cuore all’Onorevole Bernini.
 

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