ONG, Sea-Watch fermata a Malta

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-07-02

La nave bloccata nel porto dall’Autorità maltese. Probabile un’inchiesta di bandiera come per la Lifeline. Le altre accuse archiviate dalla procura di Palermo

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La nave Sea-Watch è stata bloccata a Malta dall’Autorità portuale perché sottoposta a fermo stamattina dopo aver fatto rifornimento. La ONG scrive su Twitter che l’autorità portuale non ha fornito motivazioni tecnico-legali per il blocco e denuncia la “deliberata restrizione della nostra libertà volta a impedire l’attività di soccorso”.

ONG, Sea-Watch bloccata a Malta

La Sea-Watch sta subendo la stessa sorte della Lifeline, che si trova sottoposta a fermo nel porto maltese per essere sottoposta a un’inchiesta di bandiera. Insieme alla Lifeline, la Sea-Watch è stata accusata in questi giorni dal ministro dell’Interno Matteo Salvini di aver presentato documenti falsi o contraffatti o non in regola: anche la nave è registrata in Olanda come pleasure craft e quindi potrebbe essere questo il motivo del blocco. La nave era utilizzata in precedenza da Medici senza Frontiere, all’epoca si chiamava Dignity I.

sea watch malta

Nei giorni scorsi il capitano della Lifeline ha mostrato gli originali delle registrazioni della sua nave a una rete televisiva tedesca, contestando le accuse arrivate da Malta e Italia riguardo le presunte irregolarità nei documenti. Qualche giorno fa la procura di Palermo ha chiesto e ottenuto l’archiviazione delle indagini su Sea-Watch e altre navi delle ONG per l’accusa di associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina.

Il capitano della Lifeline rilasciato su cauzione

Intanto Claus-Peter Reisch, il capitano della nave Lifeline, ha ottenuto oggi da un giudice maltese il rilascio dietro il pagamento di una cauzione di 11mila dollari. Il giudice Joe Misfud ha vietato a Reisch di lasciare l’isola, confiscandogli il passaporto ed impedendogli di dormire a bordo della nave prima della prossima udienza, fissata per giovedì. Durante l’udienza, attivisti e membri delle Ong hanno manifestato di fronte al Palazzo di Giustizia con cartelli e slogan, tipo “il salvataggio a mare non è un reato”. La polizia maltese ha affermato che le accuse rivolte al capitano non sono collegate al traffico di esseri umani. Ma appunto alle irregolarità di registrazione della nave che risulta registrata in Olanda presso uno yatch club.

lifeline 3

L’avvocato difensore maltese, Cedrid Mifsud, ha però sottolineato quanto sia insolito muovere accuse di questo genere verso il suo cliente, soprattutto considerato il fatto che con la sua attività e la sua nave salva vite in mare. Mentre l’avvocato specializzato in diritti umani Neil Falzon, che anche rappresenta Reisch, ha parlato di una pericolosa influenza di fattori politici su questo caso. “Se le questioni politiche interferiscono su quelle umanitarie e le Ong diventano dei bersagli come risultato, allora abbiamo un serio problema”, ha detto alla Dpa dopo l’udienza. La Lifeline, collegata alla Ong tedesca Mission Lifeline, ha potuto attraccare a Malta lo scorso 28 giugno dopo che diversi Paesi Ue hanno accettato di prendere parte dei rifugiati che si trovavano a bordo della nave.

Leggi sull’argomento: La procura spiega perché le ONG non sono taxi del mare

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