Nobel per la pace 2022: premiati l’attivista bielorusso Ales Bialiatski e due Ong (una russa e una ucraina)

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-10-07

“Il Nobel per la Pace rende omaggio a difensori instancabili dei diritti umani”, il commento del presidente francese Macron

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Il comitato norvegese dei Nobel ha conferito il premio per la Pace del 2022 all’attivista per i diritti umani bielorusso Ales Bialiatski, all’associazione per i diritti umani russa Memorial e all’organizzazione per i diritti umani ucraina il Centro per le libertà Civili. “Ales Bialiatski in Bielorussia, l’ong Memorial in Russia, il Centro per le libertà civili in Ucraina: il Nobel per la Pace rende omaggio a difensori instancabili dei diritti umani in Europa. Costruttori di pace, sanno di poter contare sul sostegno della Francia”, ha scritto su Twitter il presidente francese Emmanuel Macron.

Nobel per la Pace 2022: i commenti dopo la premiazione

“Premiare le organizzazioni non governative e i difensori dei diritti umani è sempre un’ottima scelta e quest’anno è stata più che ottima. Organizzazioni per i diritti umani che lottano in contesti difficili in cui i diritti non sono rispettati e poi vedere un prigioniero di coscienza storico di Amnesty International come Ales Bialiatski ricevere il Nobel dà una bellissima sensazione”, ha invece commentato all’Adnkronos Riccardo Noury, portavoce della sezione italiana di Amnesty International.

“Memorial è un’organizzazione basata sulla nozione che confrontare crimini passati è essenziale nel prevenire nuovi”, ha sottolineato sull’Ong russa premiata la Presidente del Comitato Nobel norvegese per spiegare le motivazioni della scelta di quest’anno. Memorial “è stata istituita nel 1987 da attivisti in Unione sovietica che volevano assicurare che le vittime delle oppressioni del regime comunista non siano mai dimenticate. Fra i fondatori, fugurano Andrei Sakharov e Svetlana Gannuchkina (che ancora lavora a Mosca, impegnata a difendere i diritti degli ucraini deportati in Russia, ndr). “Dopo il crollo dell’Urss, si è consolidata come la principale organizzazione per la difesa dei diritti umani in Russia” ed è diventata, conclude la Presidente del Comitato Nobel, “la fonte più autorevole di informazioni sui russi arrestati, in prima linea per combattere il militarismo e le violazioni dei diritti umani e per un governo basato sul rispetto della legge”.

“Durante le guerre cecene, ha raccolto informazioni sugli abusi e i crimini perpetrati sui civili dalle forze russe e pro russe”, ha precisato la presidente del Comitato Nobel ricordando Natalia Estemrova, l’attivista di Memorial uccisa nel Caucaso proprio per questo lavoro. La società civile in Russia è stata soggetta a minacce di detenzione e uccisioni per anni. Memorial è stata definita come agente straniero e nel dicembre del 2021 le autorità hanno deciso che Memorial avrebbe dovuto essere liquidata e il Centro di documentazione chiuso per sempre. Ma i sostenitori di Memorial “si rifiutano di chiudere”. Il Presidente dell’organizzazione ha precisato che “nessuno intende rinunciare”.

Nobel per la Pace, il coordinatore di Pace Disarmo: “Questo premio dimostra che la società civile è fondamentale per la pace”

“Riteniamo significativa la scelta del Comitato per il Nobel norvegese per due motivi: da un lato ovviamente la situazione in Ucraina ha spinto il Comitato a ragionare su premi in quell’area e che coinvolgessero attivisti in Bielorussia, Russia e in Ucraina. Lo stesso stiamo facendo noi sostenendo la società civile per la pace sia in Russia che in Ucraina”, ha detto all’Adnkronos Francesco Vignarca, coordinatore nazionale di Rete Pace Disarmo, commentando l’assegnazione del premio Nobel per la Pace.

“L’altro elemento fondamentale è la sottolineatura – spiega Vignarca – che la società civile è fondamentale per la pace, molti pensano che la pace sia solo fatta dagli Stati e dai potenti e invece non è così. La pace si costruisce dal basso con le associazioni, con i sindacati e le organizzazioni che fanno parte della società civile. E quindi in questo senso siamo molto contenti, un po’ riecheggiano le ragioni del Nobel di 5 anni fa quando è stato dato alla campagna Ican per il disarmo nucleare: la società civile è cruciale per la pace”.

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