Cultura e scienze
Il muro di Trump? I fasciogentisti hanno scoperto le mura del Vaticano e sono molto indignati
Giovanni Drogo 02/02/2017
Il Papa predica bene ma razzola male, lo hanno scoperto i fascisti di Facebook che accusano il Pontefice di non fare nulla per far abbattere le Mura Leonine che proteggono il Vaticano anche se critica il muro di Trump
Come si permette il Papa di criticare il nuovo paladino della ggente il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump attaccandolo addirittura sulla questione del muro? Papa Francesco – riportano alcune pagine Facebook di estrema destra – ha criticato la decisione di Trump di far costruire un muro al confine tra USA e Messico facendolo pagare ai messicani (che però hanno risposto più o meno “no pago affitto”). In realtà il Papa non ha proprio detto che Trump è pericoloso anzi, ha detto di aspettare a vedere cosa succede e a proposito del muro ha spiegato che preferisce il dialogo «Cerchiamo un salvatore che ci restituisca la nostra identità e ci difendiamo con muri, fili spinati o con altri mezzi dagli altri popoli che ci possono togliere l’identità. E questo è molto grave. Per tale ragione dico sempre: dialogate fra di voi, dialogate fra di voi»
Dal muro del Papa in Vaticano
La pagina Facebook Italiani Difendiamo la Nostra Patria animata dall’ineffabile e Fond. Mauri che già abbiamo imparato a conoscere per il suo lavoro su pagine fasciste e razziste come Avanguardia Nera e Fratellanza Nera ci spiega che il Papa è un grandissimo ipocrita che predica bene e razzola male. Dopo accurate analisi satellitari infatti Mauri ha scoperto che il Vaticano nasconde un segreto che nessuno conosce: è circondato da un muro. E non un muro qualunque un muro altissimo, di mattoni, impenetrabile. Nessuno era a conoscenza che Papa Francesco, mentre invitava al dialogo e a “costruire ponti” (magari per far arrivare gli immigrati dall’Africa senza che si bagnino i piedini???), aveva fatto costruire un muro spesso quattro metri e alto sei.
Nessuno lo sapeva perché in effetti quelle sono le Mura Leonine dal nome di Leone IV, il pontefice che ordinò la costruzione della cinta muraria attorno al Vaticano nella seconda metà dell’800 (non nel senso di diciannovesimo secolo, ma di nono secolo). Sono più o meno milleduecento anni che le Mura esistono, anche se il tracciato attuale è diverso da quello originario visto che nel corso dei secoli altri papi hanno messo mano al percorso e alle fortificazioni ma di fatto più meno con la fine delle Guerre d’Indipendenza e la Breccia di Porta Pia (che però è sulle mura aureliane) le mura vaticane non hanno più alcuno scopo difensivo. Anche perché i fascisti dell’Internet non si sono accorti che per arrivare a San Pietro è possibile percorrere Via della Conciliazione fatta costruire – strano che non se ne siano ricordati – durante il Fascismo per celebrare la firma dei Patti Lateranensi tra il Regno d’Italia e la Santa Sede.
Nei commenti tra i molti che se la prendono con quel pacifinto di Bergoglio c’è anche chi fa notare che le cose non sono assolutamente comparabili, il che dovrebbe essere superfluo se pensate che molte città italiane hanno una cinta muraria ma evidentemente Mauri non ha finito le elementari e spiega che “è solo un esempio” per spiegare che “in Vaticano non entra neanche una mosca senza permesso”. Cosa che è lo stesso falsa visto che non solo si può entrare in Vaticano senza permesso o senza visti ma che anche l’accesso a Piazza San Pietro, alla Basilica è libero e che per altri luoghi (ad esempio i Musei Vaticani) è sufficiente un biglietto. Non fanno differenza quelli che ricordano che anche l’Arabia Saudita sta costruendo una enorme e costosissima barriera per impedire l’accesso dei migranti: l’Arabia Saudita non è un paese democratico ma al tempo stesso ha accolto un certo numero di rifugiati siriani.
A quello “voluto dai Clinton” al confine con il Messico
Riguardo al muro con il Messico è bene precisare che delle barriere e dei reticolati esistono già. Le prime furono fatte costruire a inizio Novanta durante l’amministrazione di George Bush padre (quindi tra il 1989 e il 1993) dalle autorità di polizia delle città statunitensi il cui territorio confina con il Messico, si trattava per lo più di recinzioni che servivano a rendere “più difficile” o a “scoraggiare” il passaggio degli immigrati attraverso certi settori della frontiera in particolare in prossimità dei centri abitati oppure per evitare che i migranti saltassero dai ponti situati sul confine per entrare in territorio statunitense. Ma dal momento che potevano essere facilmente scavalcate, o aggirate sconfinando a qualche chilometro di distanza, non sono state molto utili come deterrente per l’immigrazione clandestina. Durante la presidenza di Bill Clinton venne iniziata invece dal governo federale la costruzione di una serie di barriere (non sono mai state chiamate muri ma al di là della differenza semantica la funzione pratica è la medesima) che facevano parte di una serie di “operazioni” per il contenimento dell’immigrazione clandestina (i loro nomi erano Operation Gatekeeper in California, Operation Hold-the-Line in Texas e Operation Safeguard in Arizona). Di nuovo si trattava di barriere e recinzioni lunghe qualche decina di chilometri che non erano affatto sufficienti per chiudere tutto il confine tra USA e Messico che invece è lungo poco più di tremila chilometri. Più che un muro queste barriere hanno funzionato come deviatori di flusso, deviando il traffico di droga e di persone al di fuori dei sobborghi delle grandi città di confine. Nel 2006 il Congresso approva il Secure Fence Act che viene successivamente firmato dal presidente George W. Bush e che prevedeva la costruzione di una nuova doppia barriera continua lunga 1126 chilometri i cui lavori di costruzione terminarono nel 2011 quando Obama annunciò che la costruzione della barriera era “sostanzialmente ultimata“. Non è del tutto vero però perché anche se come prevede la legge – firmata tra gli altri da Barack Obama e Hillary Clinton che all’epoca erano senatori – la barriera è stata eretta per tutta la sua lunghezza per mancanza di fondi e in seguito ad un emendamento che la giudicava non necessaria non è stata ultimata la costruzione della seconda barriera che dovrebbe correre parallela alla prima (solo 50 chilometri sono a “doppio strato”).
Durante la campagna elettorale Trump ha detto che anche la Clinton voleva costruire un muro, la Clinton ha replicato che quando ha votato a favore del Secure Fence Act ha votato per la costruzione di una barriera che copre un terzo della lunghezza totale del confine e che non ha mai parlato di muro. La legge del 2006 tra le altre cose autorizzava il segretario alla Homeland Security a non tenere conto delle leggi federali che avrebbero potuto impedire la costruzione della barriera e a poter espropriare i terreni dei privati cittadini che si trovavano sul tracciato. Il punto è che barriera, doppia barriera o muro lo scopo è quello di bloccare il passaggio delle persone e quindi le si può chiamare come si vuole ma la funzione che assolvono questi dispositivi è la stessa. Una barriera non è “più gentile” di un muro. Poi si può discutere dell’utilità di costruire una barriera che lascia scoperti due terzi del confine o del costo di erigere un enorme muro, ma i fatti sono che anche Hillary Clinton e Obama hanno ritenuto che una barriera fosse utile a fermare l’immigrazione clandestina. Oggi come allora chi si oppone alla barriera, oltre a considerarla uno strumento razzista di segregazione ne evidenziano i costi non solo di costruzione ma anche di mantenimento (e il fatto che serviranno molti più uomini per presidiarla) e la totale inutilità perché fino ad ora molte persone hanno trovato un modo per superarla (e migliaia sono morte provandoci).