Mattia Del Zotto: il killer del tallio e la cromoterapia

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-12-08

Non voleva usare il telecomando, non voleva guidare perché odiava clacson e abbaglianti, non lavorava e non aveva una vita sociale. L’assassino reo confesso e i tentativi di curarlo con “cure alternative”

article-post

Non lavorava da due anni, viveva nella sua stanza, non dava confidenza a nessuno: Mattia Del Zotto era il profilo ideale dell’assassino affetto da turbe psichiche e aveva dato anche segni di squilibrio, come il rifiuto di usare il telecomando della televisione e, secondo il racconto di un vicino, l’uso di anabolizzanti per la palestra e un successivo “sgonfiamento” sospetto.

Mattia Del Zotto: il killer del tallio e la cromoterapia wimala

Il 27enne era anello “di congiunzione” tra i due rami della famiglia e con “indole schiva ed introversa” e senza “rapporti affettivi” con i parenti. Con il sequestro del computer da lui usato sono venuti a galla elementi tali da ritenere fosse il responsabile. Innanzitutto, grazie agli esperti forensi sono stati estrapolati dal pc alcuni file che il presunto assassino, esperto di informatica e convinto di farla franca (non si è preoccupato del rischio che poteva correre fornendo la sua password “gloriosoDIO”) si era dimenticato di cancellare dalla cartella ‘bozze’. Così, è spuntata la corrispondenza, a partire dallo scorso 22 giugno, con l’azienda di Padova dove Del Zotto si è procurato il tallio con tanto di solleciti e ordine di acquisto di sei confezioni di quella sostanza letale da 10 grammi l’una. Oltre a ciò i tabulati telefonici hanno seguito il tragitto fatto dal ragazzo il 15 settembre dove ha comprato le sei confezioni di veleno per circa 248 euro in contanti. Infine, ieri sera, quando lo stavano ammanettando, la confessione ai carabinieri. “L’ho fatto per punire persone impure”. Dopo di che, prima di decidere di non collaborare più, ha dato l’indicazione di dove aveva nascosto le 5 boccette di tallio rimaste non ancora usate.
mattia del zotto 1
Due anni fa il cambiamento repentino del giovane: la perdita del lavoro e l’abbandono della palestra che frequentava. Da allora, secondo il racconto di zii e genitori sentiti nel corso delle indagini, Mattia aveva eliminato tutti gli oggetti “superflui” dalla sua stanza, aveva smesso di consumare dolci e alcolici, “odiava guidare e salire sui mezzi pubblici lo innervosiva perché ‘pieni di gente che bestemmia'”, non guardava volentieri la televisione ed era “contro l’uso del telecomando”, arrivando a criticare persino il Papa perché ha assistito ad un’esibizione di tango. Sua madre Cristina è convinta che sia entrato in una setta. “Ci ha detto di non essere più cattolico, e che sta seguendo una religione che non ci ha dettagliato”, ha detto la donna agli inquirenti, “il suo nuovo stile di vita, a suo dire, è ispirato a un gruppo che si chiama ‘Concilio Vaticano II'” e che secondo la donna si tratterebbe di una “specie di setta”.

La conversione e la setta

La madre ha anche aggiunto di aver ascoltato con lui un audio, una voce metallica di cui non ricorda il contenuto ma che le faceva paura. Agli inquirenti lo stesso Mattia ha detto di essersi convertito all’ebraismo, tre anni fa. Sui legami familiari il 27 enne ha specificato che per “il semplice fatto che siano parenti” non era necessario “avere un rapporto di affetto così approfondito con loro”. Ma i genitori hanno anche detto di aver tentato, per curarlo, la via della cromoterapia. Ovvero una cosiddetta “medicina alternativa” – che non è mai stata in grado di superare uno studio clinico controllato per verificarne l’efficacia – che funziona come terapia per la cura delle malattie, regolato da principi comuni come “quelli che portano a scegliere il colore dell’abito da indossare o la tinta delle pareti di casa per abbinarli a una determinata personalità e favorire o contrastare un certo stato d’animo. Secondo la cromoterapia, i colori aiuterebbero il corpo e la psiche a ritrovare il loro naturale equilibrio, e avrebbero effetti fisici e psichici in grado di stimolare il corpo e calmare certi sintomi”.

cromoterapia
Fonte foto

Secondo i fondamenti della cromoterapia, i colori possono essere assorbiti dall’organismo in moltissimi modi: strumenti e apparecchi particolari possono diffondere le radiazioni, oppure il sole irradia la pelle racchiudendo nella luce l’intero spettro di colori, anche gli alimenti concorrono alla cromoterapia, perché i colori che contengono entrano nell’organismo attraverso la loro assunzione. Addirittura, l’acqua, ricca di irradiazioni luminose, carica il corpo di energia, così come i vestiti che, arricchiti di colori, toccano il corpo connotandolo di armonia. Ancora, l’organismo potrebbe assorbire i colori grazie a massaggi con oli e pigmenti colorati, oppure può essere aiutato a rilassarsi tramite bagni con acque colorate e arricchite di essenze.
La cromoterapia ad irradiazione luminosa, in base alle supposizioni dei cromoterapisti, risulta una tra le tecniche maggiormente efficaci: le onde elettromagnetiche sono sfruttate per la produzione di energia, capace di entrare in profondità nelle cellule affinché si verifichi un equilibrio elettro-chimico. Le irradiazioni luminose servirebbero, ipoteticamente, per migliorare le funzionalità biologiche delle cellule. Tratto da: MyPersonalTrainer

Mattia denunciò il padre Domenico qualche tempo fa per averlo strattonato e per avergli tolto le chiavi di casa. «Non guida più perché non sopportava che un’altra vettura potesse fare gli abbaglianti o suonare il clacson. Non utilizza i mezzi perché a suo dire ci sono persone arroganti e che bestemmiano. Per l’ordine è maniacale. Ultimamente ce l’ha col mondo intero, ma non credo sia in grado di far male a nessuno: nel caso si sarebbe rivolto prima contro me e mio marito, con gli altri parenti non c’erano ostilità», ha raccontato la madre agli inquirenti. Si sbagliava.

Potrebbe interessarti anche