Massimo Galioto, Beau Solomon e la morte di Federico Carnicci

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-07-08

Un video sostiene la ricostruzione della procura sulla morte dello studente americano ritrovato annegato nel Tevere. Intanto si riapre un altro caso: quello di un operaio toscano deceduto un anno fa in circostanze simili. La testimonianza (travisata) della fidanzata di Galioto, Alessia Pennacchioli

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Mentre Massimo Galioto è ancora in carcere per l’accusa di omicidio volontario in relazione alla morte di Beau Solomon, un video che ricostruisce il percorso dello studente americano poi ritrovato annegato nel Tevere è stato acquisito dalla magistratura. Nel filmato si vede Beau che scende le scale dalla strada fino alla banchina con due uomini. Le telecamere di sorveglianza hanno mostrato anche i momenti in cui Solomon è stato spinto in acqua e si vede che il gruppo è composto da tre persone. La ricostruzione della procura sostiene che Beau ha inseguito i ladri sulla sponda del fiume e gli uomini che lo stanno accompagnando lo hanno derubato e ingannato, scaricando la colpa sui senzatetto che vivono sotto il Tevere.

Massimo Galioto e il video che ritrae la morte di Beau Solomon

I due che accompagnano Solomon all’andata tornano su da soli al ritorno: Beau arriva fino alle tende e inizia ad urlare, scoppia la discussione con i clochard e alcuni testimoni riferiscono di aver visto gli spintoni del gruppo e il ragazzo che cade in acqua. Ieri intanto Galioto non ha risposto nell’interrogatorio di convalida e garanzia. Secondo quanto si è appreso, nei confronti dell’uomo il giudice Maria Agrimi ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Il difensore di Galioto, l’avvocato Michele Vincelli, ha spiegato che il “quadro indiziario e’ ancora lacunoso e necessita di ulteriori approfondimenti” e per questo il legale ha annunciato la richiesta di perizie e verifiche, a partire dai filmati che sono stati sequestrati. “In questa vicenda ci sono ancora aspetti poco chiari – ha spiegato il penalista – Il mio assistito si dichiara innocente e nega di aver spinto in acqua il giovane statunitense”. A parere dell’avvocato Vincelli, Galioto sarebbe molto provato “dallo stato di detenzione, ma convinto che potra’ chiarire la sua posizione”. La situazione per lui potrebbe però aggravarsi. Potrebbe infatti riaprirsi a breve l’inchiesta sulla morte di Federico Carnicci, ex operaio toscano, scomparso nel Tevere il 7 luglio 2015 e ritrovato morto in acqua dieci giorni dopo. La vicenda ha molte similitudini con la morte di Beau Solomon, il giovane studente americano morto per annegamento dopo essere stato gettato nel fiume da Massimo Galioto. E proprio del senzatetto che vive sotto il ponte Garibaldi, Carnicci era amico così come della sua compagna, Alessia Pennacchioli. Nei prossimi giorni l’avvocato Carmine De Pietro, legale dei familiari di Carnicci, presenterà una istanza al pm Francesco Scavo per chiedere la riapertura delle indagini. Il procedimento era stato archiviato nell’aprile scorso. In base a quanto si apprende Galioto non è stato mai ascoltato su questa vicenda mentre in procura venne convocata la compagna. Nella sua ricostruzione affermò che quando Carnicci cadde nel fiume lei stava dormendo nella tenda. Secondo l’autopsia Carnicci è morto per shock termici e gli esami tossicologici hanno dato esito negativo.

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Una foto di Massimo Galioto dal Messaggero

Federico Carnicci e Alessia Pennacchioli

Ieri il Corriere della Sera ha riportato ampi brani di una conversazione tra Alessia Pennacchioli, compagna di Galioto, e alcuni suoi amici su Facebook che l’hanno accusata a più riprese di mentire riguardo la morte di Federico Carnicci. Ma a dispetto del taglio dell’articolo i dettagli della discussione rivelano che non c’è nessuna ammissione da parte della ragazza, che smette di rispondere quando gli altri la accusano. Durante la conversazione sul social network, una persona scrive: “Un anno fa un altro ragazzo è morto allo stesso modo. Sempre lì”. Poi ha aggiunto: “Ale, ma come cazzo si fa dopo che Max ha buttato il ragazzo americano avete dormito tranquillamente insieme… Ma vi siete rincoglioniti!”. Un’altra persona interviene: “(…) Aggiungo che se so rimessi a dormire pure in quel caso. È bene che la verità di Federico, cara Alessia, inizia raccontarla!”.


Alessia Pennacchioli, la fidanzata di Galioto, dopo la scomparsa di Federico aveva sostenuto che quella notte aveva assunto dei medicinali e quindi aveva «dormito profondamente per poi svegliarsi alle 9,30 quando veniva informata da Carlo Laganà della scomparsa di Federico». Ieri invece, scrive il Messaggero, ha dato un’altra versione:

Ossia che già la notte aveva partecipato al soccorso di Federico che sarebbe caduto una prima volta in acqua.«Nella nottata odierna» aveva invece denunciato Laganà «mi sono accorto che il nostro amico Federico Carnicci si era gettato nel Tevere, probabilmente perché aveva bevuto troppa birra ed aveva perso l’equilibrio. Assieme al mio amico Massimo Galioto siamo riusciti ad afferrarlo e a farlo uscire dall’acqua. Poi ci siamo rimessi a dormire fino alle7 di questa mattina. Quando ci siamo svegliati, mi sono accorto che Federico non stava dormendo nel suo sacco a pelo e non era neanche nei paraggi».
Jacub, un ragazzo polacco, invece aveva fornito un’altra versione: «Sono stato svegliato alle 4 di notte dalle grida di un ragazzo in acqua, che poi ho riconosciuto come Carnicci. Annaspava. Mi sono gettato nel fiume per soccorrerlo senza riuscirci». L’allarme verrà dato solo alle 11 e15. L’avvocato Carmine De Pietro,che assiste la famiglia di Federico, non ha dubbi: «Sul caso le testimonianze non combaciano». Su facebook la tribù di Galioto ha cominciato a spaccarsi: «Voi siete pazzi».

Parlando con SkyTg24 ieri Alessia Pennacchioli ha però ribadito la sua versione: “Si è calato troppo stramonio. Non ha saputo farsi le dosi giuste con tre piante, è una pianta velenosa, allucinogena. Lui ha fatto un pasticcio allucinante: l’ha toccata, quindi il veleno è entrato nel suo corpo, ha fatto la tisana non sapendo farla, se n’è bevuta quasi una vasca. Dicono che nel corpo non c’è quello che noi dicevamo, ma dopo 12-13 giorni al fiume dentro al corpo si sono tolte tutte le tracce possibili immaginabili».

Leggi sull’argomento: La storia degli americani arrabbiati con l’Italia per la morte di Beau Solomon

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