Massimo Andreoni ad Agorà e il caldo che “uccide” il virus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-28

Il direttore Scientifico di SIMIT in un intervento ad Agorà: “Più che il sole… i raggi ultravioletti un po’ lo uccidono ma è soprattutto il caldo che fa seccare prima le goccioline che emettiamo quando parliamo. Cadono prima e tendono a infettare meno, è un fatto meccanico, fisico, diciamo…”

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Massimo Andreoni, direttore Scientifico SIMIT, in un intervento oggi ad Agorà spiega in che senso il caldo uccide il Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19: Andreoni prima spiega che una seconda ondata di COVID-19 è possibile subito dopo l’estate. Poi spiega: “Più che il sole… i raggi ultravioletti un po’ lo uccidono ma è soprattutto il caldo che fa seccare prima le goccioline che emettiamo quando parliamo. Cadono prima e tendono a infettare meno, è un fatto meccanico, fisico, diciamo…”.

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Come abbiamo spiegato ieri, una ricerca intitolata “Simulated Sunlight Rapidly Inactivates SARS-CoV-2 on Surfaces” e che è possibile leggere nella sua interezza qui sostiene che la luce solare simulata inattiva rapidamente il virus: se esposto alla luce solare il SARS-CoV-2 contenuto nelle goccioline di saliva, depositate su diversi materiali, viene inattivato in 6.8 minuti. Sembra quasi pleonastico spiegarlo eppure è necessario: stiamo parlando di una situazione in cui il virus si trova fuori dal corpo umano. Deve essere quindi chiaro che il sole non cura COVID-19, cioè la malattia di SARS-COV-2, ma uccide il Coronavirus quando si trova sulle superfici esterne a determinate condizioni ambientali. La differenza, come spiega la Società Italiana di Infettivologia Pediatrica, c’è ed è importante visto che SARS-COV-2, in ambienti chiusi, può rimanere attivo a temperatura ambiente su diverse superfici come metallo, vetro o plastica per più giorni, come dimostrato da altri studi.

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Lo studio quindi si limita a fornire «una prima prova che la luce solare può inattivare rapidamente SARS-CoV-2 sulle superfici, suggerendo che la persistenza, e quindi il rischio di esposizione, possono variare significativamente tra ambienti interni ed esterni. Inoltre, questi dati indicano che la luce solare naturale può essere efficace come disinfettante per materiali non porosi contaminati».

il sole uccide il virus

D’altro canto la pagina del ministero della Salute che riepiloga le bufale sul Coronavirus spiega che “Le lampade UV non devono essere utilizzate per sterilizzare le mani o altre aree della pelle poiché le radiazioni UV possono causare irritazione”, “Non ci sono evidenze scientifiche che gli essiccatori per mani ad aria calda siano in grado di uccidere il nuovo coronavirus. Per proteggersi dall’infezione il metodo più sicuro è quello di lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o con una soluzione a base di alcol. Dopo aver pulito le mani bisogna asciugarle accuratamente”, “Le evidenze attuali indicano che il nuovo coronavirus può essere trasmesso in tutte le aree, comprese quelle con clima caldo e umido”, e soprattutto che “Non esistono evidenze scientifiche che esporsi al sole, o vivere in Paesi a clima caldo, prevenga l’infezione da nuovo coronavirus. Casi di Covid-19 sono stati registrati anche in Paesi con clima caldo“.

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