Maria Concetta Cacciola: la donna suicidata dalla 'ndrangheta

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-11-13

La storia sul Fatto, con un Sansonetti di troppo

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In un bellissimo articolo a firma di Valeria Pacelli il Fatto di oggi racconta tutta la storia di Maria Concetta Cacciola, la testimone di giustizia di Rosarno morta ingerendo acido muriatico il 20 agosto 2011. Nell’articolo si racconta del pentimento dell’avvocato dei boss, che racconta la costrizione a ritrattare nei confronti della Cacciola. E si racconta anche un interessante retroscena sugli articoli di stampa contro i pubblici ministeri dell’epoca:

Riepiloghiamo: il 9 agosto la donna torna a Rosarno, il 12 la costringono a registrare la cassetta di ritrattazione, il 20 muore e quello stesso giorno inscenano il finto ritrovamento della cassetta. Il 24 agosto,Calabria Ora, il giornale diretto da Piero Sansonetti, ha tutti i documenti in esclusiva. Titolo di apertura: “Voi avete spinto mia figlia al suicidio”. Occhiello:“I genitori di Concetta Cacciola accusano giudici e carabinieri. In esclusiva le lettere della ragazza che si è uccisa a Rosarno”. Cinque pagine difuoco, “Cronaca di un suicidioannunciato”, “I genitori: nostrafiglia presa con l’inganno”,ed editoriale del direttore conun interrogativo centrale: “Lamacchina della giustizia deveessere sempre una macchinacinica che subordina ogni cosaall’obiettivo di trovare dei colpevoli?”.

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