Tutte le balle del M5S sulla monnezza a Roma

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-01-08

La lettera dell’AMA che chiede aiuto all’Emilia. L’aiuto chiesto a due regioni a guida PD per non chiederlo a una regione a guida PD. L’attacco a Pizzarotti. I cassonetti pieni che però non esistono. E tutti gli elementi per comprendere che anche a Roma la situazione è disperata, ma non seria

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La lettera con cui l’AMA, controllata dal comune di Roma che risponde all’assessorato all’Ambiente retto da Pinuccia Montanari, chiedeva alla Regione di attivarsi per portare i rifiuti della Capitale in Emilia Romagna è lì a smentire tutte le balle del MoVimento 5 Stelle sulla monnezza e sulle responsabilità. Eppure l’emergenza monnezza più pazza del mondo ha vissuto ieri una giornata campale, con il M5S Roma e l’assessorato pronti a sostenere che “Roma ha retto all’emergenza rifiuti” e che la tv fa vedere un cassonetto pieno ma non quelli puliti.

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Il documento che prova che è stata l’AMA a chiedere l’intervento dell’Emilia Romagna

Tutte le balle del M5S sulla monnezza a Roma

Eppure la situazione disperata ma non seria in cui il MoVimento 5 Stelle Roma sta infilando in una spirale di difficoltà la città prevede picchi di surrealtà di discreto livello. “Se oggi possiamo resistere alle tariffe stratosferiche che ci impone l’Emilia Romagna governata dal PD di Renzi è anche perché abbiamo blindato con un contratto-ponte di 18 mesi gli impianti privati di Roma mettendo in sicurezza la città”, scrivono i grillini della Capitale in uno status che si è nel frattempo riempito di cittadini inferociti per le condizioni dei cassonetti dei rifiuti. Sostenendo che bisogna preferire gli accordi con Toscana e Abruzzo. E da chi è governata la Toscana, se non da una coalizione il cui maggior azionista è il PD di Renzi? E da chi è governato l’Abruzzo, se non da un governatore del Partito Democratico come Luciano D’Alfonso?

movimento 5 stelle roma
Il surreale status del M5S Roma sui cassonetti vuoti

E infatti proprio D’Alfonso in un’intervista rilasciata oggi al Messaggero chiede alla Raggi di smetterla con le fesserie: «La Raggi vuole una mano dall’Abruzzo? Bene, ma prima riconosca che c’è un problema, dica la verità sui numeri dell’emergenza e ci faccia sapere quali soluzioni vuole mettere in campo a Roma. Stiamo parlando della Capitale, serve una condotta istituzionale, non una condotta fatta di fesserie…».
luciano d'alfonso pd roma

Il dramma dell’honestà

Il dramma dell’honestà che sta andando in scena in questi giorni nella Capitale sarebbe dovuto, secondo quanto raccontato dai giornali, a un diktat del M5S nazionale, che avrebbe trovato pernicioso l’accostamento alla regione rossa di Bonaccini e al termovalizzatore che si trova nella Parma di Pizzarotti per la risoluzione del problema dell’emergenza “tipica” in cui la Capitale si trova tutti gli anni durante le feste di Natale e Capodanno. E infatti dalle pagine facebook dei consiglieri comunali si evince che il problema è proprio Pizzarotti, accusato di essere anche lui del Partito Democratico nonostante abbia battuto proprio un esponente del Partito Democratico al ballottaggio di Parma, dove il candidato sindaco 5 Stelle dopo aver ottenuto percentuali da prefisso telefonico ha invitato a votare il PD.
pizzarotti m5s
«Essere autosufficienti è fondamentale, noi lo siamo da tempo. Abbiamo appena votato un piano che porterà al 70% la raccolta differenziata entro il 2022», dice del resto D’Alfonso nell’intervista di oggi. E quando l’intervistatore gli fa notare che anche i grillini romani vorrebbero la differenziata al 70% nel giro di 3-4 anni, ricorda che il problema è che nella Capitale oggi non si supera la soglia del 45% e negli ultimi due anni l’aumento è stato minimo: «Sono situazioni diverse. L’Abruzzo già oggi è oltre il 55% di differenziata, siamo intorno al 58 a livello regionale. Per questo l’obiettivo del 70% è realistico, per noi». Roma è a questo livello per merito della giunta precedente (Ignazio Marino per i più distratti). E visto che i dati sono fermi dal 2016 (ovvero dall’insediamento della Raggi) questo significa che la differenziata non cresce. Il 5 Stelle quindi non ha aumentato la percentuale di differenziata, se non per un minimo.

I romani si sono accorti dei cassonetti pieni e dell’immondizia per strada

Nei giorni scorsi poi il M5S ha sostenuto che “è iniziato l’iter per costruire 2 impianti di compostaggio e 1 impianto di riciclo” ed è un’affermazione interessante visto che il Comune non ha ancora detto dove saranno fatti. Nel frattempo però ad Ostia è arrivato il tritovagliatore che il M5S aveva detto che non sarebbe mai arrivato. E a quanto pare i romani sembrano essersi accorti che a Roma un problema coi rifiuti c’è. A certificarlo è l’indagine condotta dall’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale (il cui Presidente è stato nominato dai 5 Stelle ed è un attivista pentastellato) che ha rilevato un netto calo nella soddisfazione dei romani per il servizio di raccolta dei rifiuti.
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Stando a quanto scrive l’Agenzia del Comune “l’estensione delal raccolta porta a porta e l’aumento della percentuale di raccolta differenziata non hanno avuto effetti positivi sul voto attribuito dai romani al servizio di raccolta dei rifiuti” perché ciò che i cittadini vedono e giudicano “sono i cassonetti stracolmi di immondizia ai bordi delle strade“. La tariffa della TARI invece è tra le più alte d’Italia. A scanso di equivoci l’Agenzia ricorda che solo un terzo dell’indifferenziato romano viene trattato nei TMB Ama (una volta questo era “Il Problema” secondo il M5S)  mentre tutti i residui di trattamento destinati a discarica (230mila tonnellate annue) vengono spediti in Emilia Romagna, Marche, Abruzzo e Molise.

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Fonte

Secondo il M5S invece “in Emilia-Romagna i rifiuti potrebbero addirittura non arrivare, visto che l’ipotesi più plausibile è che siano trattati in impianti più vicini, più economici e meno impattanti”. Ed è possibile, ci mancherebbe, i dati però ci dicono che sì, Roma esporta i suoi rifiuti in altre regioni. E addirittura fuori dall’Italia visto che da novembre 2016 è stato dato il via libera alla tedesca Enki che si è aggiudicata la gara per lo smaltimento di 160 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati all’anno (al prezzo di 138 euro a tonnellata) per 4 anni. Rifiuti che servono a fornire energia elettrica a 170mila abitazioni, in Austria. Che business ghiotto eh?

I cassonetti vuoti e quelli pieni

Oggi i giornali della Capitale sono pieni di foto di cassonetti pieni a dimostrazione del fatto che «A Roma il sistema di raccolta ha tenuto, pur di fronte all’impennata di produzione dei rifiuti del periodo natalizio», come sostiene la Montanari.

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Dal Corriere della Sera Roma dell’8 gennaio 2018

Le zone più colpite sono Ottavia e Acilia, ma anche le zone centrali non sono esenti da problemi, gli stessi problemi di cui il M5S nega l’esistenza.
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Foto da Repubblica Roma dell’8 gennaio 2018

Infine c’è da segnalare che la guerra ingaggiata dal MoVimento 5 Stelle Roma alla realtà è seria ci sono le parole di Lorenzo Bagnacani, presidente e A.D. di AMA che dopo aver firmato la lettera in cui chiedeva aiuto all’Emilia Romagna oggi dice che ha chiesto solo a Toscana e Abruzzo. D’altro canto, ricorda oggi Il Messaggero, Bagnacani è stato scoperto a Parma e lì per la prima volta arruolato nella causa Cinquestelle al fianco di Pizzarotti con una mission molto precisa. Entrò nel cda di Iren in quota M5S con l’obiettivo di fermare l’inceneritore. E si sa com’è finita.
Foto copertina da Facebook

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