L’opera d’arte? È di gomma americana

di Elsa Stella

Pubblicato il 2014-07-30

Non solo marmo, legno, vetro o carta. Il materiale d’elezione di questo artista romano è tra i più quotidiani e “prosaici”

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Un materiale povero, effimero, ma anche duttile e profumato, come la gomma americana: è quello scelto dall’artista romano Maurizio Savini per le sue sculture. Tutto inizia per caso: un giorno del 1996, nel quartiere di San Lorenzo, l’artista romano trova fra la spazzatura cinque scatole di gomme da masticare scadute gettate via dal tabaccaio sotto casa, e scocca l’ispirazione.

Prende la gomma e inizia a lavorarla come fosse argilla: aggiunge, toglie, intaglia, scolpisce quel materiale morbido e rosa, brevettato negli Stati Uniti nel lontano 1869, e arrivato da noi con i soldati americani all’indomani della fine della II guerra mondiale. L’artista ne scopre la versatilità: il chewing gum viene applicato come fosse un mosaico, pezzo dopo pezzo. Nei lavori dello scultore 52enne non mancano accenni ai temi più drammatici della contemporaneità.

In Destined for Nothing mette al centro del suo progetto le specie viventi a rischio di estinzione: spicca un gigantesco orso di chewing gum rosa che guarda nello spioncino di una porta, ma non sappiamo se vuole entrare o uscire. Nel corso degli ultimi anni Savini ha esposto a Roma, Londra, Parigi, Rotterdam,Tokio, Lione, l’Avana.
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