L'omosessualità dipende da un gene?

di Elsa Stella

Pubblicato il 2014-11-22

Un nuovo studio scientifico – il più approfondito mai condotto – sul patrimonio genetico di 409 coppie di gemelli gay sembra definitivamente archiviare la nozione che essere gay costituisca una scelta di vita

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Un nuovo studio scientifico – il più approfondito mai condotto – sul patrimonio genetico di 409 coppie di gemelli gay sembra definitivamente archiviare la nozione che essere gay costituisca una scelta di vita: la ricerca (che è stata condotta dal NorthShore Research Institute e ha preso in esame il triplo dei soggetti studiati in precedenza) individua un chiaro collegamento tra l’orientamento sessuale maschile e due regioni specifiche del genoma umano, quella denominata Xq28, identificata nel 1993, e la 8q12, scoperta nel 2005.
 
L’OMOSESSUALITÀ DIPENDE DA UN GENE?
Il dottor Alan Sanders, che ha coordinato la ricerca, non dice che è stato individuata il gene che produce l’omosessualità negli esseri umani, beninteso, e ribadisce che comportamenti umani complessi quali la sessualità sono influenzati da un gran numero di fattori, tanto genetici che ambientali, ma la “differenza” è apparsa evidente. Gli studiosi hanno esaminato sangue e saliva di 409 coppie di gemelli gay, alla ricerca di marcatori del codice genetico detti polimorfismi a singolo nucleotide (SNP), ovvero  variazioni del materiale genico presenti nella popolazione in una proporzione superiore all’1% (al di sotto di tale soglia si parla di variante rara).  Oltre a quelli presenti nelle regioni del dna già identificati, i ricercatori hanno rilevato nei soggetti presi in esame la presenza di altri tre SNP.
 
LO STUDIO E IL NEUROLOGO
Intervistato da New Scientist, il neurologo Simon LeVay ha detto che lo studio “infila un altro chiodo nella bara della teoria dell’omosessualità come ‘scelta di vita’”: “E’ vero, chi sta al mondo può scegliere tra conformarsi all’idea della sessualità decisa da qualcun altro oppure esprimere pienamente se stesso, ma essere etero, gay, bisessuale o qualunque altra cosa è elemento costitutivo di quello che siamo, grazie in parte al DNA col quale siamo nati”, ha osservato lo studioso, che in passato aveva sostenuto di aver individuato nel cervello degli uomini  gay una specifica regione più piccola di quella presente nel cervello degli eterosessuali.

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