Lockdown morbido tra dieci giorni? Cosa chiuderebbe il 9 novembre?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-10-30

L’Italia è ormai a un passo dallo scenario 4, quello più grave, previsto quando il valore di Rt abbia superato l’1,5. Con i 26.831 contagiati di ieri questa prospettiva diventa sempre più probabile. Ed è quella che prevede il lockdown: quali sono le regioni che rischiano di più e cosa potrebbe chiudere

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L’Italia è ormai a un passo dallo scenario 4, quello più grave, previsto quando il valore di Rt abbia superato l’1,5. Con i 26.831 contagiati di ieri questa prospettiva diventa sempre più probabile. Ed è quella che prevede il lockdown: quali sono le regioni che rischiano di più e cosa potrebbe chiudere

Lockdown morbido tra dieci giorni? Cosa chiuderebbe il 9 novembre?

Lo scenario 4 è caratterizzato da una “situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo” e prevede, in caso di persistenza, “misure molto aggressive”. E’ infatti molto probabile, secondo quanto si apprende da fonti qualificate, che il valore di Rt abbia superato l’1,5 registrato nel monitoraggio del ministero della Salute e Iss della scorsa settimana e riferito al periodo 12-18 ottobre. Ciò per effetto del forte aumento dei casi. Proprio Rt sopra 1,5 è uno degli elementi che delinea lo scenario più grave dell’epidemia. Attualmente, sulla base dei 4 scenari descritti nel documento Iss, l’Italia si colloca nello scenario 3, con una situazione caratterizzata da “trasmissibilità sostenuta e diffusa” del virus con “rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo” e valori di Rt regionali prevalentemente e significativamente compresi tra 1,25 e 1,5. L’analisi dell’andamento della curva epidemica indica, però, come l’Italia sia ormai molto vicina allo scenario 4. In questo scenario, si legge, “i valori di Rt regionali sono prevalentemente e significativamente maggiori di 1,5” ed uno scenario di questo tipo “potrebbe portare rapidamente a una numerosità di casi elevata e chiari segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali, senza la possibilità di tracciare l’origine dei nuovi casi”. Inoltre, “la crescita del numero di casi potrebbe comportare un sovraccarico dei servizi assistenziali entro 1-1,5 mesi, a meno che l’epidemia non si diffonda prevalentemente tra le classi di età più giovani, come osservato nel periodo luglio-agosto 2020, e si riuscisse a proteggere le categorie più fragili (es. gli anziani)”. A questo proposito, il documento rimarca però che “appare piuttosto improbabile riuscire a proteggere le categorie più fragili in presenza di un’epidemia caratterizzata da questi valori di trasmissibilità”. Una situazione che richiederebbe nuove misure che potrebbero arrivare presto con un nuovo DPCM, spiega Repubblica:

L’ipotesi più probabile, allora, è che la prossima settimana l’esecutivo metta sul tavolo nuovi interventi, sfruttando il voto alle Camere del 4 novembre sulle comunicazioni di Conte. Verrebbe così salvaguardata la festività religiosa del 1-2 novembre. Le misure potrebbero partire dal fine settimana, forse sabato 7. Potrebbe trattarsi di una limitazione ulteriore alle attività commerciali (totale o oraria), un’ulteriore spinta verso lo smart working, forse anche il ritorno all’autocertificazione e ulteriori paletti agli spostamenti interregionali. Si vedrà. L’idea di Palazzo Chigi, però, resta quella di evitare la chiusura delle scuole medie ed elementari, sul modello francese

lockdown totale se non funziona dpcm cosa succede

In uno scenario nazionale di questo tipo “è presumibile che molte Regioni/PA siano classificate a rischio alto e, vista la velocità di diffusione e l’interconnessione tra le varie Regioni/PA, è improbabile che vi siano situazioni di rischio inferiore al moderato”. Ed ancora: “Se la situazione di rischio alto dovesse persistere per un periodo di più di tre settimane, si rendono molto probabilmente necessarie – avverte l’iss – misure di contenimento molto aggressive”. Lo scenario 4, come come gli altri 3, prevede inoltre una classificazione in tre passaggi del rischio settimanale nelle Regioni/PA: rischio moderato (per almeno 4 settimane consecutive ad una valutazione del rischio più elevata); rischio alto/molto alto (per meno di 3 settimane consecutive) e rischio alto/molto alto (per 3 o più settimane consecutive e situazione non gestibile). Quest’ultimo livello è caratterizzato da “trasmissione comunitaria diffusa, cluster non più distinti tra loro, nuovi casi non correlati a catene di trasmissione note, pressione sostenuta per i Dipartimenti di Prevenzione”, e tra le azioni indicate figura il ” considerare la possibilità di restrizioni estese Regionali/provinciali”. Quali sono le regioni che rischiano di più? Lo spiega Il Corriere:

I timori di un’accelerazione del contagio si sono verificati. E ora, secondo gli esperti dell’Istituto superiore di sanità, l’Italia sta andando verso lo scenario 4: il più grave. Quello per il quale si deve valutare un lockdown totale. In particolare l’allarme è alto per 5 regioni — Lombardia, Campania, Liguria, Lazio e Valle d’Aosta — e per la provincia autonoma di Bolzano. Sorvegliata speciale Milano. Ci sono tre settimane di tempo, se il contagio non diminuirà bisognerà valutare la misura più drastica. Lo dice lo studio consegnato al governo che, per valutare i rischi sulla popolazione e l’impatto sulle strutture sanitarie, descrive situazioni e possibili rimedi

bollettino coronavirus protezione civile italia oggi 28 ottobre 1

Cosa rimarrà aperto e cosa chiuderà in caso di lockdown soft? La Stampa spiega che molto probabilmente ci sarà il ritorno dell’autocertificazione per gli spostamenti e che l’intenzione è quella di lasciare aperte fabbriche e scuole:

Per quella data un nuovo dpcm chiuderebbe tutto, probabilmente per un mese, lasciando aperte fabbriche, scuole materne ed elementari, aziende agricole, negozi alimentari, farmacie ed altri esercizi che vendono beni essenziali. Non ci si potrebbe muovere da casa propria senza un’autocertificazione che ne attesti la necessità per motivi di lavoro, salute o per fare la spesa. Se la curva dei contagi dovesse impennarsi ancora il dado potrebbe essere tratto però anche prima

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